Famiglia

Avib: «entro il 2010, apriremo quattro case famiglia»

Parte la cooperazione Italia-Bielorussia per la chiusura degli internat. Partnership anche dell'Istituto degli Innocenti

di Sara De Carli

Entro il 2010 l’Avib realizzerà in Bielorussia almeno 4 case-famiglia, di cui 2 nella regione di Brestkaya. È in questo modo che l’Italia intende dare il suo contributo di know how all’obiettivo dichiarato da Minsk: chiudere gli orfanostrofi e dare una casa e una famiglia a ogni bambino. La Presidenza AVIB sta preparando con le autorità bielorusse il primo convegno organizzativo per questo importante progetto di cooperazione, che si svolgerà a Brest per l’ultima settimana di febbraio 2010. Il “modello italiano” tuttavia è già stato presentato a giugno 2009 e approfondito negli incontri di novembre 2009,  ottenendo un grande interesse e disponibilità.

Sono coinvolti ormai anche operativamente i dirigenti dell’istruzione della regione di Brest (responsabile il direttore regionale  Tikonchiuc), mentre è prossima l’apertura di una nuova collaborazione anche con la regione di Vitebsk. Ma nei prossimi mesi è prevista l’apertura di collaborazioni con tutte le regioni di Belarus.

Il modello di cooperazione prevede:

  1. Co-finanziamento della sede fisica della casa-famiglia: acquisto della casa, o restauro, arredamenti dell’abitazione, strutture varie di servizio con un contributo lordo a metà da parte dell’associazione italiana che si impegna a realizzarla. Le case famiglia e gli arredi resteranno di proprietà bielorussa, ma in usufrutto della struttura nata con l’associazione italiana co-finanziante per periodi di 5 anni rinnovabili.
  2. Co-finanziamento annuale della vita nella casa famiglia: ogni associazione italiana che realizza il co-finanziamento iniziale si impegna a contribuire per le spese di vita dei bambini nella casa-famiglia per una quota annua/bambino da concordare, comprendente le spese per il personale.
  3. Co-educazione dei bambini accolti nelle case-famiglia: ogni associazione italiana che realizza il co-finanziamento stipula un “patto educativo” con gli operatori della casa-famiglia e le autorità bielorusse in modo che i soggiorni di risanamento in Italia siano garantiti sempre agli stessi bambini con continuità verso l’Italia e l’associazione partner, caratteristiche educative di qualità, utili a non creare rotture e problemi nell’evoluzione educativa dei bambini ospitati, ma anzi garantendo armonia ed opportunità educative e sociali coordinate tra Bielorussia e Italia.
  4. Individuazione zone di realizzazione delle case famiglia e dei bambini da accogliere: è di competenza delle autorità bielorusse, ma è stata condivisa la scelta di  co-progettare con le associazioni i bambini da inserire,  partendo da internati in cui le associazioni già operano, gli operatori da inserire, ecc… In ogni caso sarebbe preferibile mettere insieme fratelli e sorelle.
  5. Formazione del personale, assistenza pedagogica.  L’AVIB ha ottenuto la   collaborazione scientifica all’Istituto degli Innocenti di Firenze, sede internazionale dell’UNESCO in Italia. L’Istituto è il più grande esperto di ragazzi orfani e di interventi di realizzazione di alternative agli internati. Ci offrirà consulenza, monitoraggio, formazione agli operatori delle case-famiglia, sia in Belarus che in Italia, in partnership con l’assistenza prevista dai servizi sociali bielorussi.
  6. Regole educative comuni per tutte le case-famiglia: si sono condivise alcune regole essenziali per tutte le nostre esperienze di case-famiglia, da precisare negli accordi.

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