Economia
Nasce “Make a Change”
Il primo movimento dedicato all’Impresa Sociale in Italia
Profit o non profit? L’annosa questione che mette in contrapposizione le due realtà è un falso problema.
Questa la convinzione di “Make a Change”, associazione che verrà presentata giovedì 19 novembre a Palazzo Mezzanotte alla Borsa di Milano che propone la soluzione: l’impresa a finalità sociale. Impresa a tutti gli effetti in grado di produrre beni o servizi nel libero mercato, ma che non ha come scopo la massimizzazione del profitto per pochi, ma la massimizzazione del benessere sociale. «All’estero queste iniziative le chiamano in tanti modi: social venture, low profit companies o social investing», spiega Andrea Rapaccini, Segretario Generale di Make a Change, «In Italia esiste una legge sull’“impresa sociale”. È un primo passo importante, un inizio. Ora bisogna costruire le nuove imprese sociali e operare un cambiamento all’interno del sistema che sia sostenibile e che “tenga” nel lungo periodo». Se si guarda infatti al presente è evidente che ci vuole un un cambio di rotta. «La storia ci dice che dalle crisi finanziarie non abbiamo quasi mai imparato nulla», continua Rapaccini, «Si fa un po’ di pulizia, si cerca qualche capro espiatorio, i mercati finanziari fanno mea culpa, ma poi riprendono a lavorare come prima. Sino alla crisi successiva». Il panorama sembra desolante, ma esempi virtuosi che hanno intrapreso una strada diversa ci sono. «La via per immaginare questo nuovo modo di fare imprenditoria si chiama Csr che attua e promuove nuovi modelli e contenuti di gestione», chiarisce Rapaccini, «A fianco alle aziende profit ed al tradizionale non profit, che in gran parte si regge ancora su donazioni o erogazioni pubbliche, c’è qualcuno che sta sperimentando in concreto una terza via: la via della solidarietà sostenibile o, in altri termini, del business sociale». Make a Change è il primo movimento che promuove questo tipo di imprese in Italia. Tutto nasce dall’iniziativa di tre organizzazioni professionali (MBSConsulting, Oltre Venture e Key2People) e di dodici manager e professionisti provenienti sia dal mondo del profit che del non profit. Che dire? Buon lavoro.
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