Economia

il punto di Giuseppe AmbrosioFarmaceutico, perché la csr va in frenata?

di Redazione

I dati che ricaviamo dalla quarta indagine sulla responsabilità sociale delle aziende farmaceutiche italiane (a pagina 39) lasciano un po’ perplessi. Da una parte il settore, soprattutto negli ultimi mesi, è in forte crescita, dall’altra parte la Csr per le aziende farmaceutiche italiane sembra si sia fermata. Vengono in mente alcuni possibili scenari a spiegazione di tale brusca frenata.
Il primo è che il settore farmaceutico in Italia non senta la necessità di governare secondo responsabilità e sostenibilità la propria crescita. È una considerazione un po’ tranchant ma doverosa laddove spesso il settore si relaziona con un unico stakeholder – lo Stato e soprattutto le Regioni, intesi come clienti – e degli altri ne considera solo qualche sfaccettatura, più o meno doverosa, ad esempio rispetto ai dipendenti o alle comunità territoriali.
Il secondo scenario riguarda una decisa sterzata nel non raccontare e comunicare cosa significa la responsabilità sociale in una dimensione di singola impresa. Questa lettura, che si desume ad esempio dal fatto che solo due delle prime dieci imprese farmaceutiche ha un bilancio sociale italiano, potrebbe in realtà significare due cose opposte.
Il terzo possibile scenario riguarda invece le caratteristiche del settore farmaceutico italiano laddove si evidenzia una presenza ormai prevalente di imprese a capitale straniero che paradossalmente nei contesti di casa madre realizzano, anche ad un livello strategico, attività di responsabilità sociale di cui rendicontano la ricaduta attraverso un bilancio o report sociale, e che in Italia non ne sentono la necessità. A titolo informativo le prime dieci imprese farmaceutiche mondiali producono tutte un bilancio o un report sociale. Ovviamente potrebbero esserci altre spiegazioni di cui attendiamo volentieri riscontro.


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