Economia

Verso la Borsa Sociale

Presentato lo studio di fattibilità studiato da Avanzi e sostenuto da Regione Toscana e Regione Lombardia

di Lorenzo Alvaro

Presentato a Milano, al Palazzo delle stelline di via Magenta, lo studio di fattibilità della Borsa Sociale (BS). Pensato da Avanzi, in collaborazione con Regione Lombardia, Regione Toscana e con il patrocinio dell’Agenzia per le Onlus, il progetto si propone un obbiettivo ambizioso: la creazione di un mercato di capitali rivolto a imprese a finalità sociale. Sarebbe il primo al mondo.
Al di là della presentazione dello studio da parte di Davide Dal Maso e Davide Zanoni, già anticipata dal settimanale Vita con un articolo sul numero 3 del 2010 (Il non profit cerca spazio al mercato), l’attenzione era rivolta alle reazioni che l’incontro avrebbe suscitato. Come ha spiegato in apertura Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le Onlus, «è il momento giusto per proporre BS  perchè sono cadute le barricate ideologiche che vedevano mercato e capitali come un male». Un concetto confermato dai fatti. La sala, gremita da esponenti del terzo settore, dell’impresa sociale e della finanza etica ha assistito ad una passerella di esponenti della politica locale lombarda che sono intervenuti a sostegno del progetto. A partire dalla moderatrice, la vice direttrice della Direzione Generale Famiglia e solidarietà sociale di Regione Lombardia, Caterina Perazzo, che ha testimoniato il patrocinio della Regione oltre che portare il saluto dell’assessore Giulio Boscagli. Da sottolineare l’improvvisata dell’assessore alla Famiglia, Scuola e Politiche Sociali del Comune di Milano, Mariolina Moioli, non prevista dal programma. «La mia presenza è un ringraziamento per questa opportunità e l’assicurazione che il Comune, per questa iniziativa c’è» è stata la conclusione dell’assessore.
BS è il punto di arrivo «di una storia che nasce nel 1954, quando per la prima volta si è parlato di Responsabilità socale d’impresa (Csr)», ha spiegato Zamagni, «si è passati attraverso l’idea degli investimenti socialmente utili, passando per la finanza etica fino alla costituzione della banche etiche e ai recenti “blended value”. Bs è il naturale passo successivo». Proprio l’interesse degli investitori sull’utilizzo dei propri fondi dà vita al valore misto che è alla base dell’idea d’Impresa a finalità sociali (Ifs) per cui nascerà la nuova borsa. Ma Zamagni non si ferma qui e, nel commentare il protagonismo di Toscana e Lombardia nel sostegno ad Avanzi, sottolinea come «non sia un fatto casuale. Firenze è stata la prima a dotarsi nel mondo di una borsa. Una borsa che nacque come mercato sociale. Con l’avvento della borsa valori salì in cattedra Milano, ancora oggi punto di riferimento mondiale come ricorda la celebre Lombard Street».
BS è stata pensata per essere un ponte tra profit e non profit, ora che il modello dicotomico tra i due mondi è stato abbattuto dalla crisi economica. Lo scopo è il superamento della semplice Csr con l’avvento delle Ifs, nuove imprese ibride che uniscono il buono della società commerciale in termini di funzionalità e il buono dell’impresa sociale in termini di finalità.
Tante le criticità e passi ancora da affrontare. Quattro in particolare: l’identificazione di un organo di governance, certezza nella valutazione dell’impatto sociale tramite un’unità di misura comune, certezza per quanto riguarda la trasparenza del sistema e infine il reperimento di soluzioni logistiche. Ma Zamagni non si scoraggia «Sono sicuro che si farà e che avrà successo». 











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