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Dove sono finiti questi bambini?

Sono 6mila gli stranieri non accompagnati. Di molti altri si sono perse le tracce. L'indagine di Save the Children

di Benedetta Verrini

E’ Lampedusa la grande porta d’ingresso verso l’Italia dei minori stranieri non accompagnati. Poi vengono Ancona e Brindisi, Gorizia e Malpensa. Le tratte migratorie parlano molte lingue, dal nigeriano al bengalese, dall’afghano all’egiziano. E se sono oltre 6mila i bambini e i ragazzi under 18 non accompagnati censiti ufficialmente dal Comitato Minori Stranieri, molti di più affiorano e poi scompaiono nelle pieghe delle nostre città, seguendo un progetto di fuga dalla povertà o dalla guerra che li rende invisibili e vulnerabili.

Sono queste alcune delle evidenze del primo Rapporto annuale su “I minori stranieri in Italia” di Save the Children.

“E’ la prima pubblicazione interamente dedicata ai minori stranieri in Italia da Save the Children e intende diventare un appuntamento annuale”, spiega Valerio Neri, Direttore Generale dell’Organizzazione. “E’ il frutto del nostro pluriennale impegno su questo versante, a sostegno di centinaia di minori stranieri, soprattutto non accompagnati , nelle aree dove è più rilevante la loro presenza: a Roma, in alcune città portuali delle Marche, Puglia e  Sicilia e  in altri luoghi strategici, come, di recente, Torino ”.

Quanti sono?

Con o senza famiglia, il numero dei minori stranieri in Italia è in costante aumento. Negli ultimi 6 anni infatti il numero di minori residenti  è notevolmente cresciuto, passando da 412.432 al 1° gennaio 2004 a 862.453 al 1° gennaio 2009. La maggior parte dei minori stranieri residenti è nata in Italia: circa 519.000. Il restante 343.753 è costituito invece da minori giunti attraverso il ricongiungimento familiare.
L’incidenza dei nati stranieri sul totale dei nati in Italia è passata dal 2,5% del 1997 al 12,6% nel 2008.  Le prime cinque province dove si registra il maggior numero di minori residenti sono Milano (81.497, di cui il 68,3% di nati in Italia), Roma (71.170, di cui il 70% di nati in Italia), Torino (41.141, di cui il 57,2% di nati in Italia), Brescia (40.288, di cui il 60,2% di nati in Italia), Bergamo (26.711, di cui il 59,2% di nati in Italia).

Ai minori che vivono con i genitori e familiari, sia regolarmente che irregolarmente residenti, bisogna aggiungere i minori stranieri che giungono da soli, “non accompagnati”. Al 30 settembre 2009 sono 6.587 quelli segnalati al Comitato Minori stranieri . Il 77% (5.091) risulta essere non identificato, cioè senza un documento di riconoscimento. I minori censiti provengono da 77 diversi paesi, in prevalenza africani. I gruppi nazionali più numerosi sono quelli del Marocco (15% del totale), Egitto (14%), Albania (11%), Afghanistan (11%), Palestina (7%), Somalia (4%), Eritrea (4%), Nigeria (4%) Repubblica Serba (4%). I maschi sono il 90% del totale. Più della metà dei minori ha 17 anni. Rilevante è anche la quota dei 16enni, pari al 24%. Più contenuto il numero di 15enni (822, pari al 12%) e di quelli di altre fasce di età (691 hanno tra 7 e 14 anni, 49 tra 0 e 6 anni). Complessivamente i minori tra i 15 e i 17 anni ammontano a 5.847. Il 74% dei minori censiti è alloggiato presso una struttura di prima o seconda accoglienza, mentre il 16% si trova presso zii, cugini, fratelli, sorelle, connazionali, in affido extrafamiliare. 70 minori sono negli Istituti Penali Minorili (IPM). 
Confrontando i dati riferiti all’anno scorso (fine settembre 2008-2009) si rileva che i minori egiziani e afgani sono aumentati, mentre sono diminuiti i minori marocchini, albanesi e palestinesi: i primi sono passati da 906 a 962, gli afgani da 614 a 743.

Per quanto riguarda i punti di entrata di questi bambini e adolescenti, nel corso del 2008 risultano approdati sulle coste delle regioni meridionali 2.749 minori stranieri , di cui il 95% in Sicilia, nella provincia di Agrigento, e più esattamente a Lampedusa . Secondo la rilevazione effettuata dal Servizio di Polizia delle Frontiere e degli Stranieri , inoltre, nel 2008 sono giunti in Italia dalle frontiere di Ancona e Venezia circa 210 minori stranieri. Non si dispone, invece, dei dati relativi alle frontiere terresti. In generale, altri valichi di frontiera significativi sembrano essere: Fiumicino (Roma); Gorizia, Brindisi, Ancona e Malpensa (Milano) . In tutti questi casi la gran parte dei ragazzi in arrivo, è costituita da minori soli.

“Nel corso del 2008 e fino a febbraio 2009, sicuramente la Sicilia e Lampedusa sono stati la porta d’ingresso per molti minori soli in arrivo in Italia e questo in coerenza con il dato generale secondo il quale Marocco ed Egitto e in aggiunta i paesi del corno d’Africa, più la Nigeria, sono le aree di provenienza di molti di questi ragazzi”, prosegue Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children. “Schematicamente possiamo invece dire che Ancona e Venezia sono lo snodo di entrata della gran parte dei minori afgani, mentre dalla frontiera est di Gorizia entrano molte ragazze e ragazzi dell’est, in alcuni casi vittime di tratta.  In alcuni casi i minori giungono in aereo a Fiumicino e Malpensa”.

