Il cardinale Dionigi Tettamanzi è abituato a ricevere insulti. L’hanno accusato di essere amico dei terroristi islamici, perché ha riconosciuto il diritto dei musulmani ad avere propri luoghi di culto. Lo sospettano di comunismo, perché ha creato un fondo di solidarietà per i disoccupati. A far cadere le braccia non sono tanto le offese grossolane scagliate dai giornali del centrodestra per ragioni di propaganda politica. Sono invece gli attacchi che si ammantano di motivazioni cattoliche. Nel mirino è finita ora la sua Lettera natalizia ai bambini. Ne hanno fatto una caricatura, rimproverando il cardinale di seguire le mode buoniste ed ecologiste. «Tettamanzi, il segreto del Natale ai bimbi: nascita del riciclo», ha urlato Libero. Certamente il cardinale si lascia andare a pericolosissime espressioni come queste: «Gesù Bambino, nella statuetta che metteremo nel presepe, ha le piccole braccia aperte. E Gesù, sulla croce, ha ancora le braccia aperte. Ecco il regalo di Gesù all’umanità: lui ci abbraccia sempre». Per i critici di Tettamanzi questo Gesù con le braccia (troppo) aperte è certo un cedimento al peggior irenismo ecumenista. Ma passi. Intollerabile invece per loro è l’affermazione per cui la crisi economica è nata «dall’egoismo di poche persone». Va forse contro il dogma dell’immacolata concezione del capitalismo? L’orrore dei falsi puristi raggiunge il top di fronte ai consigli pratici di Tettamanzi: ridurre le cose che si comprano, riciclare gli oggetti invece di buttarli… Qui il cardinale sfiora davvero l’eresia… E si pone in opposizione agli insegnamenti del Papa: «Non è possibile continuare ad accettare opulenza e spreco, quando il dramma della fame assume dimensioni sempre maggiori» (Benedetto XVI alla Fao).
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