Politica
per il non profit dei democratici una cattolica local
La nuova responsabile Cecilia Carmassi
41 anni, lucchese, ex Margherita, single. Nella sua città è impegnata come volontaria nell’associazione La città delle donne e nel Meic Stretto tra Scilla (il dialogo sulle “riforme” con una maggioranza di governo che non riesce a dialogare neanche con se stessa) e Cariddi (Idv, Prc e movimento dei facebookkini che hanno lanciato il «No Berlusconi Day» per il 5 dicembre), il neo segretario del Pd, Pierluigi Bersani ha messo al lavoro la sua squadra di governo interna al partito. La segreteria, composta da sei uomini e sei donne, età media 41 anni, è tutta di composta da bersaniani, lettiani e bindiani doc, mentre il coordinatore sarà un vecchio uomo macchina del Pci-Pds-Ds, Maurizio Migliavacca. Tra i nomi della segreteria spiccano quelli dei “giovani” Matteo Orfini (dalemiano di ferro), Nico Stumpo, Stefano Fassina (economista e coordinatore del Centro studi Nens), ma anche alcune donne, dall’umbra Catiuscia Marini all’ex cislina Annamaria Parente.
Donna (41 anni, lucchese, single) è anche Cecilia Carmassi, che è la più accreditata a seguire i temi del terzo settore, welfare e non profit. Una carriera tutta al femminile e tutta dentro il mondo del volontariato e dell’impegno sociale, quella della Carmassi. Presidente nazionale della Fuci dal 1992 al 1995, nasce alla politica con l’impegno nella Rete, passa all’Asinello e poi alla Margherita, dove si caratterizza per essere una ulivista doc, di rito strettamente “bindiano”. Soprattutto, però, la Carmassi è molto legata alla realtà del suo territorio, Lucca, dove oggi è consigliere comunale del Pd oltre che impegnata nel volontariato nell’associazione lucchese La città delle donne e nel Meic – Movimento ecclesiale di impegno culturale.
Ancora un po’ stupita di essere stata chiamata a Roma dalla sera per la mattina, la Carmassi però ha le idee chiare. Rutelli? «Si tratta di una scissione annunciata, lui non ha mai creduto nel progetto dell’Ulivo né tantomeno in quello dell’unità dei riformismi laici e cattolico-democratici. Sui temi etici non ci si può dividere secondo logiche partitiche, bisogna trovare soluzioni di sintesi. Il cattolicesimo in cui credo è quello che si mette dalla parte degli ultimi. La polemica sul crocefisso? Sminuisce il ruolo e il valore di un simbolo universale, che porta un grande messaggio di amore e ci parla di gratuità e di dono. Il centrodestra ha scelto la logica della contrapposizione, ma spesso non sa di cosa parla, quando parla di crocefisso?».
Non può mancare una battuta sul 5 per mille: la Carmassi, da cattolica “local”, non ha dubbi: «Di fronte a uno Stato che già si ritira dai suoi doveri, il mondo del non profit ha bisogno di uno strumento del genere, specialmente le realtà più piccole. È uno strumento che non solo non va abbandonato, ma va potenziato».
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