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Ma attenzione: non stiamo parlando di marketing

La prefazione del testo che sarà presentato il 5 febbraio

di Redazione

Lo spirito di questo documento deve essere quello di evidenziare i problemi dell’ente, indicarne le priorità e individuare le soluzioni compatibili con la struttura e le risorseCon il documento sulle Linee guida del bilancio sociale che presentiamo si completa il sistema informativo che l’Agenzia per le onlus ritiene utile e necessario per gli enti non profit. In assenza di un dettato normativo specifico per il terzo settore, l’Agenzia ha ritenuto utile fornire indicazioni essenziali per garantire la massima trasparenza e completezza delle informazioni ed anche per rendere uniformi e comparabili le informazioni stesse nello spazio e nel tempo. Il sistema informativo individuato non può seguire gli schemi e le prassi delle imprese commerciali, data la diversità genetica del mondo non profit rispetto alle imprese che operano con fini lucrativi. Tale sistema informativo per gli enti non profit si basa innanzitutto sul bilancio di esercizio, le cui linee guida sono state di recente presentate e sono ora disponibili sul sito dell’Agenzia (www.agenziaperleonlus. it). Questo primo documento è essenziale in quanto presenta i “numeri” finanziari, patrimoniali ed economici degli enti da cui non si può prescindere per una prima e necessaria conoscenza delle loro condizioni aziendali. D’altronde, come era già stato chiaramente indicato in questo primo documento, i dati contabili possono non essere sufficienti per chiarire la natura e la portata delle attività esplicate dagli enti. Per i piccoli enti tale obiettivo si può raggiungere con una specifica “relazione di missione” che, come previsto dal documento sul bilancio d’esercizio, integri la necessaria informativa degli amministratori con notizie riguardanti l’attività istituzionale svolta. Per gli enti di maggiori dimensioni si ritiene utile e necessario redigere a parte un documento che abbiamo chiamato “bilancio sociale”, che può avere un contenuto più vasto del bilancio di missione limitato ad illustrare l’attività istituzionale, ma tenda a rappresentare, oltre che la missione, l’impatto delle attività aziendali su tutti gli stakeholder interessati all’attività dell’ente. Abbiamo pertanto costituito un gruppo di lavoro di operatori, allargato a componenti scientifiche, per creare un “modello di accompagnamento” alla redazione del bilancio sociale che ciascun ente redigerà secondo le sue specificità proprie.
Per aiutare questo processo di accompagnamento abbiano stilato una parte generale con i principi che devono caratterizzare il bilancio sociale, richiamandoci alla più accreditata dottrina aziendalistica in materia; abbiamo indicato le parti essenziali del documento che ciascun ente potrà compilare in relazione ala sua attività ed abbiamo corredato il documento con una corposa serie di indicatori che, per settori operativi, possano guidare la redazione di quelle informazioni quali-quantitative necessarie per spiegare lo stato dell’arte della missione statuaria specifica che l’ente sta perseguendo. È bene sottolineare che lo spirito di questo documento deve essere quello di evidenziare i problemi dell’ente, indicarne le priorità e individuare le soluzioni compatibili con la struttura esistente e le risorse disponibili. Certamente non deve essere visto come uno strumento di marketing o di raccolta fondi, ma deve nascere da un percorso organizzativo che coinvolga tutte le componenti dell’organizzazione, in vista di una crescita interna ed esterna dell’ente.

Già nell’Ottocento…
Non si tratta di qualcosa di nuovo in senso proprio, ma di un aggiornamento di quanto già veniva fatto nell’Ottocento con riferimento alle Opere Pie. Si pensi che già nel 1887 Michele Riva scriveva (Opere pie ed altri istituti pubblici minori, Ed. Loescher, Roma) con riferimento a quelli che erano denominati “conti morali”, integrativi dei bilanci di esercizio, non si deve «solamente dire vi furono tante spese, tante rendite e tanto profitto netto… ma bisogna che salendo in un campo più elevato metta a confronto i bisogni che si avevano da soddisfare coi mezzi adoperati per farvi fronte; fa d’uopo che dimostri le cause di quei bisogni e le difficoltà vinte; è mestieri che metta in evidenza quali furono i risultamenti sia economici, sia giuridici, che morali e che per queste dimostrazioni si valga non solo dei conti economici, ma ancora di dati statistici e degli altri fatti che si avverarono. È mestieri che dimostri per quali vicende è passato l’ente e in quali condizioni è rimasto; quali saranno le vicende e i bisogni futuri; che dica delle condizioni interne del modo con cui procedettero i servigi, le riforme che si eseguirono: che faccia spiccare i periodi più scabrosi che furono attraversati e quali i criteri che vennero messi in atto. In una parola che presenti lo stato e la vera vita dell’ente durante il periodo amministrativo. Ecco il vero resoconto».
I tempi sono cambiati, ma le esigenze di chiarezza e trasparenza restano immutate, e con il documento che presentiamo vogliamo tracciare una guida utile per l’operatività degli enti, aggiornata alle esigenze dei diversi comparti operativi del vasto e variegato mondo non profit. Siamo consci dei limiti del presente lavoro, che però riteniamo essenziale per una crescita culturale e strutturale del terzo settore nel suo insieme. Sarà nostra cura, anche con l’aiuto degli enti, che conoscono bene il proprio campo operativo, migliorare nel tempo il documento che presentiamo, soprattutto nel set di indicatori che potranno essere aggiornati e implementati nel tempo con l’esperienza conseguita con la redazione dei bilanci sociali.

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