Economia

D’Ulizia: «economia cooperativa all’8% del Pil»

È in corso il VII Congresso Unci, la relazione del presidente D'Ulizia e gli interventi di Sergio Marini, Federica Rossi Gasparini e Fabio Evangelisti

di Redazione

«Dalla crisi dei mercati finanziari alla crisi del capitalismo: la funzione anticiclica dell’economia cooperativa; i rapporti politici e il progetto dell’Unci di economia sociale di mercato basato sulle forme cooperative e mutualistiche (il mercato sociale del lavoro); i rapporti istituzionali (governo Prodi, governo Berlusconi) – la nuova direzione di marcia; i rapporti tra le Centrali cooperative ed il mondo sindacale, la imponderabilita’ di un progetto comune; il progetto socio-economico-politico dell’ Unci unito a quello della Coldiretti». Sono stati questi i temi toccati dal presidente Unci, Luciano D’Ulizia, nel corso della sua relazione, nell’ambito del VII Congresso Nazionale.

«In questa nuova, grande crisi l’economia cooperativa ha esercitato la sua funzione anticiclica: più valore prodotto, più lavoro, più equità sociale. Occorre domandarsi però perché il metodo cooperativo non viene indicato come prassi virtuosa e rigeneratrice del tessuto socio-economico e perché lo stesso “movimento” non rivendica con forza tale ruolo, per farlo assurgere a componente strutturale del sistema. La prima questione riguarda poteri forti del nostro Paese, ovvero il perpetrarsi di equilibri di potere esistenti. La seconda, sta nel condizionamento di quegli stessi poteri su parte del movimento cooperativo».

«Se guardiamo la performance dell’occupazione cooperativa (raddoppio negli ultimi dieci anni) e alla maggiore produzione di valore, un progetto per il Mercato Sociale del Lavoro idoneamente supportato da piani per la formazione al metodo ed alla tecnica cooperativa, potrebbe recuperare 1/1,5 milioni di posti di lavoro. Oggi, infatti, l’economia cooperativa nel Paese, viaggia intorno all’8% del PIL, con circa 1,3 milioni di occupati, di cui l’Unci rappresenta una parte significativa e che grazie all’accordo politico-strategico con la Coldiretti verrà certamente accresciuta, in misura notevole» ha aggiunto D’Ulizia che, partendo dal concetto che «il valore viene prodotto da alcuni e sul come spenderlo decidono altri» ha ricordato come tale intesa per la creazione di un nuovo modello di rappresentanza per la più grande Centrale cooperativa agroalimentare si fonda su diversi valori comuni alle due organizzazioni: la filiera corta tutta italiana, le cooperative di distribuzione e di consumo, i consorzi agrari, il recupero per i produttori agricoli del valore sottratto dalla trasformazione industriale e dalla distribuzione, con beneficio anche per i consumatori, con qualità certificata e prezzi più convenienti. In una parola, salvare l’Agricoltura Italiana da una progressiva emarginazione, mettendola invece al centro di un nuovo sviluppo socio-economico valorizzandola dentro quel progetto complessivo di Economia Sociale di Mercato ispirata anche dalla recente Enciclica di Papa Benedetto XVI e dalla  “Centesimus Annus” di Papa Giovanni Paolo II. Per questo, Unci e Coldiretti, dovranno lavorare insieme per affermare un nuovo modello che privilegi le modalità di rappresentanza non categoriale e finalizzato all’ottenimento di risultati socio-economici di interesse generale».

Il lavori del congresso sono proseguiti con alcuni interventi da parte degli invitati all’Assise.

Sergio Marini presidente della Coldiretti ha detto che «l’Accordo siglato in luglio tra la Coldiretti e l’Unci rappresenta solamente il primo tassello di un mosaico che darà vita a un progetto comune che, partendo da alcuni obiettivi di fondo comuni alle due organizzazioni, porterà alla creazione di una rappresentanza diversa, necessaria per la fase attuale che sta vivendo il Paese. Una rappresentanza più efficace per la crescita e la ripresa economica, che confermi il ruolo centrale della cooperazione come strumento e non obiettivo finale, riportando al centro della scena la figura del socio co-imprenditore produttore». Marini ha inoltre ribadito che grazie all’Intesa tra Unci e Coldiretti «si darà vita alla più grande centrale della cooperazione agroalimentare italiana, una nuova “casa” per tutte quelle cooperative scontente dell’attuale rappresentanza».

Federica Rossi Gasparrini, presidente della Federcasalinghe ha sottolineato come anche grazie al metodo cooperativo l’organizzazione che rappresenta «ha creato momenti importanti di formazione e di avvio delle donne alla cultura di impresa. L’Accordo tra l’Unci e la Coldiretti è importante perché come responsabili di una categoria di consumatori guardiamo con grande interesse a nuove modalità coese di rappresentanza fondate su valori rilevanti come quelli enunciati dal presidente Unci D’Ulizia e dal presidente Coldiretti Marini».

Fabio Evangelisti dell’Italia dei Valori ha evidenziato «come l’impresa cooperativa oggi rappresenti una importante alternativa anche alla luce dell’attuale crisi, soprattutto perché fondata su concetti oggi fortemente dibattuti come l’autogestione e l’autopromozione imprenditoriale».


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