Cultura

L’Italia azzera il Fondo per lo sminamento

E' stato pubblicato il Landmine monitor 2009: le mine antipersona sono davvero al bando, ma le vittime sono in grave difficoltà. E il nostro paese -ex produttore-che fa?

di Benedetta Verrini

Le mine antiuomo fanno parte del passato, ma rappresentano ancora un presente di morte e danni permanenti per migliaia di persone nel mondo. E’ l’avvertimento del Landmine Monitor 2009, che controlla la diffusione di questi ordigni nel mondo.

“Da quando nel 1997 il Trattato di Ottawa, che mette al bando l’uso delle mine, è entrato in vigore, sono stati fatti enormi passi in avanti per sradicare questi ordigni dal mondo”, ha annunciato la Campagna Internazionale contro le Mine al Palazzo dell’Onu.

L’uso globale, la produzione e il commercio di mine antipersona è stato radicalmente ridotto. L’80% dei paesi nel mondo hanno firmato la Convenzione che vieta l’uso, la produzione e il commercio di mine antipersona; rimangono tuttavia ancora 39 paesi – tra cui la Cina, l’India, il Pakistan, la Russia e gli Stati Uniti – che non ne fanno parte, anche se la maggior parte di questi sta osservando gran parte delle condizioni previste dal Trattato. Negli ultimi anni, il Myanmar e la Russia sono gli unici paesi rimasti a utilizzare le mine.

L’utilizzo di questi tipo di ordigni da parte di gruppi armati non statali è riconducile nel 2008 in soli 7 paesi, segnando una forte diminuzione rispetto al 2001, quando, cioè, l’uso delle mine da parte di questi gruppi era radicato in 19 paesi.

La produzione è significativamente diminuita nel corso del 2008: 38 paesi hanno formalmente bloccato la produzione di armi e solo 13 paesi ne sono ancora produttori. Nessun commercio accreditato tra stati è stato confermato dal 1999; negli ultimi 10 anni, infatti, il commercio di mine antipersona è consistito solamente in trasferimenti illeciti, non ufficiali e sempre di piccole dimensioni.

 Sebbene la percentuale degli incidenti si sia ridotta negli ultimi anni, il numero totale delle vittime è ancora troppo elevato: dal 1999 al 2008 il Landmine Report ha individuato 73.576 vittime in 119 paesi/aree. La raccolta delle informazioni in alcuni paesi, però, è estremamente complessa e difficile, pertanto è presumibile che il numero sia drammaticamente più alto.

E proprio l’assistenza alle vittime negli ultimi anni ha registrato un significativo calo rispetto agli altri settori della mine action malgrado rivesta una fondamentale importanza.

“ É urgente lavorare per l’inserimento socio-economico delle vittime degli ordigni inesplosi, non trascurando che in molti dei Paesi afflitti da questo problema la disabilità è trattata come un disonore. Lavorare anche sulla civiltà giuridica a favore dell’inserimento dei diversamente abili dovrebbe essere n tratto comune di tutti i progetti di cooperazione” dichiara Giuseppe Schiavello, direttore della Campagna Italiana contro le mine.

Il sostegno internazionale per la mine action ha raccolto 517.8 milioni di dollari nel 2008. I fondi sono stati stanziati da 23 paesi e dalla Commissione Europea (EC). I cinque donatori più “generosi” sono stati la Commissione Europea, gli Stati Uniti, il Giappone, il Canada e la Norvegia, mentre i cinque paesi che hanno ottenuto i maggiori finanziamenti sono stati l’Afghanistan, il Sudan, l’Iraq, il Libano e la Cambogia. Più di 4miliardi di dollari sono stati stanziati nella mine action dal 1999.

Forte nota dolente per l’Italia: il Fondo per lo sminamento umanitario, creato nel 2001 con una dotazione annuale di 5 milioni di euro, nel dicembre del 2008 è stato azzerato. “Proprio nel momento in cui il nostro paese si accingeva ad aderire, attraverso la firma, al Trattato per la messa al bando delle cluster bombs”, ricorda Schiavello. Il Fondo è stato poi rifinanziato con un milione di euro, “cifra praticamente simbolica”, ed ora, alla volta della nuova Finanziaria, il problema si ripropone. “In tabella non sono presenti risorse”, conferma il direttore della Campagna italiana. Ci auguriamo che il Fondo non venga chiuso, perché l’Italia ha un grande debito morale nei confronti dei paesi infestati dalle mine”.

Il Landmine Monitor Report 2009 e i documenti relativi sono disponibili dal 12 novembre al sito www.lm.icbl.org/lm/2009.

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