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Iraq: il rapporto di Blix alle Nazioni Unite

"Molte domande restano ancora senza risposta e poi c'è il problema della gittata dei missili Al Samuod 2", ha detto oggi il capo degli ispettori dell'Onu

di Stefano Arduini

Nelle dodici settimane di lavoro in Iraq gli ispettori delle Nazioni Unite non hanno trovato armi di distruzione di massa, anche se non possono escludere la possibilita’ che tali armi esistano nel Paese. Tuttavia mancano all’appello molte armi proibite e non ci sono prove convincenti che tali armi siano state distrutte. Questo, in estrema sintesi, la conclusione del resoconto del capo degli ispettori Hans Blix, presentato quetso pomeriggio davanti al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. – Nel corso delle undici settimane di lavoro condotto nel Paese sulla base della risoluzione 1441 approvate dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel novembre scorso, ”l’Unmovic – ha spiegato Blix – non ha trovato questo tipo di armi, solo una piccola quantita’ di testate chimiche vuote, che avrebbero dovuto essere dichiarate e distrutte”. ”L’altro problema, e di grande significato, e’ che all’appello mancano molte armi proibite”. Il capo degli ispettori ha voluto spiegare questo punto con un esempio, che fa riferimento al materiale documentale che e’ stato consegnato all’Onu da Baghdad. ”Per fare un esempio – ha detto – un documento consegnato da Baghdad – suggerisce che mancano all’appello 1000 tonnellate di agenti chimici”. ”Il che non significa che si debba saltare alle conclusioni che esistono, tuttavia questa possibilita’ non e’ esclusa”, ha spiegato Blix. Blix ha aggiunto che se questo materiale esiste l’Iraq lo deve distruggere. ”Se non esiste devono essere fornite prove credibili”. Il capo dell’Unmovic ha ribadito, quanto piu’ volte detto e cioe’ che il rapporto consegnato il sette dicembre scorso da Baghdad alle Nazioni Unite ”ha perduto l’ooportunita’ di fonrire materiale nuovo e le prove necessarie per rispondere alle domane che restano aperte”. ”Questo e’ probabilmente il probelam maggiore che ci troviamo ad affrontare”. Blix ha tuttavia tenuto a sottolineare una delle argomentazioni piu’ adoperate da Stati Uniti e Gran Bretagna e cioe’ che non spetta agli esperti delle Nazioni Unite trovare le prove della distruzione delle armi proibite, ma che l’onere della prova spetta piuttosto alle auotorita’ di Baghad. ‘Anche se capiamo che puo’ non essere facile per l’Iraq fornire in tutti i casi le prove di cui abbiamo bisogno, non e’ compito degli ispettori trovarle”. Il capo degli ispettori ha poi affrontato la delicata questione dei missili Al Samoud che supererebbero la gittata di 150 chilometri consentita dalla norme fissate dall’Onu. ”Gli esperti hanno accertato che sulla base dei dati forniti dall’Iraq, le due variazioni dei missili Al Samoud 2 superano la gittata dei 150 chilometri consentita. Dunque si tratta di un sistema missilistico proibito per l’Iraq, in virtu’ di quanto previsto dalla Risoluzione 687 e dal piano di monitoraggio fissato dalla risoluzione 715”, ha ammesso Blix.


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