Salute

Ru 486, lo schiaffo dell’Aifa

L'Agenzia del farmaco non cambia posizione sulla pillola abortiva

di Franco Bomprezzi

L’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, non cambia il testo della propria autorizzazione alla distribuzione in ospedale della pillola RU86. Uno schiaffo alla richiesta del ministro Sacconi, e i giornali di oggi registrano il fatto e le reazioni politiche.

“No ai limiti del governo sulla pillola abortiva”, titola il CORRIERE DELLA SERA in taglio medio di oggi. «Scontro tra l’agenzia che autorizza la commercializzazione dei farmaci (aifa) e Maurizio Sacconi sulla pillola abortiva Ru486. L’Aifa ribadisce che la delibera del 30 luglio assicura che il percorso abortivo venga compiuto in ospedale, il ministro del Welfare replica che sul punto manca chiarezza. I servizi alle pagine 12 e 13. Questa la posizione dell’Aifa: «Il Cda non modifica la delibera già adottata il 30 luglio scorso, «perché è già pienamente coerente con indicazioni del ministro Sacconi». La delibera del 30 luglio scorso che autorizza l’arrivo in Italia della pillola Ru486 «è pienamente coerente con l’esigenza di garantire che il percorso abortivo avvenga in ambito ospedaliero». Replica il ministro del Lavoro: «Se non si riscontrerà la effettiva, diffusa, pratica del ricovero ospedaliero ordinario per le persone sottoposte ad aborto farmacologico, si evidenzierà una manifesta incompatibilità con la legge 194, di cui dovrebbero prendere atto Parlamento e Commissione europea per le decisioni conseguenti». Il CORRIERE raccoglie le reazioni della Mangiagalli. Il direttore Basilio Tiso: molte donne preferiranno firmare e abortire a casa. Mentre monsignor Fisichella dice: «la donna non può essere lasciata sola, va garantita la sua sicurezza». Delusa anche il sottosegretario Eugenia Roccella, riferendosi all’Aifa: «Peggio di Ponzio Pilato. In confronto a loro era un decisionista». Il commento alla questioni è di Isabella Bossi Fedrigotti: “I giochi di potere e i bisogni di chi soffre”.

 Sintetico richiamo in prima su LA REPUBBLICA (“Pillola abortiva l’Aifa sfida Sacconi sul ricovero”) e servizi a pagina 13. L’Agenzia italiana del farmaco non torna sulle decisioni e conferma la delibera del 30 luglio sulla somministrazione della pillola abortiva («la somministrazione del farmaco verrà effettuata solo in ambito ospedaliero, in particolare deve essere garantito il ricovero in una delle strutture sanitarie pubbliche come previsto dalla 194 dal momento dell’assunzione fino all’espulsione dell’embrione sotto il controllo del personale sanitario». Una revisione era stata sollecitata dal ministro Sacconi che ora replica:  «La delibera non è chiara circa la necessità del ricovero della donna fino ad aborto avvenuto, quindi la chiara esclusione della strada del day hospital». Si torna all’inizio, scrive Mario Reggio: dopo due anni di dibattito politico, tre mesi di indagini e audizioni della commissione d’inchiesta del Senato. L’assessore alla sanità dell’Emilia Romagna, Giovanni Bissoni cerca di mediare: «l’Aifa non entra nel merito del ricovero ospedaliero, ordinario o day hospital, semplicemente perché si tratta di un tema che non compete all’agenzia». Due interviste contrapposte in appoggio. A Livia Turco, ex ministro della sanità che difende l’agenzia (solo in Italia si verificano simili crociate, dice il deputato Pd, non spetta all’Aifa definire le modalità dell’assistenza sanitaria). E a Eugenia Roccella, attuale sottosegretario, che invece critica l’agenzia: «al confronto Ponzio Pilato era un decisionista. È compito dell’agenzia individuare e precisare i pericoli che derivano dalla somministrazione della Ru486».

IL GIORNALE  si occupa nelle prime 7 pagine dell’affaire Fini. La questione pillola abortiva e del contrasto tra Sacconi e le agenzie del farmaco è relegato in un box a pag 15 “Governo e agenzia del farmaco litigano sulla Ru486”  in cui si spiega che l’oggetto del contendere stia nel fatto che non c’è chiarezza se l’aborto via pillola debba avvenire in day hospital o, come sostiene e vuole Sacconi, in ricovero ordinario.
 
