Famiglia

Roccella: «presto il quoziente familiare»

Il sottosegretario chiude la Conferenza: «la famiglia al centro dell'azione per proteggere l'infanzia»

di Redazione

«Dobbiamo investire sulla prerogativa italiana della famiglia. Appena la situazione finanziaria globale migliorerà e potremo disporre di adeguate risorse, il quoziente familiare sarà una delle prime azioni di questo Governo»: lo ha detto il sottosegretario Mariastella Gelmini alla Conferenza di Napoli sull’infanzia.
«La famiglia va salvaguardata: oggi troppo spesso sono i “pari” a sostituire i genitori nella trasmissione di informazioni e valori a bambini e adolescenti, assistiamo a quella che è stata definita “la scomparsa dei padri”. Ma in Italia la famiglia tiene: se il nostro paese ha il dato più basso di aborti fra le minorenni nell’Europa occidentale, è soprattutto grazie al rapporto saldo che ancora esiste fra genitori e figli, fra i nonni e nipoti».
«Non possiamo non partire dalla famiglia per affrontare tutti i temi di cui si è parlato in questi giorni, dall’intercultura alla partecipazione, sui quali l’Osservatorio per l’infanzia ha lavorato per elaborare il Piano nazionale che sarà presentato entro gennaio. Si comincia dal percorso nascita: bisogna recuperare le competenze materne e aiutare la sussidiarietà per sostenere i genitori. Per esempio, non è spostando l’educazione sessuale fuori dalla famiglia che si risolve il problema. Io anzi sono convinta che debbano essere i genitori e non la scuola a dover aiutare il bambino in una comprensione adeguata fin da quando arrivano le prime domande sulla sessualità. Bisogna riattivare la capacità educativa dell’intera società, ricordandoci però che lo Stato siamo tutti, dalle Amministrazioni al Terzo Settore alle famiglie. Non possiamo ignorare la difficile situazione finanziaria generalizzata, e proprio per questo ci è richiesta la massima responsabilità nelle scelte: è fondamentale valutare l’appropriatezza e l’efficacia di ogni intervento. E’ importante poi chiedere alle Amministrazioni locali la stessa responsabilità che si chiede al Governo: le comunità socioeducative campane non ricevono pagamenti da anni, e di questo dobbiamo chiedere conto alle autorità locali».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA