Famiglia

Lombardia, e ora rivediamo l’Isee

A dieci anni dalla legge 23

di Redazione

Così com’è sfavorisce chi ha figli. Per questo ci vuole uno strumento nuovo…Era il 6 dicembre 1999 quando la Lombardia, prima fra tutte le Regioni italiane, approvò la legge regionale n. 23, dedicata alle «Politiche per la famiglia». La norma puntava a tutelare la vita, a favorire la maternità e la paternità consapevoli, la solidarietà fra generazioni, a sostenere la corresponsabilità dei genitori.
Dieci anni dopo, «quel nucleo di princìpi è ancora più che attuale», assicura Giulio Boscagli, alla guida dell’assessorato regionale alla Famiglia e alla Solidarietà Sociale. Per celebrare l’anniversario della legge, il 10 novembre al Pirellone si sono trovati i massimi esperti di demografia e politiche per la famiglia, per un convegno che ha puntato dritto al cuore del problema: «Figli: quale futuro?».
«Il maggior intervento a favore delle famiglie in Italia verrà dall’introduzione del quoziente familiare», commenta Boscagli, ricordando che lo scatto del federalismo fiscale potrà far giocare un ruolo importante in questo senso alla Regione. Nel frattempo si traccia un bilancio dell’applicazione della legge 23: «È stata innovativa, un incubatore di sussidiarietà», ricorda l’assessore. «Ha permesso lo sviluppo di oltre 5mila progetti con 88 milioni di euro investiti e ha fatto nascere 600 nuove associazioni familiari». Dal sostegno alla casa (circa 400mila famiglie dal 2001 a oggi hanno ottenuto risorse dal Fondo per il sostegno all’affitto, che ha distribuito 515 milioni di euro) alla copertura dei posti nei nidi (oggi al 19%, con 52mila bambini inseriti), «fino all’ultimo bando da 7 milioni rivolto al terzo settore per progetti a favore delle madri in difficoltà», la Regione chiude il decennio in positivo. Con un obiettivo: «Abbiamo un tavolo aperto con Anci e sindacati per ridiscutere la definizione di reddito Isee», annuncia Boscagli. «L’attuale sistema, a parità di reddito, non premia la posizione di chi ha figli rispetto a chi non ne ha». Per il Buono famiglia 2009, la Regione ha coniato il calcolo del reddito Isr (Indicatore situazione reddituale), tenendo conto anche del numero dei componenti della famiglia e di altri elementi (affitto, mono-bireddito, presenza di un disabile o invalido).


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