Un articolo di cronaca a pagina 17 del SOLE24ORE dà conto della presa di posizione di ieri dell’Aifa e dello «scontro con il governo». Si dà conto anche delle posizioni di alcuni prelati (tra i quali monsignor Fisichella che ha richiamato tutti a una «maggiore responsabilità»), di Livia Turco e Anna Finocchiaro, e delle opportunità che adesso si presentano al governo: cambiare la 194 (improbabile), scrivere delle Linee Guida sulla pillola insieme alle Regioni, che però potrebbero arenarsi per l’opposizione delle amministrazioni guidate dal centrosinistra. Insomma una partita non facile.

IL MANIFESTO dedica alla querelle Aifa – Sacconi un richiamo in prima pagina «Ru486, l’Aifa non cede: giusta la nostra delibera La minaccia di Sacconi» e un articolo in apertura di pagina 5 dove sottolinea: «L’agenzia nelle mire del ministro del Welfare Sacconi che attacca i consiglieri del Pd». Infatti: «Che l’Aifa, più che la piccola abortiva, sia il vero oggetto del desiderio di Maurizio Sacconi, ieri è più chiaro. A fare luce è stato il secco “no” opposto dall’Agenzia del farmaco italiana alla richiesta inviata venerdì scorso dal ministro del Welfare, di riformulare la delibera di autorizzazione all’uso ospedaliero della specialità farmaceutica Mifegyne (…)» e specifica: «Il problema – è l’affondo di Sacconi, che stavolta affina il tiro facendo nomi e cognomi – sta negli equilibri politici del Cda» e conclude «Evidentemente al governo non basta la possibilità di nominare due terzi dei membri della Commissione tecnico-scientifica (che valuta l’immissione dei farmaci) e del Comitato prezzi e rimborsi, organi definiti dal vice ministro Ferruccio Fazio “il ‘core’ del Ssn per l’ambito terapeutico” che ieri sono state formalmente rinnovate alla scadenza naturale dei cinque anni».
 
Dura reazione di AVVENIRE allo «scaricabarile» dell’Aifa che «ignora le indicazioni del Senato» e conferma «l’ambiguo testo che apre alla privatizzazione dell’aborto». Questo nell’occhiello in prima pagina, che titola “Sulla pelle delle donne”. L’editoriale di Marina Corradi titola invece “Quei pilati «incompetenti»” (con occhiello “contro la vita, contro la legge”) che riprende le dichiarazioni dell’Aifa, che ha dichiarato di avere competenze molto limitate sulla dispensazione dei farmaci. «Risposta medicalmente pilatesca e politicamente molto chiara», poiché una pillola presa in fretta, entro la settima settimana, senza nemmeno i sette giorni per ripensarci, «fa venir meno quello “sfavore all’aborto” che pure tra le righe del testo della 194 si avverte». Sembra paradossale, continua AVVENIRE, che proprio un giornale cattolico debba difendere la legge sull’aborto, ma ci è costretto dinanzi alla «scelta pragmatica, utile ai conti delle Asl, utilitaristica, in linea con l’individualismo che ci domina». Chiude ancora la Corradi: «Dietro una formula burocratica, una visione del mondo: che una donna abortisca e come, e la sua salute, sono fatti suoi». La cronaca è nell’inserto èVita, sotto il titolo “Si abortirà in casa, ma l’Aifa se ne lava le mani”. In questo modo, paventa AVVENIRE, è a rischio «l’eccezione italiana», ovvero la diminuzione di aborti del 50% rispetto al 1982 e il basso tasso di aborti tra le minorenni. Soluzioni? «Dopo che il Cda dell’Aifa ha preso a schiaffi Parlamento, governo e legge 194», resta percorribile la via europea per fermare la Ru486, con un ricorso alla Commissione Europea per incompatibilità del farmaco con la legge nazionale.

