Mondo

Sanità, due donne per Obama

L'ok del Senato grazie Mary Landrieu e Blanche Lincoln

di Martino Pillitteri

Nella foto Mary Landrieu senatrice della Lousiana

In un’insolita sessione notturna tra sabato e domenica, con 60 voti contro 39, il Senato degli Stati Uniti ha dato un primo via libera all’avvio del dibattito in aula sulla grande riforma sanitaria  attualmente allo studio del Congresso che punta ad estendere la copertura sanitaria a quei 31 milioni di americani che attualmente ne sono esclusi.
Il testo messo a punto dal Senato prospetta spese per circa 850 miliardi di dollari in dieci anni e prevede una cosiddetta opzione pubblica, cioé la possibilità per gli Stati di mettersi in concorrenza con le assicurazioni. Contrariamente a quello approvato dalla Camera, con spese di oltre mille miliardi, non prevede limiti per la copertura assicurativa degli aborti terapeutici, come richiesto dai deputati democratici cattolici in cambio del via libera. Una volta approvato dal Senato, se verrà approvato, il testo
dovrà essere poi unificato con quello della Camera, in vista del secondo doppio esame parlamentare definitivo. I tempi potrebbero essere ancora lunghi, e non è affatto detto che la riforma della sanità Usa verrà varata entro la fine dell’anno. Anzi c’é chi sostiene che alla fin fine un accordo sarà difficilissimo da trovare, con il serio rischio di un nulla di fatto.
«Questa sera abbiamo l’opportunità, la storica opportunità di riformare la
sanità una volta per tutte», ha dichiarato il senatore Max Baucus, democratico del Montana. «La storia bussa alla porta. Apriamola e avviamo il dibattito».  Per il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si tratta di una prima piccola vittoria, anche se l’iter legislativo rimane lungo e difficile. Il voto del Senato era visto infatti come un vero e proprio test, visto che la riforma sanitaria è la prima tra le priorità programmatiche della Casa Bianca, puntando a “coprire“ praticamente tutti gli americani.
 
Se non fosse stato raggiunto il quorum di senatori, si avrebbero ritardato di settimane, se non di mesi, l’iter legislativo della riforma: la più ambiziosa da 40 anni a questa parte, quando cioé venne lanciato il programma Medicare di assistenza ai più anziani. Hanno votato a favore tutti i democratici, che sono 58, come anche i due
indipendenti a loro vicini. I voti contrari sono stati 39. L’ultima ad aver detto di sì, nel pomeriggio di ieri, è stata  Blanche Lincoln dell’Arkansas,

che dovendo affrontare le urne l’anno prossimo secondo fonti politiche appariva reticente a dare il suo assenso, viste le perplessità dei suoi elettori. Nel suo seguitissimo intervento la Lincoln ha detto che «é molto importante iniziare il dibattito», aggiungendo però che «non mi esprimerò in favore del testo, almeno nei termini in cui è stato redatto» fino ad ora. Poche ore prima anche un’altra senatrice reticente, Mary Landrieu della Lousiana, si era detta pronta a votare a favore del dibattito, mantenendo anch’essa le proprie riserve. La Landrieu aveva ricordato che la spesa sanitaria Usa rappresenta «oltre il 16% del prodotto interno lordo americano, circa il doppio rispetto agli altri paesi». Per sedurre il senatore della Lousiana, sono stati inseriti nel piano decine di milioni di agevolazioni per le vittime dell’uragano Katrina.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.