Politica

una buona partenza con qualche gaffe

Abbiamo navigato il nuovo portale del ministero

di Redazione

È stato presentato prima di Natale il sito del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali dedicato al terzo settore. Il portale contiene diversi servizi, tra cui una banca dati (in aggiornamento) che raccoglie la normativa nazionale, regionale ed europea sul terzo settore; i bandi e le opportunità di finanziamento nazionali e internazionali; una sezione «Buoni esempi», che raccoglie progetti ed esperienze innovative. Gli utenti, inoltre, troveranno guide su tematiche utili come il bilancio sociale o il 5 per mille. Ecco il giudizio del nostro esperto.Buoni propositi del 2010 per le pubbliche amministrazioni, così come per tutti noi: far bene ciò che si deve fare. In un Paese minimamente normale è un’ovvietà. Da noi è la scalata di una vetta, è una fatica pari a quella di Sisifo (all’incirca con gli stessi risultati). Ma bisogna essere ottimisti e, segnalando ciò che non va, dare spunti al nostro Stato perché definisca ambiti di miglioramento.

La sezione normativa
Per esempio: parliamo di internet, e concentriamoci su un ministero. Il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha appena inaugurato un nuovo portale: www.terzosettore.lavoro. gov.it. A cosa serve? Non mettetemi in imbarazzo con domande trabocchetto. È un sito leggero, realizzato con “tecnologie Open Source”, come recita il footer (chi di inglese ferisce ?). È complesso descrivere un sito senza che il lettore lo stia navigando. A me è bastata una sorta di prova del nove, ovviamente sulle mie competenze. Nessun sito sul non profit sfugge alla tentazione di riportare una sezione sulla normativa, e quello del ministero segue l’indicazione di Oscar Wilde: «Posso resistere a tutto, tranne che alle tentazioni». Cerco, solo per fare un esempio, la legge sulle onlus e con mia sorpresa noto che non riportano la norma vigente, ma quella precedente sia alle modifiche del 29 gennaio di quest’anno (introduzione del comma 2-bis all’articolo 10 sulla beneficenza indiretta) sia a quelle in vigore dal 1° gennaio 2008 (modifiche all’art. 13 sulle donazioni di beni). Quel link che salva
Non si trova traccia, peraltro, delle circolari 124 e 168 del 1998 dell’Agenzia delle Entrate, che sono di importanza fondamentale per riuscire a leggere con coscienza la norma onlus. Direte: basta cercarle sul sito specializzato dell’Agenzia delle Entrate. Come non essere d’accordo? La questione è proprio questa. Se io riporto un documento ufficiale, esso è utile solo se il testo è quello vigente. Se so di non riuscire ad aggiornarlo, metto un link al sito dedicato istituzionalmente e la finisco lì, cavandomela egregiamente. E invece no. Una compulsione diderottiana all’enciclopedia del non profit ci porta a commettere questi errori. Se poi andiamo sul sito istituzionale del ministero del Lavoro, www.lavoro.gov.it , nella sezione sul 5 per mille del 2007 (seconda edizione) il ministero riporta un adempimento – a carico dei beneficiari – di rendicontazione che non esiste. La rendicontazione sul 5 per mille (quella speciale, sul modello non ancora prodotto dai ministeri) inizia con la terza edizione (2008) tranne che per le sportive dilettantistiche (obbligate fin dal 2006). Un sapere consolidato
Qual è la morale della favola? La responsabilità sociale di ognuno di noi è fare al meglio ciò che la legge o la mission ci chiedono (o ci impongono) di fare. È un traguardo mai raggiungibile, ma gli sforzi, se profusi in questa direzione, si vedono. Se si parla o si scrive di ciò che non è di propria competenza, il rischio di toppare è alto. Lustratevi allora gli occhi col sito dell’amministrazione pubblica inglese, per esempio www.direct.gov.uk. Nella sezione «Home and Community», trovate come il cittadino britannico riesce ad informarsi in pochi clic su come diventare volontario, fondare una charity, realizzare iniziative ecologiche a livello di comunità e di singolo. Anche su italia.gov.it? Sarebbe così poco natalizio commentare il confronto.


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