Non profit

Tremonti, finanziaria in trincea

Lo scudo fiscale per il welfare, niente tagli alle tasse

di Franco Bomprezzi

Finanziaria senza alcuna concessione al partito della riduzione della pressione fiscale: i conti di Tremonti sono tali da convincere il Governo che non c’è scelta al di fuori del rigore economico. Intanto Fini continua a smarcarsi e mette in guardia contro il ricorso al voto di fiducia.

“Finanziaria, niente tagli all’Irap” titola il CORRIERE DELLA SERA. Rinvio anche su Irpef. E Fini: no alla fiducia. Riassumendo: niente sgravi Irap per le imprese, niente sconti irpef per le famiglie e cedolare secca sugli affitti. Mentre i 4 miliardi stimati per lo scudo andranno a welfare, giustizia, sicurezza e istruzione. Il presidente della Camera per «una questione di rispetto nei confronti del Parlamento» intanto frena sull’eventuale voto di fiducia su un maxiemendamento alla Finanziaria. I servizi interni alle pag 8 e 9. Ecco dunque le principali misure della manovra di governo così come le presenta il quotidiano milanese: «Dal potenziamento degli ammortizzatori per co.co.co e over50, a nuovi fondi (500 milioni) per l’edilizia penitenziaria; dal finanziamento del 5 per mille alle risorse per il Ponte sullo Stretto. Ma anche: il rifinanziamento per i libri gratuiti nelle scuole dell’obbligo, l’attivazione del turnover al 100% nel settore della sicurezza e per i vigili del fuoco, nonchè una proroga della sospensione del versamento delle tasse per l’Abruzzo. Sono questi, secondo quanto si apprende, alcuni dei capitoli che troveranno spazio nella legge Finanziaria sui quali è stato concordato un intervento nel corso della Consulta Economica della Pdl nel quale si sarebbe concordato sulla presentazione di una proposta unitaria maggioranza-governo. Welfare, ambiente, infrastrutture, sicurezza, giustizia, scuola, agricoltura e imprese: sono questi i capitoli sui quali sono stati decisi interventi in un clima che – secondo alcuni protagonisti – sarebbe stato costruttivo. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, avrebbe dato ai colleghi di governo ampia disponibilità ad ascoltare e venire incontro alle esigenze avanzate, anche se avrebbe sottolineato la necessità di evitare il rischio di assalti alla diligenza, visto che la crisi ha pesato sui conti pubblici». Per il non profit quindi: «arriveranno fondi nuovi per le non autosufficienze, il fondo per le politiche sociali, oltre che il 5 per mille». Assenti invece i tagli alle imposte. Il taglio dell’Irap o dell’Irpef (al di là del taglio dell’acconto che il governo ha fatto con il decreto legge ad hoc) così come la cedolare secca sugli affitti «sono fuori dalla Finanziaria»: lo afferma il relatore al provvedimento alla Camera Massimo Corsaro, rispondendo ai cronisti in Transatlantico. Il CORRIERE poi intervista Mario Baldassarri, presidente della commissione Finanze in Senato e autore di una controfinanziaria da 37 miliardi, che il ministro Tremonti ieri aveva evocato come dottor Stranamore: «Non rappresento certo il partito della spesa. La pressione fiscale si taglia solo riducendo le uscite».

