Economia

Cooperazione sociale, il dovere di crescere

L'intervento del presidente di Confcooperative alla Convention

di Redazione

Ci sono interessi ostili, radicati e disegni antagonistici.
Ma è il momento di promuovere pluralismo imprenditoriale e democrazia economica. E di farlo con forza Il progetto del gruppo cooperativo Cgm ha 22 anni. Attraverso i 75 consorzi locali e le altre articolazioni societarie comprende quasi 1.200 cooperative sociali, circa un quarto delle cooperative di Federsolidarietà e rappresenta il più grande fenomeno di integrazione, per numero di cooperative, che la cooperazione italiana abbia mai conosciuto.
L’invito oggi è quello di un nuovo slancio affinché il progetto di integrazione e di rete si realizzi a pieno. Il vantaggio competitivo dell’adesione ai consorzi è documentato nella storia e oggi va rilanciato. Vanno stretti i tempi nell’efficienza delle reti, nell’incisività dei progetti imprenditoriali, nella capitalizzazione urgente e ulteriore delle cooperative. Vi invito a utilizzare pienamente, e anche a sollecitare con le vostre proposte, opportunità come l’adesione ai cooperfidi, la rete informatica del sistema Confcooperative, l’offerta crescente dei 70 centri servizi.
Tra le direzioni da seguire suggerisco quelle indicate nell’enciclica Caritas in Veritate: legare globalizzazione e fraternità. Mettere mano agli squilibri profondi nella giustizia sociale. Sostituire alla mera crescita economica l’obiettivo di uno sviluppo integrale. Senza non c’è redistribuzione. L’identità delle cooperative sociali contiene il servizio allo svantaggio, il nesso con la sussidiarietà nel legame con le comunità, la capacità di fare impresa nel sociale.
È con quest’anima che le 5.400 cooperative sociali di Confcooperative sono cresciute di numero e di peso: il 67,6% è di tipo A, il 32,4% di tipo B. Negli ultimi dieci anni le aderenti sono più che raddoppiate: +107,7%. Le cooperative di tipo B al Sud sono quintuplicate, al Nord sono cresciute del 73%. Negli stessi anni il fatturato aggregato è cresciuto del 196,5% (oggi è a 5 miliardi di euro), l’occupazione del 200,2% (circa 185mila persone).
In dieci anni sono stati costituiti 142 consorzi. Anche se la legge non vi chiede la prevalenza mutualistica, il 67,7% degli occupati sono soci. È un valore che dobbiamo tenere caro e incrementare, perché l’Europa lega il riconoscimento della cooperazione alla mutualità effettiva. Le donne sono il 72% degli occupati, il 63% dei soci, il 45% degli amministratori. I soci lavoratori immigrati (extracomunitari) raggiungono il 7%.
Cgm dice «Cooperare cambia». È vero. Cooperare cambia la realtà, riorganizza relazioni e responsabilità, dà alla vita delle persone infrastrutture e valori. Cooperare cambia le persone che cooperano, perché crescono nella statura umana, nella responsabilità, nelle competenze, nella capacità di dare e di riscuotere fiducia. Si cresce a condizione che la partecipazione del cooperatore alla vita della cooperativa sia sostenuta perché è condizione di sviluppo. In tutti i settori le cooperative con gli indici più alti di partecipazione dei soci, sono quelle con i più alti indici di crescita per capitalizzazione e redditività.
Concludo e rinnovo tre impegni. Il primo è alla sincerità. Il movimento cooperativo è da sempre, in ogni Paese del mondo, sede in cui si aggiorna e si custodisce l’autenticità della esperienza cooperativa: quei principi che con straordinaria attualità vanno dai Probi pionieri di Rochdale alla Dichiarazione di Manchester (1995). Il secondo è assecondare e sostenere lo sviluppo di Cgm. Lo faremo continuando ad accrescere – nella Confederazione, nella Federazione, nelle strutture territoriali – la capacità di dare informazioni e servizi utili a innovazione e sviluppo. Lo faremo assecondando le iniziative di partecipazione a progetti europei e nazionali. Lo faremo anche con le risorse – che purtroppo risentono della crisi – del Fondo mutualistico. Lo faremo con i limiti della realtà, ma senza i limiti dell’avarizia. Il terzo è promuovere, difendere, tutelare, cioè rappresentare, Cgm, le sue cooperative (e tutta la nostra cooperazione sociale) e i suoi progetti con orgoglio e senza riserve: nei Comuni, nelle Regioni, a Roma e a Bruxelles. Nelle sedi internazionali che di volta in volta possono influire sulla cooperazione.
La nascita di una società, plasmata dalla sussidiarietà, più animata da una solidarietà forte e moderna, non assistenzialistica, non avviene in modo indolore. Ci sono interessi ostili, radicati e disegni antagonistici. Occorre promuovere condizioni favorevoli di sano pluralismo imprenditoriale e di effettiva democrazia economica. Confcooperative ci sarà, con la sua forza che è dovuta anche a Cgm e che è anche quella di Cgm, e che dipende anche da Cgm far crescere ancora.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA