Volontariato

A Roma se segni non sei straniero per nessuno

Campionato Us Acli nella capitale

di Redazione

ARoma nel torneo dell’Us Acli, che viene organizzato ogni anno da 38 stagioni, la partecipazioni di stranieri è ormai altissima. Delle 33 squadre partecipanti tre sono totalmente formate da capoverdiani e una da ecuadoregni. Ma ogni squadra ha il suo straniero. Stranieri ma italiani. La maggior parte infatti è di seconda generazione. Ci sono arabi, albanesi, messicani, brasiliani, romeni. Addirittura all’appello risultano un cinese e un giapponese. «Non abbiamo mai avuto nessun problema», spiega Giovanni Alebardi, responsabile settore Calcio dell’Us Acli provinciale di Roma, «né tra i ragazzi in campo, né col pubblico sugli spalti». Sembra che la presenza di giovani “diversi” non turbi nessuno «è un fatto semplice da spiegare. Sono differenti per colori e fisionomie ma parlano in romano e si sanno difendere molto bene da soli. Usano il gergo delle borgate e rispondono alle provocazioni con sarcasmo». Dunque nessuna differenza nello spogliatoio, sotto le docce o in campo. La verità è che l’unica cosa che conta sono i piedi. «Se sei buono e fai gol, compagni e genitori ti adottano subito. Siamo in Italia».


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