Volontariato

Raccolte fondi, quei milioni spariti

Inchiesta del quotidiano online ilcapoluogo.com svela preoccupanti buchi di trasparenza

di Redazione

Cos’hanno in comune la discoteca Hollywood di Milano, Beppe Grillo, la Tamoil, il Modavi e i parrucchieri di Napoli? Nulla, se non il fatto di aver organizzato raccolte fondi per i terremotati dell’Abruzzo. Raccolte di cui non si sa né l’importo né la destinazione. E come questi soggetti, centinaia e centinaia di altri dopo il sisma hanno promosso collette varie «pro terremotati», di cui i diretti interessati chissà se hanno visto un centesimo.
I conti hanno provato a farli i colleghi de ilcapoluogo.com, quotidiano online dell’Aquila, che hanno meticolosamente annotato tutti gli annunci di raccolte fondi di questi ultimi mesi, arrivando a censirne ben 439 “spontanee” (cioè escluse quelle collegate alla Protezione civile). Di queste, solo 189 (il 43%) hanno comunicato la somma effettivamente incassata, e solo 44 (il 10%) hanno aggiunto un’informazione ancora più essenziale: per quali scopi sono stati utilizzati i fondi.
Il totale ricavato da ilcapoluogo.com è impressionante: oltre 184 milioni, escluso appunto il 57% dei soggetti che non ha voluto essere trasparente. Un vero fiume di denaro che potrebbe aver preso strade diverse rispetto a quelle sbandierate al grande pubblico. «Ci siamo insospettiti perché le banche della zona ci hanno parlato di decine di nuovi conti aperti da sconosciuti», spiega il direttore della testata, Maria Cattini. «Quanti soldi vi si versano? Chi controlla questi conti? E poi: quanto denaro è finito, invece, in conti correnti già aperti, magari per altri scopi?». Domande legittime, che però in molti casi si sono scontrate con muri di silenzio. «Pochi hanno voluto dirci quanti contributi hanno raccolto e per quali scopi li utilizzeranno», continua Cattini, «chiedendo a noi perché volevamo saperlo. È sconcertante: si tratta dei soldi degli italiani, e noi facciamo informazione, mica siamo curiosi».
E pensare che molte realtà che non hanno voluto parlare con ilcapoluogo.com rispondono a nomi altisonanti quali Ferrari, Tamoil, Federfarma, i concessionari Fiat, il Teatro alla Scala e perfino Michael Bublè… Certo, ci sono benefattori virtuosi, come Rcs («i migliori, insieme al corridore Iarno Trulli»), Trenta ore per la vita, Avis, Poste Italiane e altri. Ma la «zona grigia» è estesa e pare non risparmiare la Protezione civile, che ha dichiarato una raccolta di oltre 75 milioni tra fondi «versati» e «promessi», suddivisi a loro volta in donazioni dirette agli enti locali che hanno poi coinvolto il dipartimento. Ma i resoconti pubblicati su www.protezionecivile.it secondo Maria Cattini «sono confusi e difficile da capire».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA