Welfare

Allarme Convenzione. Ue senza sussidiarietà?

Da un convegno cdo, la preoccupazione con cui gli studiosi guardano alle bozze della costituzione continentale.

di Daniela Romanello

Non traggano in inganno il tono pacato, l?espressione dotta e i modi distinti: quella del professor Alberto Quadrio Curzio, ordinario di Economia politica e preside della facoltà di Scienze politiche dell?Università Cattolica di Milano, è stata una vera e propria “chiamata alla riscossa” della società civile, troppo distratta per accorgersi della partita in gioco nell?elaborazione della Costituzione europea. “Se non ci si attiva concretamente con proposte ed emendamenti”, ha affermato l?economista, “ci troveremo di fronte alla scomparsa del principio di sussidiarietà in Europa”. L?occasione per questo appello, il convegno Libertà vo? cercando ch?è sì cara. Il problema di una democrazia sostanziale in Italia, organizzato sabato 8 febbraio, alla Statale di Milano, dalla Fondazione per la sussidiarietà della Compagnia delle Opere. Il là alla denuncia contro la bozza dei primi 16 articoli della Costituzione europea, presentati soltanto due giorni prima, è stato dato dal professor Luca Antonini, dell?università di Padova: “È una costituzione senza popolo, dove i soggetti costituenti sono solo gli Stati. Già con la Carta di Nizza l?Europa ha fatto grandi passi indietro”. E Quadrio Curzio ha rincarato la dose: “Si stanno facendo passi indietro anche rispetto al Trattato della Comunità europea del carbone e dell?acciaio, del 1951”. E quindi ha proceduto nella disanima degli articoli resi pubblici dovendo arrivare all?art. 8 e al suo punto 3 per trovare nominata la sussidiarietà, “ma anche qui, si esprime in forma riduttiva ciò che è contenuto nel Trattato di Maastricht, ammettendo soltanto quella verticale, tra Stati, e non ipotizzando alcunché di quella orizzontale. Meno male che vengono almeno citati la solidarietà, lo sviluppo sostenibile, la giustizia sociale? ma purtroppo in un articolo, il terzo, un po? omnibus, di quelli in cui ognuno che passa ci aggiunge una parola, in modo che ci sia, ma non in un quadro organico”. Insomma, un quadro tutt?altro rassicurante per quanto concerne la sopravvivenza stessa della possibilità di espressione della società civile in Europa. L?sos lanciato sul numero scorso di Vita da Pier Virgilio Dastoli, portavoce, a Bruxelles, del Forum permanente della società civile, ha quindi trovato eco anche tra gli economisti. E tra gli esponenti della società civile? “A dire il vero noi abbiamo già fatto tutto quanto era in nostro potere”, commenta Edo Patriarca, portavoce del Forum permanente del Terzo settore.”Abbiamo presentato documenti, relazioni e proposte e chiesto ripetutamente a Casini che promuovesse su questi temi una seduta pubblica del Parlamento: stiamo ancora aspettando. Quello che era in nostro potere l?abbiamo fatto, ora tocca ai politici. La partita è di Fini, Amato, Buttiglione, e degli altri parlamentari italiani nella Convenzione. Sono loro che hanno il potere di rappresentarci. E di questi chiederemo conto”. Certo, i tempi ormai sono stretti: gli emendamenti devono essere presentati proprio in questi giorni.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA