Sostenibilità

Luis e gli altri, quelli che insieme alla canna di zucchero coltivano lo sviluppo

Focus Fairtrade

di Redazione

Luis, 48 anni, vive in Paraguay. Ha coltivato canna da zucchero per tutta la vita e la sua terra è appartenuta alla sua famiglia per generazioni. Da bambino guardava il padre lavorare nei campi e quando è cresciuto lo ha aiutato. Oltre alla canna da zucchero coltiva anche fagioli, frumento, yucca, ananas e arachidi. Per riuscire a mandare a scuola tutti i suoi quattro figli, il padre lavorava come muratore e la madre come sarta.
Quando il padre si è ammalato durante il primo anno di università di Luis, è stato lui a occuparsi dei campi. C’erano periodi in cui la canna non produceva abbastanza reddito, così Luis ha imparato a fare il calzolaio e a lavorare la pelle; oggi ha un piccolo negozio di fianco a casa di cui si occupano i suoi figli, quando possono. Sua moglie lavora come insegnante, così il denaro che guadagnano è sufficiente a mandare tutti e quattro i loro figli a scuola.
Luis è entrato a far parte della cooperativa Manduvirá nel 1980. È sempre stato un membro attivo, prestando servizio in diverse commissioni ed è stato eletto presidente tre anni fa. La cooperativa Manduvirá ora ha 31 anni. Ad un certo punto il numero di membri è sceso a 190, ma l’attenzione nella produzione di canna da zucchero e gli sviluppi del commercio equo hanno ravvivato l’interesse con un aumento degli associati dai 300 nel 2003 ai 1.200 di oggi.
Manduvirá ha ottenuto la certificazione da Fairtrade Labelling Organisation International (FLO) nel 1999 e un paio d’anni dopo ha cominciato a vendere al circuito del commercio equo. «II 50% del premium è attualmente distribuito sotto forma di denaro contante ai produttori e molti di loro lo usano per ristrutturare le loro case e installare l’impianto per l’acqua corrente», racconta Luis. «Altri lo usano per comprare testi scolastici e uniformi per i loro figli, perché, anche se la scuola è gratuita, l’essenziale, però non lo è». Il rimanente 50% del premium è usato per progetti come il centro sanitario, attrezzature per la coltivazione e formazione.
L’aumento del raccolto, la comprensione dei meccanismi del commercio equo e la consapevolezza di cosa significa essere una cooperativa stanno spronando i produttori a fare sempre di più. «Grazie a Fairtrade il prezzo della produzione è sufficiente a far rimanere i coltivatori nelle loro terre invece che essere costretti a spostarsi verso la capitale».
www.equo.it


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