Non profit

È l’ambiente il custode della nostra identità

«Voglio fare qualcosa per l'Italia, e questo è il posto giusto», dice l'ormai ex guida dell'Amref. «E ora aumentiamo gli aderenti »

di Gabriella Meroni

Un passaggio di testimone tra due signore milanesi dal nome importante e dalla mentalità concreta, mosse da una passione civile fuori dal comune: Giulia Mozzoni Crespi è la prima, e ha lasciato da poco la presidenza del Fai – Fondo per l’ambiente italiano a Ilaria Buitoni Borletti, la seconda, che ne ha raccolto l’eredità, apprestandosi a lasciare dopo 17 anni la presidenza dell’Amref. Borletti non è nuova a incarichi dirigenziali nel non profit, visto che è stata, tra l’altro, presidente del Summit della solidarietà e numero due dell’Istituto italiano della fonazione.
Vita: Come affronta questa nuova sfida?
Ilaria Buitoni Borletti: Consapevole che sarà un grande impegno. A parte gli anni bui del terrorismo, non ricordo un momento così oscuro per il nostro Paese. Questa occasione l’ho vista come un “segno del destino”, una chiamata alle armi, perché fare qualcosa per il Fai, che è un’eccellenza italiana, è fare qualcosa per il nostro Paese.
Vita: Che cosa la preoccupa?
Borletti: L’attacco che si sta portando al nostro ambiente è vistoso, e ci chiama a correre ai ripari, sia con atti concreti e una gestione nuova, sia con un’attività capillare di sorveglianza. Le emergenze che vedo sono legate soprattutto al Piano casa e alla sua attuazione, che sciaguratamente è stata delegata alle Regioni, e questo crea discrepanze sul territorio.
Vita: Quali saranno le sue priorità?
Borletti: Uno dei miei primi obiettivi sarà l’aumento del numero degli aderenti. A livello locale, affronteremo il nodo del Parco Sud di Milano, un polmone verde che va difeso. L’identità è fatta anche di protezione del patrimonio culturale e non di esclusione di chi è diverso da noi.
Vita: Il caso dei minareti in Svizzera ha riproposto il legame tra identità e paesaggio. Che ne pensa?
Borletti: Mi viene da sorridere. Le meravigliose valli svizzere sono state devastate da lottizzazioni dissennate. Non sono certo i minareti a rovinare un paesaggio, ma le centinaia di villette o capannoni costruiti senza nessun criterio estetico.
Vita: Il Fai è una grande fondazione. Qual è lo stato di salute del terzo settore?
Borletti: La battaglia per un vero riconoscimento del terzo settore è ancora lunghissima. Si pensi al fatto che manca una legge quadro, e la defiscalizzazione possibile ha un tetto! Ma il terzo settore deve essere unito, se vuol essere forte. Solo così potrà essere protagonista.


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