Non profit

Ecco il fondo che aiuta i Paesi poveri

Dialogue investe in progetti di microfinanza

di Redazione

Investire nel sociale nei Paesi in via di sviluppo. E garantirsi un discreto rendimento. Da novembre è possibile anche in Italia. La Consob ha infatti autorizzato Community Investing Fund, una sicav di diritto lussemburghese, a distribuire i suoi prodotti nella Penisola alla clientela retail. Si tratta del primo fondo d’investimento etico, armonizzato Ue, che punta fino al 40% dei suoi asset in progetti di microfinanza nell’Est Europa e anche in Africa e nell’area del Mediterraneo. Il restante 60% è ripartito in obbligazioni internazionali emesse da istituzioni sovranazionali con un rating AAA. Il tutto è certificato dall’ethical advisor Carità Politica, associazione laica di diritto pontificio. La soglia d’ingresso è di 5mila euro. E ad oggi il comparto Dialogue, questo è il nome del prodotto, ha raccolto 10 milioni di euro. Spiega Maria Bietolini (nella foto), marketing manager di Community Investing Fund: «Vogliamo offrire alla clientela retail un prodotto di alto impatto sociale con basso rischio e un rendimento giusto, circa l’1% del ritorno di un fondo obbligazionario. Nessuna speculazione, ma supporto concreto allo sviluppo economico dei Paesi poveri». La microfinanza, a dispetto della crisi economico-finanziaria, continua a viaggiare a tassi di crescita a doppia cifra. Anche nel 2009 ha registrato un incremento del 29%, aumentando i fondi fino a 103 veicoli finanziari con una massa amministrata pari a 10 miliardi di dollari. In Italia però l’offerta latita. E spesso i fondi a disposizione sono destinati a investitori istituzionali o comunque a privati con grandi portafogli. «La crisi è una grande opportunità per cambiare volto alla finanza», dice Maria Bietolini, «perciò abbiamo lavorato per creare un prodotto destinato anche ai piccoli risparmiatori». Community Investing Fund è una sicav nata a metà 2008, poco prima che lo tsunami finanziario travolgesse i listini finanziari e il mondo economico. I soci sono operatori finanziari, consulenti, liberi professionisti.
Con l’obiettivo di una finanza piccola, ma con grandi ambizioni.Come spiega la manager: «Proporre agli investitori, sia istituzionali che privati, di investire parte dei propri asset in microfinanza è un invito ad andare oltre la logica della beneficenza, in un’ottica di “do ut des” che possa avere un impatto a lungo termine».
Per rispondere alle finalità etiche che il fondo si propone, la sicav non prevede commissioni di performance e di sottoscrizione per i clienti. Ma solo una management fee pari allo 0,95%, di cui lo 0,20% è destinato all’ethical advisor Carità Politica e lo 0,75% ad arc Asset Management, società di gestione della sicav.

Si può usare la Carta docente per abbonarsi a VITA?

Certo che sì! Basta emettere un buono sulla piattaforma del ministero del valore dell’abbonamento che si intende acquistare (1 anno carta + digital a 80€ o 1 anno digital a 60€) e inviarci il codice del buono a abbonamenti@vita.it