Cultura

Musulmani e copti fare festa a Milano

Dopo i tragici fatti del Cairo, le due comunità hanno voluto incontrarsi, per abbattere i muri

di Martino Pillitteri

«Quando la gente muore è sempre una tragedia. Ma quando muore durante una festa religiosa e davanti a un luogo di culto è qualcosa di più». Parole di Ben Assa, rappresentante della Casa della cultura islamica di Milano in occasione della giornata “Pensando a un altro Egitto», appuntamento conviviale che si è tenuto domenica 24 gennaio tra i membri delle comunità copte e musulmane di Milano. Dopo all’uccisione di sei cristiani che partecipavano alle celebrazioni del Natale copto, lo scorso 6 gennaio, nel villaggio egiziano di Nagaa Hammadi, bisognava dare un segnale di distensione tra le diverse comunità di migranti nel capoluogo lombardo. A questo appello della Casa della cultura islamica di Milano hanno risposto, in qualità di promotori, l’Aie – Associazione italo-egiziana, Vita non profit magazine e il Collegio di Milano che ha messo a disposizione la propria aula magna. E soprattutto hanno risposto alla grande le persone, che hanno assiepato la sala. «Una partecipazione record», fa notare Paolo Branca, islamista e anima di «Yalla Italia». «È la prima volta che, in trent’anni di lavoro e di tentativi, vedo musulmani e copti trascorrere una giornata insieme per costruire un percorso comune piuttosto che sfruttare l’ennesima ingiustizia per enfatizzare l’identità religiosa e isolarsi».
La giornata è iniziata con la recita a tre voci del racconto Il paradiso dei bambini del premio Nobel della letteratura Naghib Mahfuz: una bambina musulmana confessa ai genitori la sua passione per la compagna di classe Nadia, una cristiana, lamentando il fatto che vengono separate nell’ora di religione. Il testo è stato letto da Rassmea Salah, Hassan Bruneo, redattori di «Yalla Italia», e da un piccolo, brillantissimo Elias Barmaki, italo-marocchino di 8 anni. Prima della festa finale, la proiezione del film Hassan e Marcos in cui un rispettato uomo religioso musulmano e un prete copto si scambiano i “ruoli”. Un film poco religioso-correct per una giornata che lascia il segno.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA