Politica

Cipsi: la fiducia del Governo offende gli itailani

«Proponiamo azioni di protesta e disobbedienza civile a livello nazionale»

di Redazione

«La fiducia del governo sulla privatizzazione dell’acqua offende i cittadini italiani e non risolve i problemi». Parole di Guido Barbera, presidente del Cipsi, Coordinamento di Iniziative Popolari di Solidarietà Internazionale che raggruppa 45 associazioni di solidarietà e cooperazione internazionale. «Gli italiani», aggiunge, «avranno sempre meno acqua disponibile, pagandola sempre di più. La politica deve garantire i diritti dei cittadini, non favorire gli interessi di pochi! Aprilia insegna – aumenti dal 50% al 330%. Proponiamo azioni di protesta e disobbedienza civile a livello nazionale».

«Dopo anni di malagestione»,- denuncia, «mentre 8 milioni di cittadini italiani non hanno accesso all’acqua potabile e 18 milioni bevono acqua non depurata, con punte di perdita che raggiungono il 37%, specie al Sud, si vogliono affidare ai privati i lavori di ristrutturazione necessari, che ammontano ad almeno 62 miliardi di euro. Tutto questo – continua Barbera – mentre gli altri paesi (Parigi – Francia) si sono avviati verso la ripubblicizzazione dell’acqua. La gestione privata aumenta i costi e non risolve i problemi di manutenzione. Su questa strada, lasceremo in eredità ai nostri figli acque inquinate da industrie, residui fognari, prodotti chimici, pesticidi e pseudo fertilizzanti… Ancora una volta – conclude Barbera – chiediamo al governo di guardare avanti, evitando gli errori già fatti da molti, e impegnandosi concretamente nella richiesta alle Nazioni Unite di riconoscere il diritto universale all’acqua e la sua tutela come bene comune dell’umanità. Quando la gente non ha più le risorse sufficienti per vivere, non può neppure pagare l’acqua da bere, cucinare, lavarsi… e le aziende, non avendo profitto, prima aumenteranno i prezzi, poi rinunceranno alle concessioni. La storia in tanti altri paesi insegna, tranne che nel nostro paese! O forse sono i nostri politici che non riescono a comprenderlo».

Aggiunge il Cipsi: «Tra i tanti casi in Italia ricordiamo fin dal 2004 la storia di una privatizzazione “selvaggia”, il caso di Aprilia (Latina): le prime fatture arrivano nelle case con aumenti dal 50% al 330%! La società di gestione vuole sempre più soldi, i prestiti arrivano dalla finanza internazionale, che poi fallisce. Nei 38 comuni di Latina chi vuole bere si deve rivolgere solo ad Acqualatina spa, o meglio alla banca. E ad Aprilia il Movimento dell’acqua ha attuato un’azione di protesta di massa unica in Italia: prepariamoci anche adesso a una protesta e disobbedienza civile a livello nazionale».

 


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