Famiglia
Un Forum sempre meno mondiale
Al via a Porto Alegre la decima l'edizione. In sordina
C’era una volta il Forum sociale mondiale. Anno 2001, Porto Alegre (Brasile), prima edizione: 20mila partecipanti da 117 paesi diversi, migliaia di organizzazioni della società civile unite nello slogan-manifesto ‘Un altro mondo è possibile’, risonanza mediatica senza precedenti. Anno 2010, decima edizione, sempre Porto Alegre: è iniziato ieri 25 gennaio, quanti ne sono al corrente? Pochi, pochissimi. Dal punto di vista europeo, i giornali cartacei, italiani in primis, non ne parlano proprio. Su internet, c’è qualcosa, ma nulla che regga il confronto agli anni precedenti. Se ci si sposta in America latina, le cose cambiano, il fermento si sente un po’ di più (vedi blog di Paolo Manzo su vita.it). Negli altri continenti, sedi di alcune recenti edizioni (India 2004 e Mali 2008) no comment. Domanda: dov’è finito lo slancio ‘mondiale’ del Fsm?
Una prima risposta arriva da Francisco ‘Chico’ Whitaker, uno degli ideatori del Forum sociale mondiale, che in un’intervista per l’agenzia di stamba brasiliana Adital, sta sulla difensiva: “A Porto Alegre sta avendo luogo il primo di una serie di 27 forum sociali che si realizzano in tutto il mondo durante l’anno, e che sono propedeutici al prossimo Fsm, che avrà luogo nel 2011 a Dakar, in Senegal”. In altre parole, ripassate l’anno prossimo. La versione ‘regionale’ dell’evento annuale più importante per la società civile, però, stride eccome con la dicitura ‘mondiale’ che si porta dietro. E che aveva fatto ben sperare le migliaia di persone che avevano partecipato alle prime edizioni. Nel 2009 il Forum si era tenuto a Belem, sempre in Brasile. È vero, erano arrivati in 150mila, ma la maggior parte, come presumibilmente accadrà quest’anno, arrivavano dall’America Latina, l’unico continente in cui le parole “democrazia partecipata” e “costruzione dell’alternativa dal basso” hanno portato a reali cambiamenti sociali e politici, compresa l’elezione di vari leader di stato (l’indio Evo Morales in Bolivia, e soprattutto l’ex vescovo Fernando Lugo in Paraguay) prima capofila di enti della società civile.
Non è un caso che l’evento di apertura di questo Forum del decennale sia un “grande seminario di valutazione inerenti i dieci anni di percorso”, come lo descrive Whitaker. L’impressione è che si guardi al passato, dato che il futuro è poco promettente. Questo nonostante gli almeno 500 laboratori che avranno luogo nei cinque giorni dell’evento (leggi qui, sul sito ufficiale del Forum 2010, il programma in portoghese), molti dei quali sono comunque promossi da organizzazioni ‘di casa’, brasiliane. Di certo l’argomento crisi mondiale sarà trattato, e in un certo senso a Porto Alegre si era stati profeti in tal senso (il Fsm è nato come critica al sistema capitalistico, per “rompere il dominio del pensiero unico del Forum economico di Davos, secondo il quale non c’era altra alternativa al mercato come motore e regolatore dell’economia”, spiega Whitaker), ma che il mondo dei movimenti sia anch’esso in crisi e che sia andato scemando dopo le grandi manifestazioni che nulla hanno potuto contro il protrarsi della guerra in Iraq, è un dato di fatto. Per Whitaker, comunque, si può e si deve ripartire da una “maggior presa di coscienza nell’organizzazione e nei movimenti sociali sulla ricerca della loro unione”.
E l’Italia? Delle svariate decine di associazioni partecipanti negli anni precedenti, quelle attuali si contano in una, massimo due mani. Ci sarà l’Arci, con la dirigente Raffaella Bolini che parlerà alla sessione d’apertura del Seminario. Saranno presenti anche Monica di Sisto, vicepresidente di Fair e Anna Pizzo della rivista altermondialista Carta (che però sul sito oggi non parla del Fsm a parte riportare il comunicato della Fair). Poco altro. Sul sito della Tavola per la pace, impegnata a organizzare la prossima marcia Perugia-Assisi del 16 maggio 2020, non si parla di Porto Alegre. Addirittura dall’agenda del sito ufficiale di Vittorio Agnoletto, considerato da sempre il ‘portavoce’ italiano dei movimenti, non risulta che vi partecipi, nonostante, almeno lui, riporta online un po’ di notizie sul Fsm 2010.
Chi ci sarà sicuramente, saranno i nuovi lìder màximos sudamericani: dai già citati Morales e Lugo, al neoeletto in Uruguay, l’ex guerrigliero Pepe Nujica, passando dal sempre più contestato Hugo Chavez e terminando con il padrone di casa brasiliano Lula: ognuno di loro avrà a disposizione un momento in cui parlare davanti alla folla (“la presenza di governanti progressisti dipende da inviti diretti e l’intento non è di offrire palchi ma di organizzare un dialogo con loro”, sottolinea Whitaker). Una folla, però che, comincia già a rumoreggiare, per un motivo piuttosto valido: lo stesso Lula, all’indomani della sua apparizione al Forum sociale mondiale, volerà proprio a Davos, in quel Forum economico mondiale che del Fsm ne è l’antitesi. E c’è di più: il presidente brasiliano, a Davos, sarà anche premiato come miglior politico del 2009. Parossistico.
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