Cultura

Domani si celebra la festa del sacrificio

Il rito, che cade nel decimo giorno del mese del pellegrinaggio alla Mecca, prevede che ogni capofamiglia sgozzi un capretto secondo i dettami dell'Islam, in maniera tale che possa essere purificato dalla contaminazione del sangue

di Redazione

Saranno diverse centinaia di migliaia i musulmani italiani che celebreranno domani mattina in tutto il paese la ricorrenza piu’ importante del calendario islamico, la ‘Aid al-Adha’ o Festa del Sacrificio, che cade nel decimo giorno del mese del pellegrinaggio alla Mecca. E’ un rito che affonda le sue radici nella storia di Abramo, al quale Dio prima ordino’ di offrire in sacrificio il figlio (Ismaele per il Corano, Isacco per la Bibbia) ma poi, commosso, concesse che il bambino fosse sostituito con un capretto. La Festa del Sacrificio e’ la celebrazione piu’ importante tra quelle previste dalla religione islamica. Il rito prevede che ogni capofamiglia sgozzi un capretto secondo i dettami dell’Islam, in maniera tale che possa essere purificato dalla contaminazione del sangue. Una pratica di macellazione che e’ finita nel corso degli anni al centro di polemiche sollevate soprattutto dagli animalisti o dalle autorita’ sanitarie locali, perche’ spesso eseguita in casa o per strada secondo la tradizione, ma in violazione delle norme igieniche, che in Italia prevedono, tra l’altro, il preventivo stordimento dell’animale. Il giorno prima dell”Aid al-Adha’ i musulmani si riuniscono nelle case per festeggiare e preparare il banchetto dell’indomani. Dopo la macellazion dei capretti, ne distribuiscono parti ai vicini e ai poveri, per poi dedicarsi alla cucina. Il mattino successivo si alzano presto e alle 7 si recano in moschea o nei luoghi pubblici dove si sono radunate le comunita’ islamiche per pregare fino alle 9.

E dopo aver pronunciato l’inno a Dio, ‘Allah Akbar’ (Allah e’ il piu’ grande), si torna a casa e ci si dedica alla preparazione della carne. Da un punto di vista strettamente dottrinario, celebrare la festa del sacrificio di Abramo ha assunto nei secoli il significato di celebrare la vittoria della fede e dell’abbandono a Dio sulla morte. Questo rito verra’ eseguito da centinaia di migliaia di musulmani residenti nel nostro paese, che affolleranno i palasport nelle citta’ del nord, la grande moschea di Roma o Piazza del Carmine a Napoli per celebrare insieme la festa eseguendo una preghiera e ascoltando il sermone dell’imam.

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