Cultura

Malascuola, sognando una buona scuola

Il pamphlet appassionato di Claudio Cremaschi

di Redazione

di Giuseppe Chicco
«Se io fossi?» è una protasi nota agli insegnanti di lettere, spesso propinata agli allievi come traccia creativa per un testo che schiuda alle loro menti itinerari fantasiosi e unisca ipotesi stravaganti come chimere ad aspirazioni realiste e non sempre ingenue.
Claudio Cremaschi, professionista della scuola attivo su molti fronti, introduce nello stesso modo il sottotitolo del suo trattato sullo status quo dell’istituzione pubblica più importante, Malascuola ovvero: se io fossi Ministro dell’Istruzione raddoppierei lo stipendio agli insegnanti (e altri rimedi meno piacevoli). Ben oltre il facile effetto di ammiccante boutade, questo proposito presume la sana ironia di salvataggio di chi alla scuola continua a dedicare il proprio impegno in un momento così critico.
Con la pubblicazione di Malascuola arriva finalmente la risposta ai dubbi dei non addetti ai lavori (genitori sopra tutti, si spera!), si dipana la gran confusione diffusa su una materia così nebulosa, su meccanismi dal funzionamento spesso incomprensibile, come quelli dell’universo scolastico, qui spiegato a tutti con la lingua chiara e la razionalità sempre vigile del docente, del sindacalista, dell’autore di testi scolastici, del preside. Anche perché la frequente sovrapposizione dell’aspetto pedagogico-didattico alla questione economica ha allontanato un po’ tutti dalla meta indispensabile delle idee chiare.
Malascuola ha in sé tutti i requisiti del saggio, chiarezza compresa: è ovunque nutrito di dati statistici, con tabelle, grafici, segnalazioni dei rapporti Ocse che supportano i contenuti e propone un ragionamento pacato sulla riforma, ricercando la condivisione dei fini e la convergenza sugli strumenti senza le quali risulta impossibile qualsiasi intervento sull’istruzione.
I problemi reali della scuola italiana si lasciano fotografare nei punti nevralgici del malfunzionamento del sistema, in un terreno di confronto concreto, alieno dai toni della propaganda e dai colori dell’ideologia. E i lettori non professionisti dell’istruzione approdano agevolmente a una visione integrale delle questioni della scuola, sempre tenendo a fuoco l’argomento di partenza, che puntualmente invalida ogni discussione sulla possibilità di miglioramenti: la mancanza di fondi, carenza endemica, minaccia perenne per lo stato di salute del sistema scolastico italiano.
La buona scuola, ribaltata ma in perfetto equilibrio (ancora un’utopia, una specie di miraggio!), si rinnova più o meno così: meno ore in classe durante la settimana al mattino, con il sabato libero e, di conseguenza, un tempo scuola complessivo (l’intera durata dell’anno scolastico) distribuito su più settimane; possibilità di suddividere le materie di studio in moduli semestrali nella secondaria.
Questa Malascuola, che potrebbe muovere i primi passi in un arduo percorso di conversione in buona, accetta le riflessioni, gli interventi, i suggerimenti (www.malascuola.it) di lettori che, se non altro, hanno acquisito la sicura consapevolezza che i problemi istituzionali dell’istruzione italiana sono lontani da grembiuli e uniformi, educazione stradale, esami a settembre e tutta l’altra materia di questo universo che resta immobile e cede spesso al vezzo di mutare gattopardescamente i nomi alle cose.

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