Cultura

Renzo Gubert, senatore Udc, poco allineato… Sulla pace mi gioco il posto

È uno dei 50 firmatari del centrodestra contro la guerra preventiva. Ma è il solo che alla firma ha fatto seguire i fatti. Qui spiega il perché.

di Paolo Manzo

Senatore Renzo Gubert, è stata sua l?idea di scrivere la lettera, firmata da 50 onorevoli del centrodestra, a Silvio Berlusconi contro la guerra preventiva?
Renzo Gubert: No. Ma ho aderito subito.
Vita: E ha pronunciato parole chiare al Senato, contro un?eventuale guerra all?Iraq.
Gubert: Sì, ho sollecitato i colleghi alle ragioni della pace, contrapposte a quelle che dominano oggi in Italia. C?è chi dice che la minaccia è forte e immediata, ma non sono affatto chiari i dati che supporterebbero questa tesi. Né sono chiari i motivi che spingono alla guerra perché, prima che Bush parlasse di Stati canaglia, l?Iraq era noto alle cronache per l?embargo e il problema delle misere condizioni di vita del popolo iracheno. Non c?era apprensione per le minacce che l?Iraq avrebbe potuto rivolgere contro altri Stati.
Vita: Come spiega la posizione dell?Italia ?
Gubert: Secondo me c?è il tentativo di porsi in posizione ?utile? nei rapporti con Bush. L?idea di fondo è: se ci differenziamo da ciò che fanno altri Stati europei, potremmo guadagnarne in ruolo politico e, forse, in interessi economici.
Vita: Senatore, lei è stato a Washington come rappresentante Ueo (Unione dell?europa occidentale, ndr): che impressione ne ha tratto?
Gubert: Sono stato al Dipartimento di Stato, al Pentagono e in vari istituti di ricerca che suggeriscono gli orientamenti politici a Bush e credo che il tipo di documenti che rilasciano? Pensi solo a quello sulla sicurezza emanato nel settembre 2002.
Vita: Quello sulla guerra preventiva?
Gubert: Sì, proprio quello. Teorizza il primato degli interessi nazionali Usa nel mondo e sottolinea che, per garantirne la tutela, gli Usa devono avere la “dominanza militare mondiale”. E, quindi, bisogna impedire che, in ogni parte del globo, sorga una qualsiasi potenza militare che possa far concorrenza agli Stati Uniti. In questo quadro siamo proprio così sicuri che, seguendo Bush, facciamo gli interessi italiani?
Vita: Senatore Gubert, la lettera a Berlusconi contro la guerra preventiva è stata firmata da 50 onorevoli del centrodestra, vero?
Gubert: Sì, hanno firmato in tanti. Purtroppo, però, ora è da vedere se alla firma seguiranno anche le parole. Al Senato, il 6 febbraio scorso, quando Berlusconi ha illustrato la posizione del suo governo in politica estera, l?unica voce che si è levata a fare queste riflessioni è stata la mia. Io spero che quelle firme abbiano un peso. Follini ha rilasciato qualche dichiarazione condivisibile, ma mai troppo chiara. È stato un po?… ambivalente.
Vita: Allora lei corre il rischio di essere isolato nel suo schieramento
Gubert: Spero di no, ma visto il meccanismo di progressiva omologazione… La gente ha paura a esporsi perché teme di non essere confermata alle prossime candidature elettorali. C?è una forte pressione morale sui parlamentari. Poi tutti i giornali di centrodestra battono continuamente sul tema. Non è questa la coalizione con la quale io pensavo di presentarmi alle elezioni.
Vita: La Lega è un po? più contro la guerra rispetto ad An e Forza Italia?
Gubert: Guardi, io sto nella commissione Difesa il cui capogruppo Luigi Perruzzotti (Lega) è quasi più estremista di quelli di Forza Italia. Ma ci sono altri che esprimono dubbi e critiche, certo nella Lega c?è una maggiore lacerazione sul tema. An ha una posizione prevalentemente filointerventista al Senato, c?è stato un intervento di Servello molto spinto in posizione pro Usa. Però so che qualcuno di An, di quelli che mormorano ma non parlano, è d?accordo con me.
Vita: Lei esporrà al balcone la bandiera della pace il 15 febbraio?
Gubert: No. Perché ce l?ho già.

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