Formazione
L’apprendistato a 15 anni? L’hanno inventato a Bolzano
Il modello altoatesino funziona bene da anni
«Ma è completamente diverso dalla proposta nazionale», sottolinea l’assessore alla Scuola della provincia autonoma, «perché orientato all’istruzione del giovane e non al vantaggio dell’azienda». Ecco come funziona La Provincia di Bolzano non ci sta a passare per ispiratrice del cosiddetto “emendamento Cazzola”, la modifica al «collegato lavoro» approvata alla Camera su proposta dell’onorevole del Pdl, che prevede la possibilità, per gli studenti di 15 anni, di assolvere l’obbligo di istruzione anche in fabbrica come apprendisti. Al momento, invece, si può entrare nel mercato del lavoro solo dopo i 16 anni.
La novità proposta dal vicepresidente della commissione Lavoro è invece già realtà in Alto Adige. Nella provincia autonoma, secondo l’ultimo rapporto Isfol, gli apprendisti di età 15-17 anni sono il 47,5% del totale degli occupati (di tutte le età) con questo tipo di contratto contro una media italiana del 7,1%. Bolzano rivendica la diversità del suo modello rispetto a quello esistente nel resto del Paese e alle proposte del governo. «Il nostro modello non è assolutamente esportabile», tuona l’assessore alla Scuola in lingua italiana, Christian Tommasini. «Viene usato come paragone a sproposito dai governi di centrodestra per dare valore alle loro intenzioni, ma nelle altre Regioni la formazione professionale è in mano alle aziende o al privato». Il punto di forza della formazione professionale altoatesina, spiega Tommasini, è invece la natura pubblica. «Una vera scuola, unica in Italia, totalmente pubblica». La ricetta prevede mille ore di formazione scolastica extraziendale in tre anni, tutor aziendali qualificati e con competenze pedagogiche professionali, esami finali. Nel resto d’Italia, invece, le singole discipline regionali sull’apprendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione prevedono carichi formativi più leggeri: 240 ore annue (in realtà molte meno, se non zero) di formazione fuori azienda, corsi in media di due anni e attestato finale al posto dell’esame.
«In Alto Adige il sistema formativo si pone anche l’obiettivo di aumentare il livello di istruzione di chi lo frequenta. Nelle altre Regioni, invece, si tratta solo di un aumento di formazione nel lavoro funzionale all’azienda. La distinzione può sembrare banale, ma è alla base di culture di istruzione e formazione profondamente diverse, orientate ai giovani o al mercato del lavoro», precisa l’assessore. Tuttavia, nonostante il sistema bolzanino (che ricalca quello “duale” tedesco) sia ormai rodato, il numero di 15enni che vi si rivolge è basso rispetto ai 17enni. Nel 2007 (ultimo dato) erano 455 contro 819 ragazzi 16enni e 1,089 di 17 anni. L’apprendistato precoce, secondo l’Isfol, non decolla in Italia anche per il rifiuto degli adolescenti di «situazioni formative che possano ricordare la precedente esperienza scolastica, visto l’insuccesso e l’espulsione da quel mondo».
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