Economia

Decolla la più grande rete del mondo

Promossa da nove paesi europei

di Lorenzo Alvaro

Una rete elettrica dedicata alle rinnovabili. È la più grande e ambiziosa infrastruttura dedicata alle rinnovabili in tutto il mondo. Passerà sotto il Mar del Nord per sfruttare appieno il potenziale delle fonti rinnovabili in Europa: è il progetto di nove paesi europei, che punta a collegare tra loro le principali centrali per la generazione di energia verde del continente. La stanno progettando – e firmeranno un accordo entro il mese di gennaio – nove Paesi europei: Germania, Gran Bretagna, Francia, Olanda, Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Svezia e Irlanda. Secondo quanto scrive oggi il quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung, i nove paesi stanno pensando a un progetto da 30 miliardi di euro che getterebbe le basi per un ulteriore sfruttamento dell’energia rinnovabile in Europa di fronte alle sfide del cambiamento climatico.
Come funzionerà la maxi-rete. Il network sarà composto da migliaia e migliaia di chilometri di cavi sottomarini: l’opera, imponente sia in termini geografici che geo-politici, costerà secondo le valutazioni odierne circa 30 miliardi di euro. La rete di cavi ad alta tensione, riporta il giornale, collegherà i parchi eolici che si trovano lungo le coste della Germania e della Gran Bretagna con le centrali idroelettriche di Norvegia, Belgio e Danimarca ed i parchi eolici e gli impianti solari di altri paesi Ue. In questo modo, entro 10 anni si potrà distribuire questa energia rinnovabile ad una vasta parte dell’Europa, scrive il quotidiano.
I rappresentanti dei nove paesi si riuniranno per la prima volta il 9 febbraio prossimo con l’obiettivo di firmare una lettera di intenti entro l’autunno. Nel frattempo, ha confermato al giornale un portavoce del ministero dell’Economia tedesco, questo mese ci sarà una serie di incontri per definire i dettagli del progetto.
Come riferisce il sito Terra.it, unico neo, «la mancanza di una visione multilaterale. Sono fuori tutti i Paesi mediterranei, non solo l’Italia che sulle rinnovabili si muove in ordine sparso e in maniera scollegata dalla volontà politica del governo ma anche la molto più presente Spagna. E manca, inutile dirlo, l’Europa: dunque, una buona notizia sul campo ambientale, meno buona su quello della governante ecologica del continente.Per non parlare del resto del pianeta». 


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