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Disco verde alla riforma della 180
Lo annuncia Carlo Ciccioli ai delegati di Cgm. Le immagini della seconda giornata della Convention
“Curare si può”. Carlo Ciccioli, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, sintetizza così lo spirito della legge di riforma dell’assistenza psichiatrica di cui è primo firmatario. Alla Convention di CGM annuncia che la proposta di legge, depositata da tempo, comincerà il suo iter parlamentare in Commissione tra pochi giorni, il 19 novembre.
Ciccioli precisa che non si tratta di tornare indietro (“la legge 180 è una grande legge, una legge di liberazione che ha consentito di superare il manicomio”), ma “di andare oltre la 180”. L’obiettivo è evitare “l’abbandono, che spesso ricade addosso alla famiglia”. “Servono regole chiare, facendo tesoro di alcune buone pratiche di cura. La schizofrenia per esempio: curandola si arriva a importanti recuperi, evitando la cronicità”.
La legge (con il titolo “Disposizioni in materia di assistenza psichiatrica”) punta “creare condizioni per prendersi carico e intevenire, con attenzione alla dignità della persona”.
Ciccioli (Pdl), psichiatra, firmatario della legge insieme ad altri 15 parlamentari, ne ha illustrato anche i punti principali. La norma prevede la nascita di un Dipartimento nazionale per la Salute Mentale “che si occupi delle persone dalla culla sino all’anzianità, con attenzione anche alle dipendenze e alla neurogeriatria”.
Altro punto qualificante (e su cui è prevedibile che vi siano più polemiche) l’introduzione di una nuova forma di trattamento sanitario obbligatorio, il Tsop, trattamento sanitario obbligatorio prolungato. Della durata di 6 mesi, “ma non in ospedale, ma in strutture appropriate, anche residenziali”.
Infine, il cosiddetto Patto di Ulisse, che Ciccioli spiega così: “Il paziente, quando sta bene, esprime al medico curante le sue volontà, dicendo che tipo di trattamenti desidera ricevere in caso di crisi”.
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