Non profit

Libia contro Svizzera: via l’Onu da Ginevra

«Non è degna di essere la sede del Consiglio per i diritti umani»

di Gabriella Meroni

La Libia ha chiesto ufficialmente il trasferimento delle sedi delle Nazioni Unite dalla Svizzera in segno di protesta contro il referendum che vieta la costruzione di nuovi minareti. La segreteria generale del Comando popolare islamico internazionale, ente presieduto dal leader libico Mouammar Gheddafi, ha definito il divieto svizzero «un provvedimento razzista» nei confronti dei musulmani. In un comunicato, ripreso dal giornale arabo al-Sharq al-Awsat, si legge inoltre che «il referendum ha scosso l’opiniopne pubblica internazionale perché tale iniziativa è avvenuta nel cuore dell’Europa, in particolare proprio in Svizzera, Paese in cui si trova la sede del Consiglio per i diritti umani dell’Onu».

«La Svizzera – si legge – si è distinta nella storia come esempio di libertà, neutralità e difesa dei diritti umani. Il referendum dei giorni scorsi rappresenta dunque un inquietante segnale negativo che annuncia un aumento delle correnti estremiste e razziste nelle società europee che si spingono sempre piu’ verso lo scontro tra civiltà e l’incomprensione culturale». L’ente libico teme inoltre che si «alimentino così episodi di disprezzo culturale e religioso verso i musulmani in una cornice di islamofobia sempre piu’ diffusa». La tensione tra Libia e Svizzera è salita dopo l’arresto, avvenuto a Ginevra lo scorso 17 luglio, di Hanibal Gheddafi e sua moglie accusati di maltrattamenti ai danni di due domestici.


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