Sostenibilità

Le Monde: arriva la posizione comune di India e Cina

Gli obiettivi del Protocollo di Kyoto per i paesi industrializzati vanno rispettati

di Redazione

La posizione comune è stata messa a punto dopo un incontro tra i negoziatori di Cina, India, Sudafrica e Brasile e Sudan. Il documento (allegato all’articolo) è stato presentato come risposta alla bozza di accordo danese, giudicato “inaccettabile” dai Paesi più poveri. A quanto riferisce Le Monde sul suo sito, i paesi in via di sviluppo riaffermano la propria fedeltà al protocollo di Kyoto, “lo strumento legale” con cui si chiede ai paesi industrializzati la riduzione del 40% delle emissioni dei gas serra da qui al 2020 rispetto al 1990.Viene anche chiesto ai Paesi industrializzati che non hanno sottoscritto il Protocollo” (e quindi in particolare agli Stati Uniti) di assumere i medesimi impegni, sottoscrivendo il trattato. 

Il testo  chiede ai paesi industrializzati un secondo periodo d’impegno alla riduzione delle emissioni tra il 2013 e il 2020, un impegno corrispondente agli obblighi già assunti nella prima fase (2008-2012) moltiplicati però per otto.  Il Protocollo di Kyoto, stipulato nel dicembre 1997, prevedeva una riduzione mondiale delle emissioni inquinanti di almeno il 5 per cento nel 2012 in rapporto al 1990.  Dunque, moltiplicando quest’obiettivo per otto, il risultato è una riduzione del 40 per cento in rapporto al 1990.

Nel documento si ribadisce che sono “lo sviluppo economico e lo sradicamento della poverta’ la priorita’ indiscutibile dei paesi in via di sviluppo”. Secondo il quotidiano francese il documento, però, appare “piu’ come un progetto di discussione che di scontro”.  Il documento prevede la creazione di un Fondo globale per il Clima, sotto il regime della Convenzione delle Nazioni Unite, escludendo quindi il ricorso alla Banca Mondiale auspicato da Washington. Le azioni che dovranno essere portate avanti dai paesi in via di sviluppo non dovranno infine essere controllate da una istanza internazionale, ma dovranno seguire “linee direttrici” elaborate dalla comunita’ internazionale.


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