LA REPUBBLICA fotografa la situazione con una apertura che intreccia economia e politica: “Saltano i tagli a Irpef e Irap” è il titolo; “Nuovo scontro Brunetta Tremonti. Fini: basta voti di fiducia” l’occhiello. Corsa a ostacoli per la finanziaria e agitazioni varie nella maggioranza, sottolinea a pagina 2 Roberto Petrini: mentre la cabina di regia economica Pdl guidata da Tremonti e che non include nessun ministro fa le scelte vere (no a Irap, Irpef, cedolare secca sugli affitti), all’interno della maggioranza continua la fronda guidata da Mario Baldassarri che avrebbe intenzione di presentare, assieme a una ventina di deputati (si sono incontrati ieri), una contro-manovra in cui reinserire le tre iniziative bocciate da super Giulio. Il tutto in un clima surreale in cui si fa a gara per capire chi è la più bella del reame: «sono più rigorista di lui perché io sono un economista, lui no» va ripetendo Brunetta. Come se non bastasse ieri il governo ha incontrato Cisl e Uil e non ha invitato alla riunione la Cgil. Epifani, intervistato da Roberto Mania, pare non prendersela: «si conferma che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Non mi interessa partecipare a questo tipo di incontri, ma vorrei avere una sede di confronto». Tra le proposte della Cgil, tassare i bot e le rendite finanziarie al 20%, raddoppiare la durata dell’indennità di disoccupazione, diminuire la pressione fiscale sul lavoro dipendente. Nel retroscena, la posizione di Tremonti che pare abbia detto: «è già un miracolo se non alziamo le tasse». Nella cabina di regia si è deciso come utilizzare i proventi dello scudo fiscale, circa 4 miliardi. Scuola, forze dell’ordine, enti locali saranno le priorità (e la giustizia).

IL GIORNALE  mette in evidenza la lite Fini-Brunetta- Tremonti. E non cita Berlusconi che però negli articoli compare come «Premier scontento», come « Palazzo Chigi che difende il ministro dell’economia». L’oggetto del contendere è la Finanziaria, o meglio i fondi e riforme, pochi, che vengono reclamati. Ma  la questione è anche di procedura e quella la ricorda Fini. Andiamo con ordine. Il GIORNALE dedica una pagina al duello Tremonti e Brunetta  e si sottolinea che qualche giorno fa «Brunetta aveva già accusato Tremonti di volere commissariare gli altri dicasteri negando fondi e riforme  a costo zero, ma da Palazzo Chigi ( appunto Berlusconi) aveva difeso il dicastero dell’Economia». Gianfranco Fini al GIORNALE  sta antipatico e anche se ieri  a proposito della iter della Finanziaria ha fatto una lezione di diritto costituzionale, il quotidiano di Feltri  nota «i paletti suggeriti dall’ex leader di An trovano di nuovo il plauso di Pd e dell’IdV». Francesco Forte si occupa dei risvolti contabili della Finanziaria «Tre milioni di micro-imprese impiegano oltre 10milioni di persone. Meritano un segnale forte.  La borsa di Tremonti è limitata, ma  se si rinuncia all’1,6% del gettito, 800mila non pagherebbero più l’Irap».

“Finanziaria senza tagli fiscali” titola il SOLE24ORE in prima pagina. Ci sono novità – e si vedranno alla Camera – perché ieri si è riunita la consulta economica del Pdl, che ha deciso di inserire nel testo alcuni correttivi. Non ci saranno nuove misure di riduzione delle tasse, mentre è arrivo il finanziamento del 5 per mille, i fondi per i libri della scuola dell’obbligo e per le carceri. Come? Usando parte del gettito in arrivo dallo scudo fiscale, stimato in circa 4 miliardi di euro.  Resterebbero fuori invece gli interventi fiscali: no a intervento sull’Irap, e neppure sgravi per gli affitti e interventi sull’Irpef per le famiglie. La manovra dovrebbe contenere anche i fondi per la sicurezza, da destinare sia alle forze armate sia alle forze dell’ordine. Allo studio anche la possibilità di mettere altre risorse nel fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Il SOLE si occupa poi anche di un annuncio sulla Protezione civile fatto ieri dal ministro Vito, che ipotizza la trasformazione del Dipartimento in una società per azioni. Tuttavia il provvedimento è ancora allo studio.

