Non profit

Inflazione giù, spesa pubblica su

Dati preoccupanti per i conti dell'Italia in crisi

di Franco Bomprezzi

L’inflazione più bassa degli ultimi cinquant’anni potrebbe sembrare una  buona notizia per le famiglie, ma i giornali non sono concordi nel commentare il dato dell’Istat. I prezzi aumentati solo dello 0,8 per cento nel 2009 sono infatti anche il segnale evidente degli effetti della crisi sui consumi degli italiani, mentre un altro dato è sicuramente allarmante, l’aumento, ormai, certo del deficit della spesa pubblica, compensato in parte dalle entrate dello scudo fiscale. Un inizio di anno congelato per l’economia italiana.

“Inflazione giù come nel ‘59. Peggiorano i conti pubblici” titola il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina. I servizi interni coprono le pagine 8 e 9. il 2009 ha fatto registrare l’inflazione più bassa da 50 anni a questa parte. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato nei 12 mesi scorsi del 2009 una variazione del +0,8%, segnando un record dal 1959 quando fu pari a -0,4%. Nel 2008, invece, l’inflazione era salita del 3,3%. L’Istat aggiunge che anche l’indice Ipca – quello usato in sede Ue – ha registrato un aumento dello 0,8% rispetto al 3,5% del 2008. Sale invece il fabbisogno del settore statale a 85,9 miliardi di euro, un dato che dovrebbe confermare la previsione del governo di un deficit pubblico al 5,3% e il debito al 115% del prodotto lordo. Fin dal titolo di pag. 8 il CORRIERE sceglie di mettere in evidenza la bontà del recente scudo fiscale: “Inflazione ai minimi da 50 anni. Fabbisogno su, ma lo scudo aiuta”. Intanto Mario Sensini nel suo pezzo prevede un’ondata di rincari: «Secondo l’Isae l’indice dei prezzi a causa dell’inflazione nel prossimo anno salirà dell’1,7%», mentre «per il ministro Scajola dopo il controllo sui pastai ora scatteranno anche quelli su altri settori». Massimo Fracaro avverte che “Per i pensionati scattano gli aumenti invisibili”: «per centinaia di migliaia di titolari del trattamento minimo aumento di tre euro al mese». Intanto cresce anche l’ammontare dei crediti di difficile restituzione e il quotidiano milanese titola a pag 9: “Le famiglie e le imprese fanno i conti in banca: meno prestiti, più debiti”.

LA REPUBBLICA punta sull’economia: “Inflazione mai così bassa. Boom del deficit: 86 miliardi”. Il livello dell’inflazione nel corso del 2009 è il più basso degli ultimi 50 anni, vola però il fabbisogno cresciuto di un terzo rispetto al 2008. Il dato sull’inflazione è però da considerare valutando anche le spinte inflattive dell’inizio del 2010: «la dinamica dei prezzi potrebbe registrare nuovi aumenti» avverte l’Isae. Soddisfatto il ministro Scajola secondo il quale «il potere d’acquisto dei cittadini non è stato penalizzato dalla crisi e, anzi, in molti casi è aumentato». Occorrerà vigilare, ammette comunque il ministro, per evitare le speculazioni. Diverso il parere dei consumatori che non ritengono credibile lo 0,8%. Roberto Mania spiega però che la situazione odierna non è paragonabile al 1959, anno in cui si registrò un livello analogo di inflazione e che segnò l’avvio del boom. «Le cause di una inflazione così bassa sono totalmente diverse. Nel ’59 i prezzi delle materie prime segnavano calma piatta, oggi l’inflazione allo 0,8% è segno della crisi» che ha gelato i consumi, rattrappito la produzione, generato disoccupazione, bloccando l’inflazione. Va malissimo invece per i conti pubblici: il fabbisogno, arrivato a quota 85,9 miliardi, è il più alto da quando l’Italia è entrata nell’euro. Mentre la finanziaria ha messo in campo risorse per soli 9 miliardi, la spesa corrente è cresciuta di circa 20 miliardi in più rispetto alle previsioni e il debito pubblico è salito al 115,1%. 

