Volontariato

Disabili: sono 64 mila i volontari impegnati

Lo rende noto una ricerca della Fivol. 7500 gli operatori

di Redazione

64 mila persone, in grado di produrre il lavoro di 7.500 operatori. Sono i volontari impegnati nella cura alle persone con disabilita’. A fotografare l’universo dei volontari che operano a vantaggio dei disabili e’ la Fivol (Fondazione italiana per il volontariato) che ha esaminato 1.618 organizzazioni che operano nel settore ad un universo nazionale di organizzazioni stimato di circa 3.000. I dati sono stati ricordati oggi in occasione dell’apertura della Seconda Conferenza nazionale sull’handicap che si terra’ sino a domenica alla Fiera del Levante a Bari. Queste corrispondono al 12,4% delle organizzazioni di volontariato complessivamente esaminate (13.089) che in qualche modo o con diversa priorita’ prendono in carico singoli o gruppi di disabili nell’attuazione di specifiche attivita’. La maggioranza di esse (57 su 100) si occupa di disabili fisici, psichici o sensoriali in modo esclusivo o prioritario. Una caratteristica di queste organizzazioni e’ la propensione a fare rete (57 su 100 rispetto alla media nazionale di 53 su 100) nei coordinamenti e consulte locali e provinciali. Sono invece complessivamente meno collegate afederazioni o ad associazioni nazionali, rispetto all’intero fenomeno: il 43,5% rispetto al 55,5% del totale delle 13.089 organizzazioni rilevate nel 2001. E tale percentuale e’ ancora piu’ bassa tra le unita’ prioritariamente se non esclusivamente dedicate alla disabilita’ (37%). La maggioranza delle organizzazioni nasce per iniziativa di gruppi di cittadini (il 45%, talvolta con presenza di quote di familiari dei disabili); seguono, in ordine decrescente di frequenza, le unita’ affiliate ad organizzazioni nazionali, i gruppi di utenti o familiari di disabili e quelli che sono espressione di istituzioni ecclesiali. In questo settore di intervento non si notano differenze sostanziali rispetto al fenomeno solidaristico piu’ vasto se non una maggiore iniziativa dei familiari e un minor contributo del movimento associativo preesistente. La maggioranza di queste organizzazioni (62,5%) ha avuto origine negli ultimi sedici anni con alcune differenze tra l’eta’ piu’ remota delle associazione affiliate a realta’ nazionali (44 su 100 sorte prima del 1986) e quelle piu’ recenti di utenti e familiari (3 su 10 nate negli ultimi 5 anni). Le unita’ di derivazione ecclesiale hanno origine in un periodo intermedio (7 su 10 tra il 1976 e il 1985). In Italia trovano una collocazione piu’ diffusa laddove e’ piu’ avanzata una cultura di inclusione e promozione dei disabili, ovvero al Nord, che rappresenta il 50,4% delle unita’, mentre al Centro e al Sud esse sono presenti rispettivamente nella misura del 23,7% e del 25,9%.


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