Non profit

Favelas e hotel di lusso Il diluvio annulla le barriere

Un'alluvione uccide oltre 100 persone e svela le fragilità della potenza emergente

di Paolo Manzo

Nessun piano regolatore, baraccopoli sui margini
di colline franose, resort
che spuntano come funghi.
E una protezione civile
che cede il passo
alle esigenze turisticheIl lutto al posto delle feste di inizio anno. Capita in Brasile. Le vittime delle alluvioni che hanno colpito il Paese negli ultimi giorni dell’anno sono state più di cento. Eppure si è trattato di una strage annunciata. Già due anni fa, nello stato meridionale di Santa Catarina do Sul le scene erano state più o meno le stesse. Da allora non solo nulla è cambiato ma anzi la situazione generale sembra essere peggiorata. A cominciare dall’assenza ormai cronica di qualsiasi piano regolatore che monitori e impedisca la costruzione di case ed alberghi in zone a rischio idrogeologico. Per non parlare, poi, dell’incapacità, già denunciata dai media locali, della Protezione civile brasiliana nel prevenire i disastri, con misure per esempio di evacuazione.
Il caso dell’hotel di lusso letteralmente sepolto da una frana a Capodanno è esemplare: il resort era stato costruito sotto una collina priva di qualsiasi rete o muro di protezione, senza terrazzamenti né misure atte a convogliare le acque delle piogge in canali di scolo.
La furia del maltempo di inizio anno ha colpito indistintamente sia zone ricche che povere del Paese, da Angra dos Reis, la Portofino verde-oro, ad una decina di favelas di Rio de Janeiro e San Paolo. Ricchi e poveri accomunati da una morte assurda a causa di un «abusivismo edilizio che grida vendetta», spiega Maria Osania da Silva, volontaria di Greenpeace Brasil. «Nelle periferie delle grandi metropoli brasiliane non esiste né un catasto né una valutazione dei rischi idrogeologici per gli insediamenti delle comunità», spiega Alfonso Longo, ingegnere civile che da anni si batte con l’associazione di cittadini del quartiere Mooca di San Paolo per la riqualificazione di aree urbane “a rischio”. «L’unica cosa che sanno fare i nostri politici è inviare esercito, protezione civile e pompieri dopo i disastri ma la prevenzione non esiste». Negli ultimi giorni anche le televisioni brasiliane hanno iniziato a mettere sotto accusa la mancanza di controllo nei piani regolatori delle aree colpite, dove case e hotel spuntano come funghi.
Gli esperti della Protezione civile brasiliana sono consapevoli che nella maggior parte del Paese «solo un’abitazione su dieci è costruita a norma» e che la situazione è addirittura «peggiore nelle favelas» che, di solito, sono costruite sui crinali dei morros, le tipiche colline che fanno da cornice alla maggior parte delle città costiere brasiliane. Ciononostante non hanno una forza di intervento rapido per prevenire le catastrofi. Anzi, gli allarmi meteo, spiega un dirigente di Greenpeace Brasil che preferisce mantenere l’anonimato, soprattutto quando si tratta di periodi di vacanze come questo sono addirittura «passati sotto silenzio per timore che il flusso turistico ne possa risentire».

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