Non profit

Raccolte fondi, “Agire” insieme adesso conviene

Esordio per il fundraising congiunto di 12 ong

di Maurizio Regosa

«I fondi donati sono già eleggibili per la spesa, poi Agire penserà ai rimborsi», spiega il direttore dell’ Agenzia itaiana per la risposta alle emergenze Martedì 12 gennaio, la catastrofe. Nella notte le prime valutazioni, mercoledì mattina un ulteriore confronto e la decisione di lanciare la raccolta fondi di Agire (a cui aderiscono ActionAid, Amref, Cesvi, Cisp, Coopi, Cosv, Gvc, Intersos, Save the Children, Terre des homes, Vis e WWF). «Nel frattempo diverse nostre ong avevano già deciso di muoversi», premette Marco Bertotto, direttore dell’Agenzia italiana per la risposta alle emergenze.
Vita: Un milione al giorno. Vi aspettavate una risposta simile?
Marco Bertotto: Sì. Gli italiani sono generosi in queste situazioni. La cifra ancora non è proporzionata alle reali esigenze ma oggi le ong riescono a mobilitare più risorse del governo.
Vita: Un vero salto di qualità…
Bertotto: Agire è nata anche da un principio: le ong che lavorano con fondi raccolti dai cittadini sono più indipendenti e, nell’emergenza soprattutto, l’indipendenza e la coerenza dei principi umanitari sono molto importanti. Rispondiamo ai donatori sapendo che abbiamo di fronte mesi e anni di lavoro per restituire la fiducia che gli italiani ci hanno dato. Lo facciamo da ong: un’ulteriore garanzia.
Vita: Non tutte le vostre organizzazioni avevano progetti ad Haiti…
Bertotto: Alcune hanno una presenza accreditata e stabile da molti anni e una capacità logistica di alto livello: Save the Children, ActionAid, Cesvi, Terre des Hommes per esempio. Altre hanno iniziative in corso attraverso partner locali. È il caso di Coopi con Rapido, un ong peruviana.
Vita: In pratica cosa fa Agire?
Bertotto: Funziona da catalizzatore. A nome delle organizzazioni lancia l’appello avendo costruito una rete con i telefonici, i mezzi di comunicazione, il ministero degli Esteri. La carta vincente è l’attenzione alla modalità di gestione dei fondi raccolti e la rendicontazione dell’uso delle risorse.
Vita: Secondo quale meccanismo?
Bertotto: Entro la metà di febbraio, le organizzazioni presenteranno i loro programmi, che comprenderanno sia le attività di pronta emergenza già realizzate, sia interventi di ricostruzione da gestire in un secondo tempo. Una volta approvato un programma, con il coinvolgimento del nostro Comitato etico, viene sottoscritto un accordo: l’ong realizzerà i suoi interventi, li rendiconterà e, sulla base dell’avanzamento dei lavori, riceverà via via i soldi.
Vita: All’insegna della trasparenza…
Bertotto: Seguiamo una procedura conforme, lievemente semplificata, a quella di Echo, l’ufficio della Commissione europea per gli aiuti umanitari. C’è poi un iter di rendicontazione contenuto nel nostro manuale operativo.
Vita: Ma i fondi vengono divisi in parti uguali?
Bertotto: Al momento ognuna delle nove organizzazioni che ha aderito all’appello riceverà un nono dei fondi. C’è però una valutazione sulla base dei progetti: con il Comitato etico e le stesse ong associate arriveremo ad una adeguata ripartizione dei fondi, tenendo in considerazione la reale capacità d’intervento e la possibilità che ci siano iniziative consortili.
Vita: Agire ha dei costi?
Bertotto: Solo il 5% delle somme raccolte può essere utilizzato per la campagna. È previsto poi un 1%, una quota che ridurremo, destinato a rendicontazione, monitoraggio e valutazione.
Vita: Come avviene la valutazione?
Bertotto: Il Comitato etico incaricherà esperti esterni di fare un rapporto indipendente. Saranno effettuati monitoraggi intermedi e missioni periodiche. La rendicontazione completa sarà corredata da un audit di bilancio di progetto fatta da una società di revisione iscritta all’albo.
Vita: Quali progetti saranno possibili con questi fondi?
Bertotto: Adesso le ong stanno cercando di dare i primi soccorsi. Ognuna partendo dal progetto che aveva. Non escludiamo ci possano essere forme di collaborazione inter-agenzia.
Vita: Sarebbe un ulteriore salto di qualità?
Bertotto: Avviene già. Per esempio una ong sta facendo una cordata con altre per fare un convoglio insieme.
Vita: Dunque ancora non ci sono progetti specifici…
Bertotto: Non sarebbe serio se le ong dicessero oggi: «Il mio progetto è questo». Sono tutte impegnate a coordinarsi in loco con l’Onu. Stanno già acquisendo materiali e dispiegando personale: una buona parte dei fondi di Agire sono già spesi.
Vita: Quando questi fondi arriveranno in Haiti?
Bertotto: Sono già lì. Dal lancio dell’appello, i fondi sono eleggibili alla spesa. Poi Agire penserà ai rimborsi.

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