L’inflazione è l’apertura della pagina economica de IL GIORNALE. Il pezzo mette in evidenza le opposte  dichiarazioni. Quelle del ministro Scajola che dice: «è una conferma della severità della crisi ma anche del fatto che il potere d’acquisto dei cittadini non è stato penalizzato e in molti casi è aumentato». Il Codacons ribatte: «Il tasso d’inflazione avrebbe dovuto essere addirittura negativo». Federconsumatori e Adusbef dal canto loro sottolineano: «l’inflazione allo 0,8% equivale a un ulteriore aggravio di 240 euro annui a famiglia». Il tenore delle previsioni è abbastanza scontato e tutti a dire che risalirà. Lo fa l’Isae che dà colpa ai rincari già previsti per gas, canone rai, autostrade. Lo Fa il Cern che allarga la visione ad uno scenario internazionale dove la risalita dell’inflazione ci sarà come conseguenza delle politiche anticrisi partite alla fine del 2008. E proprio per la crisi cresce il bisogno  di risorse finanziarie da parte dello Stato. Per IL GIORNALE 85,9 miliardi, 31,6 in più rispetto al 2008. 

Il MANIFESTO dà spazio in prima pagina alla notizia col titolo “L’inflazione più bassa dal ’59, ma non è una buona notizia”. L’articolo, in taglio basso a pagina 7, a firma di Francesco Piccioni sottolinea come «l’Istat segna +0.8% nel 2009: è colpa della crisi». Il giornalista fa il quadro della situazione dicendo che «i prezzi si sono fermati a causa della seria diminuzione dei consumi» il che è molto negativo e sconfessa «la propaganda del ministro Scajola, secondo cui questo significa che i cittadini “non hanno perso potere d’acquisto”. No hanno semplicemente perso il lavoro o il reddito (i cassintegrati percepiscono assai meno di un livello vitale decente)». 

“Prezzi mai così freddi dal 1959” è il titolo di apertura del SOLE24ORE sull’inflazione, che dalla prima pagina continua alla 15. Nel complesso dell’anno 2009, il tasso di inflazione è il più basso in Italia da 50 anni a questa parte. L’indice dei prezzi al consumo ha registrato nell’anno appena concluso una variazione del +0,8%, segnando un record dal 1959 quando è stata pari a -0,4 per cento. Nel 2008, invece, l’inflazione era salita al 3,3 per cento. A corredo dei numeri, un bell’infografico su «Cinquant’anni di prezzi», a partire dalla Fiat 500 che nel ‘59 costava 435mila lire, pari a circa 5500 euro, mentre oggi la Panda ne costa circa 9000; impressionante l’aumento dei biglietto del cinema, che 50 anni fa costava l’equivalente di 1,94 euro (156 lire di allora) mentre oggi siamo a 7,50; è calato invece in proporzione il prezzo della pasta, che è passata dai 2,49 euro al kg del 1959 (le 200 lire di allora) all’1,47 di oggi.

“Il tasso d’inflazione è ai minimi da cinquant’anni”. E  non c’era bisogno dei numeri ufficiali dell’Istat. Secondo il pezzo molto provocatorio di ITALIA  OGGI, che l’inflazione fosse bassa lo dimostrano le code davanti ai negozi e le vacanze  che gli italiani si stanno godendo in questi giorni «contraddicendo in mondo clamoroso i profeti e i notai di sventura che ripetono ostinatamente che siamo nel pieno della crisi economica». Ma non sono solo gli economisti gufi ed essere nel mirino del pezzo. Le dichiarazioni di guerra al terrorismo fatte da Obama alla cerimonia della consegna del nobel «hanno sorpreso gli osservatori più superficiali e gettato nello sconforto i pacifisti di professione, eredi diretti della filosofia dell’appeasement». Nel mirino anche i sostenitori del riscaldamento globale. «Il freddo boia di questi giorni» si legge nel pezzo «smentisce i disastrologi di professione: quelli che denunciano il surriscaldamento del pianeta attribuendone la colpa al genere umano, con il dito puntato soprattutto contro i paesi ricchi e dissoluti, afflitti dal morbo del consumismo». E come ricorda il pezzo, «i catastrofisti più incalliti non possono aggrapparsi neppure alle profezie dei Maya: secondo le quali nel 2012 il mondo è destinato a scomparire». 