L’analisi di ITALIA OGGI entra nel merito dei fondi extra che entreranno nelle casse dello Stato grazie alla scudo fiscale, ovvero quattro miliardi di euro da spendere entro la fine del 2010.  Un bel regalo di Natale, secondo il pezzo “Quattro miliardi sotto l’albero” per i ministeri di Scajola, La Russa, Prestigiacomo e Maroni. «Lo avrebbe deciso», scrive ITALIA OGGI «il comitato economico del Pdl nel corso della sua prima riunione ieri pomeriggio».  Una riunione che secondo La Russa è stata molto positiva. «Il ministro dell’economia» ha detto il suo collega della difesa «ha avviato insieme a tutti noi un lavoro importante di condivisione dei contenuti della Finanziaria che non è ancora esaurita e sarà rispettosa di quello che farà il Parlamento che, naturalmente, ha un indirizzo dal governo». Lo scudo però, secondo il pezzo titolato “Lo scudo non evita accertamenti” non è un condono né una sanatoria generalizzata. «Il rimpatrio o la regolarizzazione delle attività irregolarmente detenute all’estero» si legge nel pezzo pubblicato nella sezione Imposte e Tasse «non preclude infatti la possibilità di poter effettuare degli accertamenti e recupero delle imposte evase, Iva compresa, qualora maggiori imponibili accertati superino quelli oggetto di dichiarazione riservata».
 
IL MANIFESTO alla finanziaria dedica un richiamo in prima pagina «Il governo si rimangia i tagli a Irap, Irpef e affitti Fini stoppa la fiducia» (l’apertura è invece “Sodoma e camorra” sulla richiesta respinta di arresto per il viceministro Cosentino da parte del parlamento). È dedicato sempre alla finanziaria il commento in prima di Galapagos «Promesse da mercanti» che segnala nella prima riga: «La Finanziaria sta facendo traballare la maggioranza. Anche perché, ancora una volta il presidente della Camera si è messo di traverso con uno stop secco al governo (…)» e prosegue: «Ieri la Consulta economica del Pdl che ha fatto sapere che c’è un accordo sulle modifiche da apportare e che oggi saranno illustrate alla Lega e agli altri alleati. Tutto a posto allora? Non proprio. La Confindustria è imbufalita per la mancata riduzione – promessa – delle aliquote Irap. E il taglio Irap non è previsto, lo ha dichiarato Corsaro (…) Siamo al tutti contro tutti». Galapagos conclude «La crisi è grave e la disoccupazione aumenta: la politica del “ha da passà ’a nuttata” non regge più e la promessa del Pil dell’1% il prossimo anno non regge. Non perché non sia raggiungibile, ma a causa dell’approfondimento della disuguaglianza nella distribuzione del reddito. Sarebbe compatibile solo con un diverso modello di sviluppo. Intanto Bersani, dopo l’incontro con Confindustria, ha plaudito alle parole di Fini e gli ha chiesto di tenere duro. Farebbe meglio ad annunciare ufficialmente l’adesione al “no B. day”: Berlusconi non è solo un problema giudiziario».
 
AVVENIRE sottolinea come dei 4 miliardi messi sul piatto da Tremonti grazie allo scudo fiscale «uno se ne andrà in blocco per le misure sociali predisposte da Sacconi». Pezzo asciutto, che riporta le destinazioni certe di questa finestra: carceri, 5xmille, libri gratis alla scuola dell’obbligo, più fondi per le scuole paritarie e per il ponte sullo stretto, edilizia sanitaria, proroga dei versamenti e contributi per i terremotati dell’Abruzzo.

