Sostenibilità

Oxfam: «Dalla Ue solo piccole somme “riciclate”»

«Dei 600 milioni promessi dell'Italia non c'è traccia in Finanziaria»

di Redazione

Per risanare una casa in rovina non basta restaurare la facciata. Riciclare vecchie promesse è un’operazione di immagine, ma non ferma i cambiamenti climatici e i loro disastrosi effetti sui paesi più poveri. Così Oxfam International e Ucodep commentano l’annuncio dei paesi Ue, che a Bruxelles hanno promesso 2,4 miliardi di euro l’anno per i prossimi tre anni. “A Copenhagen i paesi poveri chiedono impegni reali. Ciò significa assicurare fondi a lungo termine per affrontare i cambiamenti climatici”, dichiara Tim Gore, portavoce di Oxfam International. “Oggi, a Bruxelles, i leader dell’Ue hanno offerto solo piccole somme a breve termine; i cosiddetti fondi fast start. La cosa peggiore è che questi soldi non sono nuovi, ma ricavati riciclando vecchie promesse e fondi già stanziati”.

“L’Italia ha reso noto che stanzierà 600 milioni di euro nei prossimi tre anni. Un annuncio incoraggiante. E’ però indispensabile sapere come saranno reperiti e spesi questi fondi, altrimenti questa rischia di rimanere solo una bella promessa”, commenta Elisa Bacciotti, portavoce di Oxfam e Ucodep. “E’ inoltre essenziale che questi fondi siano aggiuntivi, mentre non ve n’è traccia nella Finanziaria in discussione in Parlamento. La cosa è preoccupante: non vorremmo che il nostro Governo decidesse di sostenere la lotta ai cambiamenti climatici togliendo risorse al Fondo Globale per l’Aids o alla lotta contro la fame nel mondo. Un gioco a somma zero in cui a perdere sarebbero i più poveri nel mondo”.

 Più in generale, nei negoziati per il clima manca una visione di largo respiro. Nella bozza dell’accordo proposta oggi dalle Nazioni Unite, infatti, non c’è traccia di un pacchetto finanziario sul lungo termine (2013 e 2020) per i paesi in via di sviluppo. Manca inoltre qualsiasi garanzia di interventi concreti. Secondo Oxfam e Ucodep, i fondi a lungo termine sono una parte irrinunciabile per un accordo a Copenhagen, che deve essere equo, ambizioso e legalmente vincolante. “Finanziamenti consistenti e regolari per i paesi in via di sviluppo permetterebbero interventi concreti nei paesi poveri: per questo sono il cemento per la costruzione di un accordo efficace, non un optional. I paesi ricchi devono capirlo adesso”, conclude la Bacciotti.

 

 Oxfam International ed Ucodep sono parte di tcktcktck, una campagna globale di organizzazioni di sviluppo e ambientali, di giovani e di sindacati che si batte per un accordo equo, ambizioso e vincolante al vertice di Copenhagen.


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