Mondo

Decreti razzisti, la parola alla Cassazione

Traguardo di AiBi: la Procura Generale della Repubblica ha accolto un esposto dell'ente contro un'idoneità mirata verso l'etnia di un bambino da parte del Tribunale di Catania

di Benedetta Verrini

Importante traguardo di AiBi sul fronte dei cosiddetti “decreti razzisti”: come riportato sul sito dell’associazione, la Procura Generale della Repubblica ha accolto l’esposto di AiBi contro un decreto d’idoneità emesso il 12 giugno 2009 dal Tribunale per i Minorenni di Catania, che aveva ritenuto idonea all’adozione una coppia nonostante questa si fosse dichiarata non disponibile ad accogliere bambini “di pelle scura o diversa da quella tipica europea”.

Purtroppo la prassi dei decreti “mirati” – più o meno radicali riguardo alla “tipologia” del bambino da adottare – non è nuova né infrequente presso i tribunali italiani.

Nei primi sei mesi del 2009 sono anzi aumentati: il 26,5% dei futuri genitori, secondo la statistica Cai, ha ottenuto dal Tribunale di scegliere etnia, paese di provenienza, sesso, stato di salute ed età (in genere 0-3 anni) del minore da adottare.

La decisione della Procura Generale della Repubblica di accogliere l’esposto dell’associazione – che aveva denunciato il grave problema al Ministero della Giustizia, al Ministero delle pari Opportunità e alla stessa Commissione per le Adozioni internazionali – significa che ora la questione passerà alla Suprema Corte di Cassazione.

Il massimo organo amministrativo dovrà ora esprimere una pronuncia sulla corretta interpretazione dell’art. 30 comma 2 della legge 184, nella parte in cui dice che il decreto d’idoneità “contiene anche indicazioni per favorire il migliore incontro tra gli aspiranti all’adozione e il minore da adottare”. Spetterà alla Corte di Cassazione emanare una sentenza su come effettivamente la norma dovrà essere interpretata e applicata dai Tribunali per i minorenni.

In allegato il testo dell’esposto AiBi con le argomentazioni che hanno convinto la Procura Generale a richiedere una sentenza.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.