“Il processo di monitoraggio dell’universo Sad ci ha posti di fronte a una realtà vivace ed estremamente diversificata”, puntualizza Marida Bolognesi, consigliere dell’Agenzia per le Onlus che ha coordinato e curato il progetto delle Linee Guida per il sostegno a distanza.
“Soggetti con ispirazioni differenti, con dimensioni strutturali che andavano dal locale al contesto nazionale fino a quello mondiale, con progetti estremamente diversi. Pur consapevoli che le azioni di sostegno a distanza sono in evoluzione a seconda dei bisogni emergenti, e che spesso si rivolgono alle fasce deboli in generale, con interventi differenziati, con varie forme di presa in carico, l’Agenzia ha fatto una scelta a monte, quella di focalizzare l’attenzione sui minori e i giovani”.
Questa scelta di campo si evince ovviamente già dal titolo del documento. Ma lo “spazio di manovra”, all’interno di questo ambito, è molto vasto. “Il sostegno a distanza verso i minori rappresenta in ogni caso la parte maggioritaria delle azioni di solidarietà sviluppate dalle associazioni”, spiega Bolognesi. “I progetti a favore dei minori potranno comunque essere identificati nell’ambito di un contesto familiare o di classe. Inoltre abbiamo voluto riferirci anche ai giovani per favorire, nello specifico, la realizzazione del diritto allo studio e alla formazione, che nei paesi in via di sviluppo può avere tempi più lunghi e ritardati rispetto alla fase dell’infanzia”.
Le altre due caratteristiche polarizzate nella definizione di Sad sono la dazione liberale di una somma di denaro “entro un dato orizzonte temporale” e la relazione di reciprocità e scambio fra donatori e beneficiari. “Questi rappresentano i tratti comuni e ineliminabili di qualsiasi forma di solidarietà che possa definirsi sostegno a distanza”, commenta Bolognesi. “La durata temporale è tipica del Sad perché è proprio attraverso quell’impegno economico continuativo, che il donatore si assume, che il progetto di sostegno a distanza arriva a compimento”. Inoltre, prosegue Bolognesi, “donatore e beneficiario non sono soggetti passivi, ma sono coinvolti in uno scambio attivo. Il donatore riceve consapevolezza, cultura, comprensione profonda di una realtà diversa dalla sua. Il beneficiario è stimolato a far conoscere la sua situazione, a mostrare i progressi fatti, i traguardi raggiunti. Rispetto ad altre forme di solidarietà, il Sostegno a Distanza ha una progressione moltiplicatoria dei benefici, ed è uno dei motivi per cui è importante promuoverlo”.
Art. 1 – Definizione di Sostegno a Distanza (SaD) di minori e giovani
Si definisce “Sostegno a Distanza” una forma di liberalità, consistente nell’erogazione periodica, entro un dato orizzonte temporale, da parte di una o più persone fisiche o di altri soggetti, di una definita somma di denaro ad una organizzazione, affinché la impieghi per la realizzazione di progetti di solidarietà internazionale, i quali:
a. abbiano come destinatari una o più persone fisiche minori o giovani in condizioni di rischio povertà ed emarginazione;
b. promuovano il contesto famigliare e le formazioni sociali, precisamente identificate, entro cui si svolge la personalità del minore;
c. favoriscano la relazione interpersonale tra sostenitori e beneficiari e/o la creazione di un rapporto di vicinanza umana e di conoscenza.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.