Il mondo visto da una panchina che è spazio di solitudine dentro la città, luogo di incontri e attese, isola di ozio e quiete in mezzo alla natura, ma anche immagine di provvisorietà e precarietà, forse di declino. Panchine in letteratura, arte, filosofia, musica: ci insegnano tra gli altri il valore della lentezza e della contemplazione: fermarsi, lasciare scorrere il mondo, guardarlo e guardare anche un po’ se stessi.
Panchine. Come uscire dal mondo senza uscirne di Beppe Sebaste Laterza, p.171, euro 9,50
Gustalo così
Non dovete far altro che andare in giro per la città alla ricerca della vostra panchina dove poter leggere o guardare le nuvole sopra la testa. Per darvi il tempo di perdere il tempo. E di riprendervelo.
Affinità elettive
Marcovaldo di Italo Calvino, nel racconto La villeggiatura in panchina. Qui il protagonista costretto a passare l’estate in città sogna di addormentarsi su una panchina di un giardino pubblico immersa nella natura e nel silenzio della notte, ma dovrà fare i conti con una realtà del tutto inaspettata.
Questa segnatela
Una panchina perfetta è come una piega del mondo, non un luogo nascosto ma una zona franca, liberata o salvata, dove semplicemente sedersi è già una meditazione. (pag.8)
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