“Agenzia del farmaco e Sacconi litigano sulla pillola Ru486”. Un articolo di cronaca a pagina 17 riporta la decisione dell’Aifa di non cambiare la delibera che autorizza la distribuzione della pillola abortiva. Tra le reazioni, oltre a quella di Sacconi, LA STAMPA riporta quella, di Eugenia Roccella: «Ponzio Pilato in confronto all’Aifa era un decisionista» ma il governo garantirà comunque «l’applicazione della legge 194». LA STAMPA riferisce le reazioni di alcuni vescovi tra cui monsignor Rino Fisichella, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che chiede controlli al governo perché «la politica deve essere in grado di verificare la coerenza tra la pillola Ru486 e la legge 194».

E inoltre sui giornali di oggi:

VOLONTARIATO
CORRIERE DELLA SERA – “«La politica deve ascoltarci», i volontari si mobilitano”. Il CORRIERE dedica la pag 31 all’autoconvocazione di domani e sabato. A Roma attese 40mila associazioni. Fra le questioni aperte come largamente anticipato da Vita il 5 per mille e il declino del servizio civile. Dice il portavoce del Forum del Terzo Settore Andrea Olivero: «Non siamo né di destra, né di sinistra, ma per metterci davvero al servizio del paese non possiamo limitarci al ruolo di osservatori».

NON PROFIT
SOLE24ORE – Va a rilento il censimento dei dati fiscali che il fisco ha imposto alle associazioni con il famoso modello Eas, prescritto dall’articolo 30 del decreto anticrisi 2008. Secondo l’Agenzia delle Entrate sono solo 15mila gli enti (il 10% del totale) che hanno inviato il modulo, e la scadenza è il 15 dicembre. Come si spiega? Nel solito modo, nel caso del non profit: la mancata informazione. Granelli (CSVnet) e Rossi (Forum) propendono entrambi per questa spiegazione.

PIANO CASE
LA REPUBBLICA – Sono in arrivo i piani regionali per la casa e il possibile ampliamento. Previsto circa un milione di stanze in più. Un fatturato che potrebbe arrivare a 60 miliardi di investimenti. In attesa che il governo semplifichi le procedure (è in ritardo), le regioni si sono mosse in autonomia: 15 di esse hanno approvato le relative leggi. L’Ance, associazione degli edili, stima che lo stimolo funzionerà a partire dalla seconda metà del 2010. Purtroppo ogni regione ha deliberato seguendo propri criteri. Il risultato è una miriade di varianti…

CLIMA
LA STAMPA – “L’era degli sprechi è finita per sempre. I leader lo sanno”. Alla vigilia della conferenza del clima a Copenhagen LA STAMPA intervista Barbara Buchner dell’Agenzia internazionale dell’energia con sede a Parigi, secondo la quale la crisi rappresenta un’opportunità invece che un ostacolo per la “green economy”: «le industrie e la gente si renderanno conto che inquinare meno significa risparmiare». Bisogna «aiutare a far gli investimenti giusti nelle nuove energie e ideando una serie di incentivi». L’agenzia di Parigi ha calcolato che serviranno 10 trilioni di dollari di investimenti nel solo settore energetico per “svoltare” verso consumi più ecocompatibili e che non basteranno i soldi dei governi, ci vorrà l’intervento dei privati. A Copenhagen si parlerà anche di questa collaborazione.

AMIANTO
AVVENIRE – Tremila vittime all’anno per l’amianto, secondo il terzo rapporto del registro nazionale dei mesoteliomi che sarà discusso domani a Roma.

IMMIGRAZIONE
ITALIA OGGI – Non si possono denunciare gli immigrati clandestini in cura. Lo chiarisce una circolare diffusa ieri dal ministro degli interni ripresa dall’articolo “Il medico non fa la spia” . Il titolo e una breve sintesi sono pubblicati in prima pagina. L’articolo  invece, è all’interno del quotidiano dei professionisti nella sezione La Legge & La Giustizia. L’unica eccezione dell’obbligo di referto, riporta il pezzo, «sussiste in presenza di delitti per i quali si deve procedere d’ufficio». In linea di massima, il diritto alla salute la vince anche sulle prassi burocratiche. Secondo la legge 94/2009  l’obbligo di esibire alla pubblica amministrazione i documenti al soggiorno al fine di ottenere il rilascio di una serie di servizi (licenze, autorizzazioni) «non opera ai fini dell’accesso alle prestazioni sanitarie».