Arrivati in Sicilia e inviati alle comunità d’accoglienza per minori dell’agrigentino, molti però scappano poco dopo: secondo Save the Children, tra maggio 2008 a febbraio 2009 sono stati 1119 i minori fuggiti su un totale di 1860 accolti. “Questi ragazzi si lasciano alle spalle situazioni di grande povertà e mancanza di prospettive e sono quindi fortemente determinati a lavorare per aiutare sé e la propria famiglia di origine e ciò spiega perché scappino quasi subito dalle comunità dove non trovano adeguate risposte al loro progetto migratorio.” Una volta scappati, continua ancora Neri, “scompaiono per un po’ alla nostra vista, per poi ricomparire a diversi chilometri di distanza, per esempio a Roma, dove spesso vengono intercettati e agganciati dalla unità di strada di Save the Children”.

Il dramma della tratta e il rischio dei respingimenti

“Dietro ogni minore, soprattutto non accompagnato, presente sul nostro territorio, c’è sempre una ragione e motivazione fortissime: di ricerca di protezione, di emancipazione economica e sociale, oppure di sfruttamento, come nel caso di molte nigeriane vittime di tratta arrivate via mare, o di tante ragazze dell’est-Europa coinvolte nello sfruttamento sessuale”,  continua il Direttore Generale di Save the Children Italia. “Perciò consideriamo particolarmente  preoccupanti e gravi alcuni recenti provvedimenti, come i rinvii verso la Libia di decine di migranti in arrivo via mare, compresi sicuramente anche minori, e  valutiamo che essi rappresentino una forte rischio per la tutela dei diritti dei minori stranieri sia non accompagnati che con genitori irregolarmente presenti nel nostro paese, alcune norme contenute nella legge sicurezza (94/2009), come quelle che introducono dei criteri molto restrittivi per la concessione del permesso di soggiorno al compimento del diciottesimo anno o, per esempio, quella che prevede l’ipotesi di rimpatrio dei minori comunitari coinvolti in prostituzione”.

“E’ necessario piuttosto rafforzare e razionalizzare il sistema di accoglienza del nostro paese, prevedendo delle strutture di prima e seconda accoglienza, e individuare una soluzione di lungo termine per ogni minore”, precisa ancora Valerio Neri. “Inoltre è essenziale adottare standard e procedure condivise in materia di identificazione, accertamento dell’età e verifica delle relazioni parentali dei minori in ingresso. Commettere degli errori durante anche uno di questi passaggi può tradursi nella violazione di alcuni diritti fondamentali dei quali i minori stranieri sono titolari, compresa l’adozione di provvedimenti altamente lesivi come la detenzione in centri per migranti adulti irregolarmente presenti, l’espulsione e la mancata protezione da violenza o tratta e sfruttamento”.

L’azione di Save The Children

Sono stati oltre 3.500 i minori contattati, supportati e seguiti da Save the Children tra il maggio 2008 e ottobre 2009, nell’ambito delle varie attività avviate in loro favore a Lampedusa e in Sicilia – all’interno delle comunità alloggio per minori – ad Ancona, a Roma e, recentemente, a Torino.

In particolare,  1.200 i minori stranieri, tra cui molti non accompagnati, sostenuti, orientati e aiutati dall’ottobre 2008 ad oggi nell’ambito del progetto CivicoZero che, anche attraverso il Centro diurno CivicoZero – struttura a bassa soglia inaugurata a Roma da Save the Children nel febbraio 2009 – si propone di fornire supporto, orientamento e protezione a ragazzi e ragazze migranti in situazioni di marginalità sociale e devianza e sottoposti a rischio di sfruttamento e abuso, in rete e in partnership con istituzioni e aziende: CivicoZero è infatti realizzato in collaborazione con ISMA e con il sostegno del Ministero dell’Interno, Autostrade per l’Italia, Ikea, Poste Italiane Unicredit Group e “Gratta e vinci” Consorzio Lotterie Nazionali.

Dal 9 dicembre inoltre è partita un’attività di raccolta fondi della Banca Monte dei Paschi di Siena: in 13 filiali di Roma saranno in vendita dei gadget della RCR Cristalleria Italiana per i clienti e i dipendenti. Il ricavato dell’iniziativa natalizia andrà a sostegno di CivicoZero.

Il team del progetto di Save the Children – composta da 10 operatori (educatori, operatori sociali, animatori, consulente legale, psicologi, peer educators e mediatori) – porta avanti attività su strada per il contatto e il sostegno a minori senza dimora o coinvolti in prostituzione, attività illegali e mendicità, mediazione sociale nel Centro di prima accoglienza penale (CPA) e presso il carcere minorile di Roma, mediazione e sostegno ai minori rom all’interno degli insediamenti e campi, consulenza legale presso il carcere minorile e l’Ufficio per il servizio Sociale per i minorenni (USSM), fornitura di servizi di base (doccia, cambio vestiti, cibo), consulenza legale, mediazione culturale, di orientamento alla formazione e alla ricerca lavoro, laboratori espressivi e ricreativi, laboratori informatici e internet point, formazione al peer support, attività sportive e ricreative presso il Centro diurno CivicoZero, gestito secondo l’ottica della partecipazione attiva dei minori. Inoltre il progetto ha specificamente rafforzato le attività di consulenza sanitaria, di mediazione linguistico-culturale nei servizi della Giustizia minorile e le opportunità di inserimento lavorativo tramite Tirocini Formativo Lavorativi (TFL). Degli oltre 1.200 i ragazzi e ragazze contattati e seguiti nei diversi contesti di intervento del progetto, 534 (506 maschi e 28 femmine) sono stati agganciati e supportati all’interno del Centro Diurno CivicoZero e 315 (di cui  149 minori e 166 neo-maggiorenni) nelle attività su strada.

Approfondimenti su: www.savethechildren.it

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