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Armi: Epifani scende in campo a difesa della 185

Con una lettera Epifani chiede ai gruppi parlamentari di "modificare il disegno di legge d'iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa

di Paul Ricard

La segreteria nazionale della Cgil, con una lettera di Guglielmo Epifani ai gruppi parlamentari di Camera e Senato, chiede ai membri del Parlamento di “modificare radicalmente il disegno di legge d’iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa”, attualmente in discussione al Senato, che “costituisce un pericoloso passo indietro per la pace e la giustizia”. E contestualmente invita “tutti i parlamentari ad attivarsi affinche’ l’Italia si faccia promotrice, a livello internazionale, di un’iniziativa volta a una maggiore severita’ nel controllo del commercio di armi, a un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti e a raggiungere una piu’ avanzata normativa europea”. Il testo della lettera La Segreteria nazionale della CGIL ricordando che così come esplicitato nell?art.1 della legge 185/90 che regola il commercio delle armi, la Costituzione Repubblicana all?art.11 ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali Visto che

  • il Senato italiano sta discutendo un disegno di legge d?iniziativa governativa (Atto Camera 1927) in materia di industria della difesa;
  • il progetto prevede la ratifica dell?accordo quadro sottoscritto dall?Italia e da altri cinque Paesi europei il 27 luglio 2000 a Fansbourough, per ?facilitare la ristrutturazione e le attività dell?industria europea per la difesa? ed è stato già licenziato dalla Camera dei Deputati in data 26 giugno 2002;
  • tale accordo imporrebbe il ?tempestivo adeguamento della nostra normativa? e, infatti, 10 dei 14 articoli che compongono il testo proposto sono volti a modificare la legge n. 185 del 1990 che disciplina attualmente l?import-export di armi nel nostro Paese;
  • l?attuale normativa, infatti, vieta l?esportazione di armi italiane a ?Paesi in stato di conflitto armato; Paesi la cui politica contrasti con i principi dell?art.11 della Costituzione; Paesi nei cui confronti sia stato dichiarato l?embargo totale o parziale delle forniture belliche da parte dell?ONU; Paesi i cui governi sono responsabili di accertate violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti dell?uomo; Paesi che, ricevendo dall?Italia aiuti ai sensi della legge 26 febbraio 1987, n. 49, destinino al proprio bilancio militare risorse eccedenti le esigenze di difesa del paese;
  • la novità più rilevante è costituita dall?introduzione di un nuovo tipo di autorizzazione per il commercio delle armi, la ?licenza globale di progetto?, riferita ai programmi intergovernativi o industriali congiunti ai quali le imprese partecipano e ai quali non si applicheranno più le norme sulle trattative contrattuali, rendendo meno trasparenti e controllabili tutte le operazioni;
  • le norme sulle attività bancarie relative a questo nuovo tipo di ?licenza globale? verranno modificate, non essendo più notificate al Ministero del Tesoro e da questo autorizzate, e non comparendo più nello specifico capitolo dell?annuale Relazione al Parlamento;
  • la legge 185/90 è una legge ritenuta da tutti ?severa e rigorosa?, che ha fatto del nostro Paese uno dei più avanzati al mondo per aver provveduto a regolare il commercio delle armi nel rispetto dei diritti umani, della promozione della pace e della trasparenza (ricordiamo che quella legge fu ottenuta grazie all?impegno tenace della Campagna ?Contro i mercanti di morte? promossa da Arci, ACLI, MLAL Mani Tesi, Missione Oggi, Pax Christi);
  • anche il riferimento al ?Codice di condotta dell?Unione Europea per le esportazioni di armi? (che non è assolutamente vincolante) costringerebbe l?Italia a rinunciare alla propria normativa nazionale che in questo verrebbe peggiorata; considerato inoltre che l?eventuale approvazione del ddl 1927 determinerebbe un pericoloso allentamento dei controlli e delle procedure a garanzia della trasparenza della vendita di armi proprio in un momento in cui forte è l?esigenza di combattere i rischi legati al terrorismo internazionale e a ricercare le strade del dialogo tra i popoli; chiede ai membri del Parlamento di modificare radicalmente tale disegno di legge che costituisce un pericoloso passo indietro per la pace e la giustizia; invita tutti i Parlamentari ad attivarsi affinché l?Italia si faccia promotrice, a livello internazionale, di un?iniziativa volta a una maggiore severità nel controllo del commercio di armi, ad un maggiore impegno nella prevenzione dei conflitti e volta a raggiungere una più avanzata normativa europea. Guglielmo Epifani Segretario Generale CGIL

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