“Niente tagli a Irap e Irpef” è il titolo di apertura de LA STAMPA, che affida l’editoriale in prima a Marcello Sorgi, più sul versante politico della questione. “Economisti e comari”, è il titolo: «Da settimane il ministro dell’Economia è nel mirino dei suoi colleghi per la sua inflessibile politica di rigore, che lo porta a rifiutare ogni richiesta di spesa avanzata in occasione della legge finanziaria. Compresa, qualche settimana fa, quella di Berlusconi che gli chiedeva di tagliare l’Irap, la tassa più invisa agli imprenditori, e in prospettiva anche l’Irpef. Pur non avendola presa bene, il premier si dev’esser reso conto che lo stato dei nostri conti pubblici non consente eccezioni. E per questo, alla fine, ha difeso Tremonti anche dagli attacchi di Brunetta.  Di suo, il ministro dell’Economia, oltre al caratterino che tutti conoscono, ha un vecchio contenzioso con gli economisti, che accusa sovente di non essere stati in grado di prevedere la crisi finanziaria mondiale e in qualche caso perfino di esserne stati responsabili. Se quello di ieri è dunque solo il secondo tempo di una disputa che si trascina da mesi – al quale, tuttavia, il rimpallo di titoli accademici ha aggiunto un che di ridicolo -, la tesi di Brunetta, secondo cui basterebbe mettere un economista al ministero dell’Economia per risolvere i problemi, francamente non si capisce. A parte il fatto che seguendo questa teoria il primo a trovarsi fuori posto sarebbe lo stesso Brunetta, perché alla Funzione Pubblica, sulla sua poltrona, dovrebbe andare un amministrativista, quello di Berlusconi è tutto fuorché un governo tecnico. Di governi tecnici, in Italia, in momenti d’emergenza, se n’è avuto più d’uno, anche con discreti risultati. Quando invece, come nel caso dell’attuale esecutivo di centrodestra, è la politica ad assegnare gli incarichi, l’esperienza conta (o dovrebbe contare) più della stretta competenza, e anche un ministro non specializzato nella materia di cui deve occuparsi (non è il caso di Tremonti) può mettere alla prova le sue capacità avvalendosi di consulenti, confrontandosi dentro e fuori il governo e in Parlamento, ascoltando, riflettendo, spiegando, incontrando le categorie interessate dai propri provvedimenti: in altre parole, adoperando l’arte del buon governo. Tutto ciò – va ricordato – né Brunetta né Tremonti lo fanno sempre. Non a caso la ragione del loro litigio era un’altra».

E inoltre sui giornali di oggi:

GIUSTIZIA
LA REPUBBLICA – Mentre Alfano promette che andrà avanti sul processo breve (il ddl non sarà mai ritirato…, afferma), l’Anm lancia l’allarme per il rischio paralisi nelle procure: uffici in affanno, sotto organico anche del 60%, privi di fondi per le cose base (carta, benzina, luce). Nel dossier, caso per caso il viaggio allucinante nella povertà burocratica. A Bologna organico ridottissimo, a Reggio Calabria otto gip per 10mila provvedimenti, a Firenze c’è solo un’auto a disposizione e per andare in carcere i pm prendono il taxi.

CONGO
CORRIERE DELLA SERA – Il corrispondente Massimo Alberizzi mette la mani su un rapporto riservato dell’Onu che accusa due preti italiani di aver dato soldi agli hutu in Congo: … La relazione non perdona sacerdoti cattolici impegnati a combattere la loro guerra privata. Il gruppo di esperti – c’è scritto nel rapporto – ha ottenuto le mail originali che mostrano i collegamenti tra il missionario saveriano Piergiorgio Lanaro, che vive a Kasongo in Congo, e il presidente dell’Fdlr (Fronte democratico per la liberazione del Ruanda), Ignace Murwanashyaka, arrestato in Germania il 17 novembre accusato di stupro, crimini di guerra e contro l’umanità. Secondo gli investigatori dell’Oonu, l’Fdlr è coinvolto nello sfruttamento delle risorse minerarie del Congo orientale, dove operano i suoi miliziani, soprattutto oro. Lanaro avrebbe deliberatamente deviato fondi raccolti in Europa a fini umanitari verso i combattenti dell’Fdlr, cosa che avrebbe fatto con la complicità di padre Franco Bordignon, tesoriere regionale dei saveriani, residente a Bukavu. Padre Bordignon, raggiunto per telefono a Bukavu, ha dichiarato di essere a conoscenza del documento degli esperti, ma di non volerlo commentare perché non ufficiale. Gli investigatori, per altro, sostengono le loro ragioni citando una mail con cui lo stesso padre Piergiorgio racconta della sua abilità nel raccogliere danaro per sostenere la causa del Fdlr. In un messaggio di risposta Murwanashyaka conferma il suo desiderio di ricevere questo finanziamento. Sul banco degli accusati per relazioni con i ribelli hutu anche Jean-Berchmans Turikubwigenge, prete rifugiato ruandese che ha preso la cittadinanza italiana».

