Sostenibilità

Il braccio di ferro continua

Marelli: le dimissioni di Connie Hedegaard gettano ombre sulla possibilità di giungere a un accordo

di Redazione

“Le improvvise dimissioni della Presidente del Vertice di Copenaghen Connie Hedegaard, a sole 12 ore dal termine del suo mandato, sanno di gesto politico e stendono ulteriori ombre sulla possibilità di uscire dal Vertice con un accordo all’altezza delle aspettative e delle urgenze imposte dalla crisi climatica in atto”.

Questo il commento a caldo rilasciato da Sergio Marelli, Segretario Generale FOCSIV, presente al Vertice di Copenaghen che tiene inoltre a precisare come del probabile fallimento non potranno certo essere accusate le Nazioni Unite e la Presidente Hedegaard da esse incaricata di condurre la Conferenza di Copenaghen nello spirito onusiano di composizione degli interessi di tutti.

Ora la palla passa al livello politico con la presenza a Copenaghen dei massimi vertici delle delegazioni governative arrivati in queste ultime ore.

“I tecnici e gli sherpa hanno fallito – ha proseguito Marelli – a seguito dei veti incrociati susseguitisi nel corso dei negoziati. Le contrapposizioni degli interessi dei blocchi dei paesi industrializzati, degli emergenti e di quelli in via di sviluppo rischiano di vanificare ogni tentativo di accordo senza il quale, concordo con le affermazioni del Ministro Frattini, questo Vertice era meglio non fosse nemmeno convocato”.

Ancora una volta i Paesi in via di sviluppo riuniti nel G77 si stanno rifiutando di sottostare alle condizioni imposte dalle grandi potenze economiche chiedendo che gli sforzi siano in primo luogo a carico dei Paesi industrializzati sia per ciò che riguarda la riduzione delle emissioni, sia soprattutto per quanto attiene lo stanziamento di risorse adeguate e soprattutto vere, non frutto di abili operazioni di contabilizzazione di stanziamenti già impegnati.

“I Paesi poveri riuniti nel G77 stanno tentando di promuovere la loro agenda con gli unici mezzi e modalità per essere ascoltati nelle assise internazionali – continua Marelli – come minacciare di lasciare il tavolo delle trattative, parlare all’unisono con un Paese come la Cina che certo non brilla per impegno a questo vertice, ma che ha dalla sua la forza di poter pesantemente condizionare i risultati di Copenaghen. La riduzione di partecipazione della società civile da noi già denunciata nella giornata di ieri, ora assume anche un significato di altro tipo e ben più grave: quello di diminuire le pressioni sui maggiori responsabili di questa gravissima crisi e far venire meno il supporto ai legittimi interessi dei poveri che per primi subiscono gli effetti dei cambiamenti climatici”.

 

 


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