Mondo

Gamma Donna affronta la crisi

Una due giorni dedicata all’imprenditoria femminile

di Christian Benna

Contadine e artigiane. Con un’anima bio e cuore che batte per il sociale. Le donne in carriera del dopo crisi sono un po’ meno manager rampanti e più mamme imprenditrici. Le loro storie stanno passando in rassegna nella due giorni torinese, 28 e 29 gennaio, di Gamma Donna, salone internazionale dell’imprenditoria femminile. “Cambiare si può” è il motto di questa terza edizione che mette in primo piano “Economia, etica, equilibrio sociale: nuovi paradigmi per la società post-crisi”.  Protagoniste assolute sono le imprese in rosa, la bottega di profumi di Laura Tonatto che ha confezionato fragranze per la regina Elisabetta, la desert therapy di Carla Perotti, che accompagna i manager  nel deserto per guarirli dallo stress e dall’ansia. E soprattutto centinaia aziende agricole, piccola pattuglia in rappresentanza di un esercito di 260 mila imprese in tutta Italia,  che sbarcano a Gamma Donna sotto i gonfaloni di Coldiretti. C’è Adriana Bucco che cresce biologicamente frutteti e vigneti e  si impegna ad assumere donne in difficoltà, come quelle vittime delle tratta e del racket della prostituzione.  E c’è anche Marcella Albertina, che con il suo agri-nido, ospitato nella Fattoria sociale di proprietà tra il lago di Garda e Verona si è guadagnata il Premio Onilfa 2009, dedicato alle imprenditrici attive nell’agricoltura.  E ancora il baby parking di Franceca Banalli di Udine, un progetto per avvicinare i bambini alla natura, gli allevamenti bio di farfalle e lombrichi  per il mercato ittico ideato da Donatella Di Cola in Lazio.  In tutto 100 relatori, 2000 partecipanti e  una riflessione sulla finanza etica per un incontro promosso da Fondazione Crt.

Nessuno ti regala niente, noi sì

Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.