Economia

Artificiale e materno: i nodi da sciogliere

Il commento

di Redazione

Le direttive del ministero del Welfare ancora
non soddisfano una serie di requisiti. Ecco qualiIl ministero del Welfare nell’ultimo anno si è occupato della tematica allattamento materno attraverso l’istituzione del    Comitato nazionale multisettoriale per l’allattamento materno e con l’emanazione del decreto 82/2009 che ha introdotto il regolamento che stabilisce le prescrizioni relative alla produzione, alla composizione, all’etichettatura, alla pubblicità e alla commercializzazione degli alimenti per lattanti e degli alimenti di proseguimento.

I nodi
Riteniamo che siano stati fatti passi nella giusta direzione, ma ci sono ancora dei nodi da sciogliere:- oggi sono solo 18 le strutture sanitarie italiane certificate come «Ospedali amici dei bambini»;- la dichiarazione congiunta Oms – Unicef del 1989, che stabilisce i dieci passi per il successo dell’allattamento materno, non è ancora completamente recepita nel nostro Paese;- l’emanazione di un’appropriata legislazione che protegga il diritto all’allattamento al seno delle donne lavoratrici ancora non è stata completata;- l’attuazione del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno e le successive risoluzioni dell’Assemblea mondiale della sanità non sono recepiti nella loro interezza;- nel comitato non ci sono le associazioni dei consumatori;- i divieti di pubblicità/regali del decreto riguardano solo le formulazioni 1, restano escluse tutte le altre, e questo rischia di vanificare il tutto;- si chiede da anni un Codice di autodisciplina per i pediatri;- oggi sono promossi gli integratori alimentari per bimbi e addirittura per aumentare la produzione lattea delle mamme;- discussione sul rispetto dei divieti della pubblicità da parte delle aziende;- il rispetto nelle etichette attuali delle precauzioni per la preparazione del latte in polvere.Se realmente applicati i passaggi appena indicati non si porrebbe più il problema dell’insufficiente diffusione dell’allattamento materno e conseguentemente dei costi, ancora troppo alti, dei sostituti del latte.

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