IL MANIFESTO – Viene riportata la notizia dell’accusa rivolta dagli esperti Onu a due missionari saveriani italiani di aver finanziato i ribelli hutu delle Forze democratiche di liberazione del Ruanda (Fdlr) si tratta di Pier Giorgio Lanaro e Franco Bordignon. «Le parti del testo riguardanti le attività di questi due missionari mostra una connivenza diretta con il gruppo combattente e con la sua leadership, colpita da sanzioni delle Nazioni Unite. Il rapporto» prosegue l’articolo «parla addirittura di finanziamenti diretti e di “dirottamenti di fondi destinati ai rifugiati verso la dirigenza della Fdlr”. Accusa quindi senza mezzi termini i saveriani di essere tra i finanziatori dei ribelli hutu». L’articolo si chiude sottolineando come «I superiori della Congregazione, nonostante i numerosi tentativi di contattarli, si sono resi irreperibili. Il telefono di Lanaro è invece risultato staccato tutto il pomeriggio di ieri». Il secondo articolo sul tema dal titolo «L’Onu accusa l’Onu “In Congo ha fallito”» parla di tutto il rapporto confidenziale realizzato dagli esperti  e che il «Consiglio di sicurezza sta cercando di insabbiarlo». In sintesi: «smerci di materie prime e sostegni ad alto livello a combattenti ricercati dalla giustizia internazionale. Il testo muove accuse a 360 gradi, dalle grandi potenze a singoli individui che hanno fatto affari approfittando della guerra e dell’impunità. Sullo sfondo la Monuc, costosissima missione Onu nel paese, che vede ulteriormente compromessa la sua residua credibilità»

AVVENIRE – Un rapporto ufficioso delle Nazioni Unite, che sarà discusso al prossimo Consiglio di sicurezza ed è stato intercettato dalla Bbc, boccia come «totale fallimento» l’azione dei Caschi blu nell’est della Repubblica democratica del Congo, la Monuc. Un dispiegamento di 18mila soldati che «è riuscito a peggiorare le condizioni degli stessi civili che avrebbe dovuto proteggere». La posizione di AVVENIRE è che «il rapporto sembra dar ragione a tutte quelle ong che accusavano il governo», anche se la critica è diretta all’Onu, che «ha appoggiato le corrotte truppe del governo congolese». AVVENIRE cita anche le due ong spagnole – Inshuti e Amici del popolo del Rwanda – che secondo il rapporto sarebbero coinvolte e accusate di aver aiutato le Fdlr, mentre tace sul coinvolgimento di due missionari saveriani italiani di cui invece dà conto il CORRIERE DELLA SERA.