Inflazione ai minimi da 50 anni, con un +0,8%, più simile al –0,4% del 1959 che al +3,3% del 2008. «C’è da sperare che sia beneaugurante», scrive AVVENIRE, «visto che il 1959 fu l’ultimo caso di deflazione registrata nel paese, in coincidenza con l’avvio del boom economico». Tuttavia i commentatori segnalano che l’inflazione non è poi così bassa come avrebbe dovuto essere in tempi di crisi e che con la «ripresina» i prezzi stanno già salendo. Così «la festa» per l’inflazione tornata al livello degli anni 50 non è destinata a durare a lungo.

“Inflazione 0,8%. Mai così bassa da 50 anni” è il titolo del richiamo in prima pagina. All’interno, LA STAMPA affronta i temi economici a partire da due spunti: i dati Istat e il messaggio dell’Angelus del Papa che ha invitato a diffidare delle previsioni, anche degli economisti. Parla di previsioni il pezzo di apertura: la stagnazione potrebbe non durare molto, secondo gli economisti, e l’Isae (l’Istituto congiunturale del governo) avverte che all’inizio del 2010 la dinamica inflazionistica potrebbe registrare una nuova risalita, anche tenuto conto dei rincari già previsti per tariffe del gas, canone Rai e autostrade. Già a dicembre si sono segnalati aumenti molto forti per i trasporti ferroviari (+11,9 per le Fs).  Se i tassi per il momento scendono, l’altro lato della medaglia è che i prestiti, sia alle famiglie che alle imprese sono diminuiti, secondo il rapporto della Banca di Italia analizzato in un pezzo di retroscena da LA STAMPA. Accanto alla pagina sull’inflazione, LA STAMPA dà voce agli economisti a partire dal messaggio del Papa: “Diffidare degli economisti?” è il titolo. «Il Papa li associa ai maghi» si legge nel sommario «Tremonti accusa gli “stregoni della finanza”. E sulla categoria pesa un pregiudizio: non hanno visto arrivare la crisi». Stefano Zamagni, docente di economia a Bologna, dice che in Italia è mancata l’autocritica (che invece c’è stata negli Usa) nei confronti di alcuni modelli economici che si basavano sull’idea che la massa di transazioni finanziarie sarebbe potuta crescere a dismisura. Il Papa, dice Zamagni, critica chi assume come presupposto antropologico l’idea che l’egoismo paga. Secondo Alberto Bisin, docente di Economia per la New York University, «l’accostamento tra maghi ed economisti non è letteralmente nelle parole del Papa» e dice che nelle previsioni degli economisti non c’è certezza, ciò però non significa che siano inutili. 

E inoltre sui giornali di oggi: 

ISLAM E SARTORI
CORRIERE DELLA SERA – In prima pagina Giovanni Sartori risponde alle tante critiche che gli sono piovute addosso dopo il suo editoriale del 20 dicembre sulla difficoltà di integrare i musulmani. In particolare se la prende con Tito Boeri. «In verità», scrive il politologo, «il mio articolo si limitava a ricordare che gli islamici non si sono mai integrati, nel corso sei secoli in nessuna società non islamica» e non quindi «che gli immigrati di fede islamica non sono integrabili nel nostro tessuto sociale» come, dice Sartori, riportato da Tito Boeri, fra i primi a replicare all’articolo del 20/12. 

‘NDRANGHETA
LA REPUBBLICA – “La ‘ndrangheta e la svolta del tritolo così l’altra mafia ha scelto la guerra”. Secondo l’autore, Roberto Saviano, l’esplosione alla procura di Reggio Calabria è solo l’inizio di un confronto: se volessero le cosche potrebbero far saltare in aria la città. Ma stavolta non volevano colpire duramente, solo dare inizio a un confronto militare. Un messaggio al quale occorre rispondere subito e duramente sostiene lo scrittore: va evitato l’errore di lasciarli passare come un generico assalto alle istituzioni. «Questo governo agisce soprattutto a livello di ordine pubblico. In primo luogo, con gli arresti, che diventano l’unica prova dell’efficacia della lotta alla mafia. Ma l’esecutivo non ha mai approntato strumenti per colpire il punto nevralgico delle organizzazioni criminali, la loro forza economica. Sì certo i sequestri di beni ci sono, ma i sequestri dei beni materiali sono il risultato di imprese che invece ancora proliferano e di un sistema economico che non è stato affatto aggredito. Sul piano legislativo sarebbe gravissimo reimmettere all’asta i beni dei mafiosi. Li acquisterebbero di nuovo».

