Non profit

Tremonti: è in Finanziaria

L’annuncio davanti alla Commissione Bilancio della Camera. Nessun accenno invece al servizio civile

di Maurizio Regosa

Il 5 per mille è in Finanziaria. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, intervenendo in Commissione Bilancio alla Camera e precisando che il provvedimento, apprezzato da milioni di contribuenti, avrà una copertura economica anche mediante lo scudo fiscale.

Un pomeriggio in Commissione

Sulla Finanziaria, si sa, non poche sono state le tensioni. Nella maggioranza (divisa tra rigoristi e partito dello spesa) come nell’opposizione. Si spiega dunque la scelta del titolare dell’Economia di puntualizzare, in sede istituzionale, i criteri delle sue scelte. Dallo scudo fiscale, dovrebbero giungere nelle casse dello stato circa 4 miliardi: saranno destinati « a scuola, università, ricerca, 5 per mille, bisogni sociali». Ma non a quanto pare a rimpinguare il fondo per il servizio civile. Quanto al patto per la salute entra in finanziaria ma si autofinanzia. Dunque rigore, rigore e ancora rigore. «Se ci sarà, e spero che non ci sarà, bisogno di fare deficit», ha spiegato Tremonti, «si farà solo per aggiungere risorse per la cassa integrazione. È  l’unica causale che ha una cifra morale ed etica condivisa da tutti».

La difficile congiuntura

È partito da qui il ministro, ricordando la caduta del Pil (tra 2008 e 2009, meno 6,5 punti): in pratica, significa aver «perso 90-96 miliardi. Di questi, una quota pari a 67-70 miliardi è imputabile alla caduta dell’export per la caduta della domanda globale». I consumi interni, invece, hanno tenuto «o comunque sono caduti meno che negli altri Paesi europei». Se anche si prevede una lieve risalita nel 2010, si parte maluccio, ha spiegato: «partendo da un -6, siamo comunque sotto di 5». Bocciata quindi la richiesta di Scajola, ministro per lo sviluppo, che chiedeva fondi ulteriori («un miliardo e mezzo di euro per far ripartire lo sviluppo? Se si pensa di sostituire 70 miliardi di calo dell’export con 1,5 miliardi di spesa non si va sulla giusta strada»).

Dopo un’altra frecciata, questa volta all’indirizzo di Renato Brunetta («io non sono un economista, sono un leguleio. Il mio professore all’università, che era allievo di Calamandrei, quando qualcuno diceva: “sono un giurista” lui rispondeva: “sei un laureato in legge”»), Tremonti è entrato nel merito della Finanziaria.

Ha ribadito che sarà rafforzata con i 3,7-4 miliardi dello scudo fiscale. Con le regioni si firmerà nelle prossime ore il patto sulla salute e questo sarà introdotto con un emendamento del governo. «Parte delle risorse erano già nel tendenziale e le altre aggiuntive saranno reperite attraverso compensazioni nelle disponibilità delle stesse regioni». Quanto agli ammortizzatori sociali, «abbiamo già concentrato tutte le risorse disponibili e continueremo a farlo, anche con qualcosa in più». Infine, non ci saranno i tagli a Irap e Irpef. Di riforma fiscale per famiglie e lavoro, ha spiegato Tremonti, «credo ci sarà spazio e tempo per discutere. Sarà interessante farlo in Parlamento, in un futuro non remoto». Si potrà iniziare a parlarne «dopo la finanziaria» coinvolgendo anche le parti sociali.  

L’appello per la Banca del Sud

Su questo capitolo, Tremonti ha lanciato un vero e proprio appello ai deputati: «Vi prego, approvatela. Cerchiamo di portarla avanti. Non c’è mai stato uno strumento così efficiente per il Mezzogiorno». Del resto, ha continuato, «è in atto un processo fortissimo di ritorno sul territorio. Anche le grandi banche si stanno ristrutturando in una logica di banca del territorio».  Un ritorno al territorio che è senz’altro, ha concluso, «una scelta delle banche ma anche effetto di una scelta politica».

La conferma del rigore

Tremonti ha concluso il suo intervento sottolineando che «è necessario continuare una politica di prudenza» dei conti pubblici, e rivolgendo un invito ai parlamentari: «Nel presentare emendamenti c’è qualche vincolo da rispettare. Penso all’articolo 81 della Costituzione sulle coperture. Quindi, si discuta nel merito delle proposte, ma vediamo anche la copertura». «Tranquillo, ministro, ha replicato Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione bilancio, «saremo attentissimi all’aspetto della copertura a partire dalla fase di ammissibilità degli emendamenti».  


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