CLIMA
LA STAMPA – A pag. 5 scrive Maurizio Molinari: «Lo sbarco a Copenhagen è progettato dalla Casa Bianca come un’operazione in grande stile. La prima mossa è la promessa di Obama di ottenere dal Congresso il taglio del 17 per cento delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 2005: si tratta della legge approvata dalla Camera e in discussione al Senato. Come osserva il senatore John Kerry presidente della commissione Esteri, «nel momento in cui Obama si impegna a tagliare le emissioni del 17 per cento imprime una svolta al negoziato», puntando a un compromesso, ovvero l’«accordo in due passi» discusso a Singapore con il premier danese Rasmussen, per mettere nero su bianco gli impegni di tutti i Paesi a Copenhagen e poi siglare il Trattato nel 2010. L’altra iniziativa è l’arrivo a Copenhagen di sei volti di punta dell’amministrazione che fra il 9 e il 17 dicembre pronunceranno interventi tesi a trasformare gli Stati Uniti nel laboratorio per le iniziative su clima ed energie rinnovabili. La titolare dell’Ambiente Lisa Jackson, la consigliera del presidente per il clima Carol Browner e i ministri di Interni, Commercio, Energia e Agricoltura «condivideranno con la comunità internazionale i risultati ottenuti da questa amministrazione», spiega una nota della Casa Bianca, facendo in particolare appello ai partner del G20».

VIOLENZA SULLE DONNE
ITALIA OGGI – La tecnologia in soccorso delle donne vittima della violenza coniugale. Dopo la fede al dito, secondo il pezzo “La Spagna difende le donne” i mariti violenti indosseranno anche un braccialetto elettronico e un dispositivo Gps in grado di segnalare la loro posizione alla polizia. Come funziona? Quando l’aggressore entra nella zona di sicurezza dove abita la donna, scatta l’allarme e interviene una pattuglia della polizia. «Un metodo fortemente dissuasivo» si legge nel pezzo «che riesce a dribblare le buone intenzioni di uomini che, in realtà, cercano di tornare dalla consorte per vendicarsi. Secondo i dati riportati da ITALIA OGGI, in Spagna, dal 2005 a oggi, sono stati condannati 168 mila uomini per maltrattamento alle loro mogli. Solo 7500 sono finiti in carcere. Un terso dei 97 mila in libertà si è dimostrato recidivo.

AFFIDO CONDIVISO
AVVENIRE – Partendo da una lettera di un lettore, AVVENIRE fa il punto sull’affido condiviso, introdotto nel 2006. Dovrebbe essere la regola e invece è «tradito dai giudici». L’affido condiviso in realtà viene deciso nel 75% dei casi di separazione, ma si scende al 35% a Lecce e al 40% a Catania. E per Gian Ettore Gassani, capo dell’Associazione matrimonialisti italiani,  «per molti giudici è solo un’etichetta, un passaggio formale». I giudici infatti continuano a scrivere tutto, orari di visita, quanti sabati al mese: ben lontani da una reale educazione condivisa. Gassani dice che la legge deve essere rivista, magari con l’obbligo di passare dalla mediazione familiare prima di arrivare alla separazione: un altro istituto che non decolla.

ANIMALI
LA STAMPA – Una pagina dedicata a Jil Robinson, fondatrice di un’associazione di Pet Therapy inglese e dell’Animal Asia Foundation, che da anni si batte contro le fattorie degli orrori in Cina, quelle in cui gli orsi vengono catturati e imprigionati per estrarne la bile, usata nella medicina tradizionale cinese. «Jill Robinson è una signora bionda di cinquantuno anni; è inglese e gira il mondo a raccogliere fondi per gli “orsi della luna”, una definizione dolce e poetica che nasconde una tortura terribile: gli animali chiusi in gabbie piccolissime che impediscono anche il più piccolo movimento, un catetere conficcato nel fegato che “munge” la loro bile più volte al giorno, le zampe spesso mutilate, i denti segati per evitare ogni possibile ribellione (…) La Animal Asia Foundation, la creatura di Jill, che da qualche settimana ha aperto una sede anche a Genova, oltre alla casa madre a Hong Kong, e le filiali di Germania, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti. (…) L’associazione che lei ha fondato è la sola che può entrare nei confini cinesi, così come in quelli del Vietnam e in Corea, perché le fattorie degli orrori sono sparse in tutta l’Asia. (…) Dal 2000 a oggi sono stati liberati circa 260 orsi nella provincia di Sichuan, l’accordo siglato da Animal Asia e governo cinese prevede la scomparsa delle fattorie della bile.