GATTUSO E SUD
CORRIERE DELLA SERA – «Il mio sud deve cambiare. Spesso Bossi ha ragione», è il titolo della bella intervista al centrocampista firmata da Alberto Costa. «Noi calabresi abbiamo bisogno di una classe politica responsabile. Se ci sono problemi da quarant’anni, non possiamo avere gli stessi problemi nel 2010. È da quando sono bambino che sento ripetere le cose di sempre, ogni anno. Certo, qualcuno mi potrebbe dire che al Sud non si fa mai niente e io non posso dargli torto. È arrivato il momento di cambiare l’andazzo: quando arrivano i soldi le opere si devono fare, si devono vedere e si devono pure toccare con mano». E poi: «Ad essere sincero io condivido molte delle cose che dice Bossi. Non voto Lega ma, ad esempio, apprezzo l’idea del federalismo fiscale. Ognuno deve governare da solo, in questo modo viene responsabilizzato molto di più. Certo, non si può pensare di fare tutto dall’oggi al domani, ci vuole tempo, ma la strada è quella».

IMMIGRATI
IL GIORNALE – Intervista d’inizio anno con annunci e bilanci a Francesco Rutelli dalla penna di Laura Cesaretti. Il quotidiano di Feltri mette in evidenza il settore immigrazione  già dal titolo “Immigrati, dove sbagliano sinistra e Fini». Rutelli, presidente della neonata Api-alleanza per l’Italia, dice: «Il multiculturalismo è una strada senza uscita con un Islam che rifiuta le nostre leggi. La cittadinanza? Non è uno strumento d’integrazione, ma un premio per chi accetta regole, diritti e doveri». 

PD
IL MANIFESTO – Il manifesto titola in apertura “Parapuglia” con un editoriale ironico di Andrea Fabozzi che commenta le scelte elettorali del Partito Democratico. «Il Pd implode sulle candidature alle regionali. In Puglia scarica Vendola e dà «mandato pieno» al deputato barese Boccia che avrà 48 ore di tempo per sondare le alleanze. Una tattica suicida: l’Udc non gradisce e il governatore uscente non si arrende e punta a ri-sconfiggere il rivale, già battuto cinque anni fa. Nel Lazio e in Calabria è polemica sulle primarie. Stallo in Umbria».   

SANITA’ NON PROFIT
AVVENIRE – Presentazione in grande spolvero di Welfare Italia, il nuovo marchio collegato a Cgm per fare «sanità formato non profit». Si parla però ancora solo di obiettivi: 130 poliambulatori in cinque anni, venti aperti già nel 2010, trenta entro il 2011. Si parte puntando sull’odontoiatria. Welfare Italia è una Srl, i cui soci finanziatori sono principalmente Intesa Sanpaolo e Banco Popolare (1,5 milioni di euro di capitale su 1,7): essi però – spiega Johnny Dotti, l’amministratore delegato, «qui non hanno il controllo della società, che resta in mano a Cgm, attraverso un’operazione di sovrapprezzo che qualifica l’iniziativa come vera impresa sociale». L’80% degli utili sarà destinato a un fondo di reinvestimento e il franchising permetterà una industrializzazione in tempi rapidi del modello.

GIORNALISMO
SOLE24ORE – Non bastavano le modelle ritoccate al photoshop, adesso si scopre anche che tante foto di guerra, scattate dai reporter delle più grandi agenzie del mondo, sono «taroccate». Il New York Times li ha chiamati toys photographers, i fotografi di giocattoli, ovvero quelli che fotografano pupazzi abbandonati tra le macerie della guerra. Peccato che ce li mettono loro. Adesso li hanno beccati quelli della Reuters, scorrendo alcuni scatti della guerra del Libano del 2006: «Siamo rimasti scioccati», racconta Chris Helgren, capo dei fotografi Reuters per l’Italia, «una policy rigida e la fiducia nel nostro team non sono garanzia di veridicità». Il SOLE chiede lumi a Francesco Zizola, sette volte vincitore del World Press Photo: «L’uso di giocattoli nelle foto di conflitto è una pratica comune nel nostro mondo», spiega. Ma allora qual è il confine tra retorica e menzogna? «Nello scatto come nella verifica dell’autenticità», conclude il SOLE, «un rimedio lo prendiamo dalle parole di Robert Capa che amava dire: “Se la foto non è buona, vuol dire che non eri abbastanza vicino”».

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