In sei anni, il numero dei giovani under 16 che assolvono l’obbligo di istruzione attraverso la formazione professionale si è quintuplicato, passando dai 30 mila ragazzi del 2003 ai 150mila del 2009. Le Acli tornano a criticare l’emendamento approvato ieri dalla Commissione lavoro della Camera dei deputati, che prevede la possibilità di assolvere l’obbligo di istruzione anche nel contratto di apprendistato, ribadendo i risultati ottenuti dalla formazione professionale contro la dispersione scolastica.
«È ben vero – riconosce Maurizio Drezzadore, responsabile del dipartimento Lavoro delle Acli – che sono quasi 130 mila in Italia i giovani al di sotto dei sedici anni che non frequentano né la scuola, né la formazione professionale, né si trovano in condizione lavorativa. Una piaga sociale che il paese stenta a superare. Ma come si è dimostrato in questi ultimi 6 anni, dopo l’avvio della sperimentazione dei percorsi triennali di formazione professionale, che dal 2006 concorrono anche all’assolvimento dell’obbligo, al crescere dell’offerta formativa si è andata fortemente contraendo la platea dei giovani in dispersione».
«Oggi – precisa Drezzadore – sono quasi 150 mila i giovani che assolvono all’obbligo attraverso la formazione professionale, quintuplicando l’utenza che nel 2003 era di soli 30 mila ragazzi. Nelle regioni in cui si è maggiormente investito in formazione e si è strutturato un sistema stabile e qualificato i risultati di forte contrazione della dispersione sono arrivarti. Il Veneto, il Piemonte, la Lombardia hanno fatto progressi rilevanti nel consentire l’accesso a questi percorsi di assolvimento dell’obbligo di istruzione. Nel Lazio, tra il 2003 e il 2007 la dispersione è calata dal 16 al 12 per cento».
«La strada giusta – conclude il responsabile Lavoro delle Acli – è quindi quella di aumentare l’offerta formativa. Eppure il governo ha ridotto del 16% lo stanziamento erogato per la formazione professionale. Non si capisce come le piccole e piccolissime aziende che oggi impiegano giovani in apprendistato e non riescono ad assolvere se non in minima parte (il 17%) il piccolo compito formativo previsto per legge (120 ore), possano domani assolvere un enorme compito formativo come l’assolvimento dell’obbligo scolastico, corrispondente a circa 1000 ore annue di formazione erogata dalle strutture accreditate».
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