FAI
IL GIORNALE – Cambio al vertice del Fondo ambiente italiano  fondato 34 anni fa da Giulia Maria Mozzoni Crespi. La sostituisce Ilaria Buitoni Borletti, vice presidente Marco Magnifico.  La Crespi però da lottatrice non molla le sue battaglie per la tutela dell’ambiente e continuerà come presidente onorario.  Il Giornale non dà solo la notizia della “successione” ma ricorda che la zarina o come la chiamava Montanelli la Maria Antonietta delle campagne (anche pavesi NDR)  è stata la «padrona » del Corriere e dopo aver mandato via il direttore tal Giovanni Spadolini  e messo Piero Ottone si liberò anche di Indro  che a differenza di Ottone non si adeguò al vezzeggio alla sinistra, quella di Mario Capanna, della Crespi.

COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO
SOLE24ORE – Gianfranco Fabi si occupa di un libro sulla cooperazione allo sviluppo che «può conquistare il premio del politicamente scorretto». Si tratta di “Dalla sussistenza allo scambio” di Peter T. Bauer, economista anglo-ungherese convinto del valore del libero mercato anche nella soluzione degli squilibri più accentuati. Bauer porta avanti «una critica radicale al terzomondismo che vede nella povertà del Sud del mondo un frutto della rapina da parte dell’Occidente», un tempo con il colonialismo e oggi con le multinazionali. «Se questo fosse vero», ragione l’autore, «i paesi del Terzo mondo dovrebbero essere oggi più poveri di quanto non fossero prima» e invece è successo il contrario, le loro condizioni di vita sono migliorate di pari passo con i più frequenti contatti col mondo ricco. Quindi è sciocco nutrire sensi di colpa infondati: «La ricchezza degli uni non è responsabile della povertà degli altri».

VOLONTARIATO
IL GIORNALE – Nelle pagine milanesi la notizia della presentazione, ieri, del rapporto 2009 del volontariato della provincia di Milano. Alcuni dati: sono oltre 75mila i volontari impegnati in 1790 organizzazioni. Milano ha 42mila volontari e 872 associazioni. Lacagnina , presidente del Ciessevi, considera: «in calo giovani e pensionati, boom di 50enni. Servirebbe più volontari per i malati di mente, la pazzia fa paura».

11 SETTEMBRE
LA STAMPA – Due pagine dedicate ai 573mila messaggi inviati prima e dopo l’attacco alle Torri, notizia anticipata ieri da Repubblica.it. La Stampa ne riporta integralmente moltissimi. “Buongiorno amore, poi il caos”. «Ventiquattr’ore di conversazioni tra privati o istituzioni governative, oltre 573 mila messaggi per complessivi 6,4 milioni di parole. È la ricostruzione di quello che avvenne su Internet e nelle reti di messaggistica telefonica nel corso della giornata più tragica della storia americana, l’11 settembre 2001. A raccontare quello che gli americani si dissero prima durante e dopo gli attacchi a New York e Washington è il sito WikiLeaks (…) Messaggi, e-mail, estratti di telefonate, sms, si riferiscono a conversazioni provenienti da uffici governativi, come Pentagono, Polizia di New York e Fema (protezione civile americana), da cittadini privati, aziende o da computer di società di brokeraggio che operavano all’interno del World Trade Center. Si tratta di comunicazioni fino ad ora coperte da segreto o comunque inaccessibili al pubblico».

LA REPUBBLICA – Dossier di cinque pagine sugli Sms dalla fine del mondo, ovvero i messaggi da Ground zero. La grande paura rivive nei oltre 500mila messaggini riemersi dalla rete dopo 8 anni. Il commento è di Vittorio Zucconi, al quale è affiancato un pezzo di Aquaro che riferisce la posizione di Mary Fetchet (perse un figlio) critica perché ritiene violata la privacy sua e delle altre vittime. A seguire doppia pagina con una selezione degli sms.


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