Welfare

La lezione di Bangalore e dei suoi volontari

Parte oggi in India il X congresso mondiale sulla riabilitazione picosociale

di Sara De Carli

Parte oggi a Bangalore, in India, il X Congresso mondiale della Wapr, ovvero l’associazione per la riabilitazione psicosociale. Quelli che credono che la cura della salute mentale dovrebbe essere basata nella comunità. Un obiettivo a cui si arriva non costruendo alternative ai perscorsi sanitari ma integrando la cura della salute mentale nei servizi generali per la salute e costruendo infrastrutture per la cura in comunità.

Ecco come il professor R. Srinivasa Murthy ha raccontato a Vita proprio l’esperienza di Bangalore, che punta tutto sui “volontari in salute mentale”.

Senza tetto con problemi di salute mentale a Bangalore

Nelle grandi città indiane è molto comune vedere dozzine di persone dormire all’aperto, ai margini delle strade o nei corridoi di piccole imprese. È molto difficile stimare il numero di persone senza tetto nelle città, visto che non c’è nessun modo per stabilire dei dati esatti. In India, la questione delle persone che vivono per strada è regolata dalla legge contro l’elemosina, del 1975 (Prevention of Beggary Act). La legge prevede che chi chiede l’elemosina venga arrestato e affidato alla custodia giudiziaria per un periodo che si può estendere anche fino all’anno. C’è una grossa mancanza d’attenzione nei riguardi dei bisogni dei senza tetto, inclusi quelli di salute mentale.
La legge del 1975, in realtà, viene solitamente utilizzata per identificare le persone che chiedono l’elemosina con la sola intenzione di riabilitare queste persone, indicando loro dei servizi a cui rivolgersi, e suggerendo solo indirettamente a queste persone che dovrebbero considerare altre alternative all’elemosina. Quindi questa legge potrebbe portare molte persone ad essere curate, ma gli interventi non vengo fatti in modo scientifico. Spesso le risorse dei Centri di riabilitazione  e sollievo (RRC – Relief and Rehabilitation Centres) – sia umane che materiali – non sono sufficienti e così i senza tetto non vengo curati sia a causa di queste carenze sia perché mancano i protocolli necessari. Quindi, la legge da sola non è in grado di riabilitare i senza tetto: servono invece una serie di interventi sistematici. C’è una grande necessità di implementare il welfare, lo sviluppo urbano, polizia e servizi sanitari dovrebbero lavorare insieme per identificare i senza tetto e soprattutto i loro bisogni, tra cui certamente c’è quello di avere un alloggio, ma anche cure mediche, formazione, presa in carico dei problemi mentali.
Riconoscendo l’assenza di servizi di cura per persone con problemi di salute mentale, il dottor Kishore Kumar, psichiatra dell’Istituto Nazionale per la Salute Mentale di Bangalore ha avviato da tempo un percorso per rispondere ai bisogni e alle carenze dei Centri di riabilitazione (RCC). La sua struttura ha più di 500 internati, e il 30% di essi soffre di disturbi mentali. Quasi dieci anni fa, quando i servizi per la salute mentale cominciarono a diffondersi, non esistevano cure per la salute mentale nei centri riabilitativi.
Le nuove iniziative promosse dal dottor Kumar includono: visite settimanali al Centro da parte dell’équipe per la salute mentale; inclusione della valutazione della salute mentale come punto della loro valutazione iniziale; trattamento psichiatrico; incoraggiare i residenti a partecipare ai corsi di formazione offerti dal centro; formazione degli operatori in cure di base per la salute mentale; formazione degli operatori in base a valori umani, e non di controllo e punizione; formazione delle forze dell’ordine, per incrementare la loro sensibilità ai bisogni delle persone con disturbi mentali; cercare e riunire i familiari dei residenti; incrementare i fondi per le medicine psichiatriche; l’utilizzo di volontari, sia professionali che non, per attività di supporto; sensibilizzare chi lavora nella amministrazione urbana ai temi che riguardano la salute mentale.
Il risultato è stato un cambio drastico nella situazione nei Centri di riabilitazione. Molti internati oggi sono stati riuniti con le loro famiglie; esistono cure di routine per tutti i pazienti che soffrono di problemi mentali; da parte delle autorità c’è una maggior comprensione dei problemi che riguardano i servizi per la salute mentale.


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