AFGHANISTAN
IL MANIFESTO – L’apertura e la foto principale de IL MANIFESTO sono dedicati alla questione Afghanistan con l’immagine dei militari italiani in Afghanistan e il titolo «Lodo afghano». Allo stesso tema è dedicato anche il commento in prima «Brava gente» a firma Tommaso Di Francesco. «Ed è subito guerra. L’Italia non ha aspettato un giorno dal discorso di svolta di Obama sull’Afghanistan, per prepararsi all’incrudimento del conflitto. E che di guerra aperta si tratta lo prova l’ambiguo termine dei diciotto mesi posto dal presidente Usa all’escalation. Un déjà vu che fa pensare insieme, ad un inizio sanguinoso del 2010, ma anche ai rinvii che i generali sul campo sciaguratamente schiereranno – questo si è già visto in Vietnam (…) È stata un’infamia bipartisan. Visto che prima è stata votata a maggioranza in commissione difesa dove il Pd ha dato parere negativo, poi alla chetichella e nel silenzio assoluto il Pd ha invece approvato con il Pdl tutto il pacchetto al Senato, dove il provvedimento è passato con 245 voti a favore, uno contrario (della Svp) e 12 astenuti dell’Idv. Qualcuno si ricorda le cluster bomb, l’uranio impoverito, i posti di blocco killer e le Toyota Corolla (…) la partecipazione dei nostri ufficiali nel comando di Tampa che indirizza i raid aerei? Bene. Adesso l’impunità è assicurata per legge».

PARADISO NEGATO
IL GIORNALE – A pag 15 nell’articolo “Il cardinale: Gay e Trans fuori dal Regno dei cieli” a firma di Andrea Tornielli c’è la cronaca dell’accaduto. Tutto parte dalla dichiarazione del cardinale messicano Javier Lozano Barragàn, presidente emerito del Pontifico consiglio per gli operatori sanitari, ex ministro della Sanità vaticano che ha sostenuto: «Trans e omosessuali non entreranno mai nel Regno dei cieli». Sempre Tornielli commenta l’accaduto nel suo “Se il cardinale  chiude il paradiso ai gay” con richiamo in prima con cui il vaticanista sottolinea come «è un messaggio sbagliato non soltanto dal punto di vista teologico, e finisce per dare della Chiesa un’immagine distorta». Disstorta perchè ricorda Tornielli «nessuno può sostituirsi a Dio» cioè non sta all’uomo giudicare chi si salva e chi no. Certo ci deve essere una condanna per quella che San Paolo chiamava «ideologia sessuale aberrante» la cosa però fondamentale è che «la condanna di questa ideologia omosessuale non può e non deve mai arrivare ad escludere dalla salvezza le persone».

GOVERNATORI
ITALIA OGGI – La riconoscenza, in politica, alla fine paga. “I governatori si moltiplicano i posti” è il titolo ma nello stesso tempo anche la fotografia della realtà scattata da ITALIA OGGI in un pezzo di approfondimento pubblicato nella sezione Primo Piano. A Nord e a Sud, la tecnica è sempre la stessa: investire in nuovi posti il denaro pubblico per non perdere consenso a livello locale e per potersi riconfermare. L’arma incisiva di questa tecnica è l’assunzione a tempo indeterminato. «Questa sembra essere diventata» scrive ITALIA GGI «l’ultima strategia dei governatori regionali uscenti e non graditi alla loro stessa coalizione, per tentare di resistere al fuoco amico». ITALIA OGGI fa anche i nomi: Mercedes Bresso, Nichi Vendola, Agazio Loiero, Giancarlo Galan. Tra i tanti esempi citati nel pezzo, in Calabria, Agazio Loriero al serbatoio storico dei forestali, sta aggiungendo quello della sanità con 2000 assunzioni belle e pronte; Vendola invece «oltre a festival di piazza, notti bianche tarante varie, ha staccato assegni regionali per migliaia di studenti che hanno conseguito master post universitari, in regione e fuori (25 mila euro per chi è andato all’estero). Vendola ha anche lanciato un piano per far assumere «in house» dalla Asl regionali oltre 7 mila precari. Galan, in Veneto, ha fatto passare una delibera «che obbliga tutte le strutture sanitarie pubbliche  e private ad assumere sacerdoti per l’assistenza religiosa» Beati loro che se lo possono permettere..


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